Recensione a cura di Donatella Palli
Questo libro è il secondo di una trilogia che parla della vita di alcune schiave in un lupanare a Pompei e, di conseguenza, sono citati alcuni antefatti del primo volume “Le Lupe di Pompei” (di cui potete leggere la recensione qui).
Protagonista del romanzo è Amara e la sua lotta per la sopravvivenza in un mondo strutturato in caste in cui le donne devono vendere il proprio corpo o sfruttare quello di altre, dipendendo completamente dall’uomo.
La possibilità di promozione sociale per una donna è solamente per il suo aspetto fisico. Grazie a questo può sperare di incontrare “un patrono” ricco che le doni la libertà e la faccia sua concubina.
Ben diversa è la condizione degli uomini schiavi che possono farsi onore e arricchirsi per la propria prestanza fisica come gladiatori o nelle imprese militari come Demetrio, ufficiale imperiale.
Amara, il cui vero nome greco è Timarete, venduta dalla madre alla morte di suo padre per garantirle la sopravvivenza, dall’Attica, è stata portata a Pompei e comprata dal lenone Felicio per il suo lupanare.
Finalmente liberata dall’ammiraglio Plinio che l’ha apprezzata per la sua capacità di leggere i papiri greci per lui, assurge al ruolo di Liberta, ma ha bisogno di un patrono e sarà il ricchissimo Rufo a metterle a disposizione una bella casa e anche dei servi.
Solo pochi mesi prima lei era una schiava di rango inferiore a tutti gli altri in quella casa e ora loro devono servirla. Non le è difficile immaginare che cosa dicono alle spalle della padrona-puttana.
Adesso Amara è una donna libera ma dipende completamente da Rufo e sa bene che la sua condizione è a scadenza; quando Rufo si stancherà di lei, non avrà più niente.
In questo periodo deve assolutamente assicurarsi una rendita che le possa garantire un’autonomia economica per il futuro. Così concede prestiti al 5% ma solo a donne.
Nel suo nuovo mondo Amara frequenta Drusilla, la più bella cortigiana di Pompei, la mantenuta di Quinto, da lei va a lezione di arpa perché Rufo vuole che lei impari a suonarla.
Amara non ha dimenticato le amiche del Lupanare e vorrebbe liberare almeno Vittoria, con cui ha un debito di riconoscenza.
Anche Drusilla è stata una schiava e la sconsiglia:
Gli dei ti hanno elevata allo stato di persona libera. Trattare gli schiavi come tuoi eguali non fa che abbassarti nuovamente allo squallore da cui provieni.
Adesso Drusilla è una cortigiana ricca e potente:
Io sono quella che viene pagata. Quella che può permettersi di scegliere i propri amanti, invece di intrattenere gli uomini per ordine di un’altra donna.
Amara si reca al lupanare dal suo ex padrone Felicio e ottiene a caro prezzo Vittoria e una schiava, Britanna.
Vittoria è una brava cantante e assicurandosi due flautiste greche Febe e Leda, acquistate al mercato degli schiavi di Pompei, potrà offrire il trio a pagamento per feste private che si concludono sempre a letto, sono gli uomini a scegliere.
I suoi investimenti però non sono abbastanza per l’enorme debito che ha contratto con Felicio.
La sua nuova condizione d concubina di un uomo ricco le consente una vita sociale gratificante anche se Amara è sempre tormentata dai ricordi del Lupanare.
Nel mese di maggio le feste si susseguono: prima I Floralia per onorare la dea Flora in cui le puttane vestite elegantemente sfilano su carri decorati con fiori e spighe e vengono celebrate in pubblico. Poi le Lemuria in cui i morti insepolti tornano a fare visita ai propri cari. Tutti percuotono le pentole per cacciare gli spiriti e si lanciano fagioli neri alle spalle.
Nel frattempo Amara si è innamorata dello schiavo di Rufo, Filone. È grande il rischio che corrono poiché l’uomo le svela che nel contratto stipulato con Rufo, in una postilla si dice che se lei sarà infedele, verrà retrocessa allo stato di schiava.
Amara ha scelto un amante di rango così basso, così degradato , che non può nemmeno essere classificato come uomo. Dal punto di vista legale, è una non persona.
Il padrone ha diritto di vita e di morte sui suoi schiavi: può separare i figli dalla madre, la moglie dal marito anche se uniti in contubernium.
Per il suo nuovo rango deve presenziare anche agli spettacoli all’anfiteatro di Pompei: la folla esulta davanti al sangue versato, gli schiavi fuggiaschi vengono dati in pasto alle belve e poi si susseguono i duelli fra reziari (con rete e tridente) e mirmilloni (dotati di armatura). Amara ne è terrorizzata..
Plinio, il potente ammiraglio che ha una flotta di 50 navi al porto di Miseno, la invita alla sua villa.
Amara ha della riconoscenza per Plinio e accetta.
Personaggi importanti sono ospiti da Plinio e Amara è consapevole di avere una posizione sociale più modesta degli altri, rimane perlopiù in silenzio.
Demetrio, un ufficiale imperiale di Vespasiano, ex schiavo, divenuto ricchissimo si interessa a lei. Amara deve rifiutarlo per il suo contratto con Rufo.
In giugno c’è la festa Fors Fortuna, in onore della dea bendata , segue in agosto Il Nemoralia, la festa delle torce o festival di Diana in cui le donne, dopo essersi lavate i capelli, si addobbano con ghirlande di fiori e si preparano alla processione serale con le fiaccole, in quei giorni non è permessa la caccia.
È la fine della sua relazione con Rufo che si deve sposare e Amara deve andarsene dalla casa dalla porta dorata. Nel frattempo la donna si scopre incinta di Filone ma è costretta a darne la paternità a Rufo che le garantirà una piccola rendita.
Nasce la piccola Rufina è il 76 d.c, mancano appena tre anni alla distruzione di Pompei ma nessuno si accorge di questa minaccia e il Vesuvio ha solo una importanza paesaggistica.
Amara partecipa con Rufina alla cerimonia del Nominalia, in cui sua figlia diventa un individuo a tutti gli effetti e le viene imposto il nome. La piccola indossa una lunula, una piccola luna crescente montata su una catenella che simboleggia lo stato di libertà, ma se una liberta ha una relazione clandestina con lo schiavo di un’altra persona, i loro figli potrebbero diventare schiavi del padrone dello schiavo.
“Amara non si sentiva così schiacciata dall’ impotenza dai tempi in cui era a sua volta schiava e, pur vergognandosene, a volte vorrebbe non amare Filone e non dover affrontare le conseguenze di aver scelto un uomo non libero.”
Minacciata da Felicio, non sapendo come continuare a vivere, cercando per la figlia un futuro diverso dal suo, Amara accetta di andarsene a Roma con Demetrio e deve lasciare l’uomo che ama e sua figlia a una balia.
PRO
Una descrizione dettagliata delle splendide ville, la vita di ogni giorno a Pompei: le feste, i mercati, i negozi, le taverne. La condizione femminile e quella della schiavitù in generale, le leggi, le consuetudini.
CONTRO
Grande spazio è offerto alle vicende sentimentali di Amara e delle altre donne che lei conosce e frequenta tanto da dare del libro, qualche volta, un’ immagine da romance.
Essendo una trilogia la lettura dovrebbe iniziare dal primo volume.
Link cartaceo: La casa dalla porta dorata
Link ebook: La casa dalla porta dorata
Trama
Dopo Le lupe di Pompei, continua l’appassionante trilogia di Elodie Harper ambientata nella Pompei antica: amicizie ormai consolidate e nuovi amori inaspettati aiuteranno Amara a combattere contro chi la vuole ancora schiava.
Amara è riuscita a fuggire dalla schiavitù del lupanare più famigerato di Pompei. Grazie ai favori di Rufo, il giovane nobile che l’ha eletta sua cortigiana prediletta, ora ha una casa tutta per sé, bei vestiti e perfino dei servitori. Ma la ragazza è consapevole che si tratta di concessioni precarie: la sua libertà durerà soltanto finché riuscirà a mantenere alte l’attenzione e la soddisfazione di Rufo. Mentre tenta di abituarsi a questa nuova vita, Amara è ancora perseguitata dal passato. Di notte ha incubi sul lupanare e sulle donne che si è lasciata alle spalle: più che amiche, sorelle, di cui sente la mancanza e a cui vorrebbe donare un’occasione di riscatto, ora che può farlo. Di giorno, invece, a turbarla è Felicio, il suo vecchio padrone che ora è in cerca di vendetta. Per ottenere davvero il controllo della propria vita, la giovane dovrà imparare ad agire come lui: senza scrupolo alcuno. Ma quando inaspettatamente si innamora, le insidie e i pericoli si moltiplicano: nella sua posizione, Amara non può permettersi il lusso della vulnerabilità e nessuno deve scoprire che ha un punto debole, nemmeno il suo benefattore, che forse non conosce così bene come credeva. In questo gioco di equilibri sempre più precari, riuscirà a mantenere i suoi privilegi di cortigiana e a eludere i ricatti di Felicio, senza mettere in pericolo le poche persone a cui tiene veramente?