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La casa delle sirene – Valeria Galante

Recensione a cura di Raffaelina Di Palma

La vicenda di Elvira e delle sue figlie, Angela e Giuseppina Morelli, prende le mosse dalla vera storia della famiglia dell’autrice, Valeria Galante, la quale racconta, in questo suo esordio, la vita di tre donne al centro di una saga famigliare che è l’affresco e lo scorcio sociale di un’epoca tutt’altro che estinta, in grado, anzi, di espandere i suoi lunghi tentacoli fino a noi.

“È il giugno del 1850, e Napoli è bella come non mai sulla spiaggia di Chiaia, con i pescatori stesi al sole insieme alle loro reti e le ragazze che ridono nell’acqua bassa. Elvira ha ventidue anni e potrebbe essere una di loro, e invece deve andare in sposa a Giuseppe Morelli, che conosce appena e sicuramente non ama. Ma la sua famiglia è caduta in disgrazia e il matrimonio, per la società in cui vive,c’entra ben poco con l’amore e molto col sacrificio.”

Il romanzo inizia con Elvira, che sta ritornando dal viaggio di nozze.

Si sente braccata, preda del suo stesso torpore, lo testimonia la mano di suo marito che stringe la sua mentre si trovano sulla carrozza scoperta. Con il matrimonio il suo destino è segnato: una prigione dorata ricca di privilegi, ma privata  completamente di ogni libertà di azione.

Lei avrebbe voluto lavorare.

“Le donne non lavorano. A casa Morelli non lavorano.”

Dopo la morte del padre, i suoi fratelli vendono gli immobili per pagare i debiti e per lei, unica donna della famiglia, bellissima, il matrimonio è l’unica soluzione: Giuseppe, il secondogenito della famiglia Morelli, amici di suo zio.

Il fidanzamento, le domeniche nella grande casa di Melito, il matrimonio a Santa Chiara. Lui, di sedici anni più grande, è un brav’uomo, ha un buon carattere, ma non è l’amore.

c’era Luigi. Solo lui. Due vite diverse, due scelte diverse. Elvira sapeva di poter ancora decidere in che direzione andare, se verso di lui , o se restare lì. Non sapeva se ci voleva più coraggio ad andare o a restare.”

L’autrice, Valeria Galante, ne “La casa delle sirene” edito da Mondadori, racconta la vita non soltanto di tre donne, ma di tutte le donne dell’Italia dell’Ottocento: un secolo, fedele al principio della famiglia patriarcale, che propone e consente un’immagine rigida e intima della donna; sentimentale, fragile, moglie e madre esemplare, dedita completamente alla casa e alla famiglia.

Nel 1884 Napoli viene sconvolta da una devastante epidemia di colera che colpisce la città. A causa del clima, della povertà e delle inadeguate condizioni igieniche, il contagio trova terreno fertile per diffondersi. L’infezione esplode verso la fine di agosto nei quartieri più poveri, nei pressi del porto, tra i vicoli, nei bassi e nei fondaci, ma nell’arco di pochi giorni si diffonde anche nei quartieri nobili estendendosi poi all’intera città.

Anche la famiglia Morelli viene colpita da gravi lutti.

Valeria Galante memore dei racconti della nonna riprende le fila della storia della sua famiglia, ritrovandosi tra le mani una storia ancora viva e palpitante, vibrante di passioni e sofferenze.

Le dure imposizioni e gli abusi che subiscono, Elvira, Angela e Giuseppina, fanno parte di un elemento costitutivo fondamentale, del modo di vivere a cui la donna, vittima di un cliché, “custode e nume tutelare del focolare”, è obbligata.

Elvira, si trova a vivere in una società patriarcale e arcaica, la violenza subìta le ha indurito il carattere, quel potere che lei, poi, a sua volta, esercita sulle proprie figlie.

E che dire della ruota degli Esposti? Era l’unica risorsa per migliaia di ragazze: per celare paure, vergogne o espiare colpe.

“Per non parlare di quell’unica terribile immagine che la signora Morelli aveva visto poco dopo essere entrata per la prima volta nel palazzo dei novelli sposi. Un’unica immagine che le sarebbe rimasta nella testa  per sempre e che l’aveva convinta: una maledizione, in casa c’era una maledizione.”

Siamo nell’epoca della Belle Epoque partenopea. La città è attraversata da una ventata di cambiamenti sociali, che la scuotono dal profondo. Napoli è una città di grande estensione: la terza in Europa per dimensioni e scambi commerciali. Meta primaria e ambita del Grand Tour, detiene il primato italiano per signorilità, pittura, giornalismo, teatro, cinema, musica.

Un piccolo cosmo libero, con grandi capitali, industrie, aristocrazia, il più grande porto nazionale: attorniato da una feconda e laboriosa provincia agricola. Attraverso il racconto esplode la bellezza intensa di Napoli, con i suoi colori, i suoi profumi e i suoi miasmi, tra contrasti e contraddizioni: luci e ombre come metafore del bene e del male. Valeria Galante svela il bisogno e l’eleganza nobile di chi possiede il denaro e l’autorità e di chi per bisogno e atavica fame si mette al servizio dei padroni.

Una storia che ci racconta senza remore modelli basati sulla ricchezza, sulla bellezza, sul successo. 

La storia di questo romanzo si è svolta a Napoli, più di un secolo fa: una storia che mette a nudo cinquantìanni di vita della famiglia Morelli, tra il 1850 e il 1900.

Una famiglia che ha amato, ha avuto successi e fallimenti, ha fatto progetti, ha invocato: la famiglia Morelli, una protagonista di questo cinquantennio in cui è avvenuto il passaggio dal regno delle due Sicilie al Regno d’Italia, seguito dall’ondata di svecchiamento e il ristabilimento, rimodellano il volto della città.

Attraverso un fil rouge che si snoda in un contesto sfavillante, ma che al suo interno cela un’ umanità greve, che per ignoranza e povertà, subisce abusi e prepotenze.


PRO

Un ambiente famigliare molto ben descritto; reale e franco. Durante la lettura, spesso mi ha dato i brividi la crudezza del linguaggio, quasi brutale; come se l’autrice sentisse su di sé le ferite inferte alle sue antenate. Una lettura appassionante e coinvolgente: si entra, letteralmente, in quell’atmosfera e la si respira.

CONTRO

È difficile esprimere i “contro” in una storia vera. Puntare il dito sui personaggi che l’hanno vissuta? Su quelli che hanno prevaricato o su quelli che hanno subito? I “contro”, a mio parere, vanno all’intera società non soltanto dell’epoca. Quell’Ottocento “Romantico”, che tiene la donna ancora imprigionata in quel cliché, che la vuole  angelo del focolare

Trama

È il giugno del 1850 e  Napoli è bella più che mai sulla spiaggia di Chiaia, con pescatori stesi al sole insieme alle loro reti e le ragazze che ridono nell’acqua bassa. Elvira ha ventidue anni e potrebbe essere una di loro e invece deve andare in sposa a Giuseppe Morelli, che conosce appena e  sicuramente non ama. Ma la sua famiglia è caduta in disgrazia e il matrimonio, per la società in cui vive, c’entra ben poco con l’amore e molto col sacrificio. Il primo giorno della nuova vita è però segnato da una scoperta nerissima, che sconvolge la bella villa fin nelle stanze della servitù, lo specchio e la lente di ingrandimento delle vite dei signori. Elvira si convince che una maledizione sia scesa sulla casa e anno dopo anno ne vede ovunque la conferma: nelle scelte indigeste a cui il suo ruolo la consegna, nella solitudine grigia che pian piano la avviluppa, nel vicolo cieco dell’unica possibilità di un futuro diverso, suo e soltanto suo. E come una staffetta, la maledizione pare trasmettersi alla figlia Angela, bellissima ma altrettanto fragile, e a Giuseppina, adottata proprio nel tentativo di ripianare i debiti con il destino. Tre donne costrette a vivere per gli altri, a immolare i propri sogni, la propria libertà, la propria felicità “per il bene della famiglia”, alla cui ombra si nascondono le più scure prepotenze. E mentre i Morelli cercano di farsi un nome nel mercato dei tessuti e della moda, il mondo intorno si trasforma, con Garibaldi e quella strana unità del Paese che pochi capiscono, il fiorire di nuovi quartieri e una nuova moneta, le grandi epidemie che non fanno differenza tra ricchi e poveri, e le ancora più terribili malattie che si accaniscono sulla villa dei Morelli. Fino a quando, proprio dove meno ce lo si aspetta, brillerà la scintilla  dell’emancipazione, la forza di strappare il diritto a vivere non la vita che ci è stata data in sorte, ma quella che la nostra anima si merita.

Link cartaceo: La casa delle sirene

Link ebook:     La casa delle sirene

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