Recensione a cura di Tiziana Silvestrin
La storia l’hanno sempre scritta gli uomini, per questo le donne vi compaiono così poco, ma in questo caso è grazie ad una donna, sua cognata Johanna Bonger per l’esattezza, che Vincent Van Gogh ha avuto il meritato posto nella storia dell’arte, come uno dei pittori più celebri e più influenti del post-impressionismo e tra i più conosciuti a livello mondiale.
L’autrice è molto attenta ai particolari e con una scrittura semplice e scorrevole ci presenta uno spaccato della vita sociale della Parigi di fine secolo. Nell’estate del 1888 Johanna Bonger arriva a Parigi, letteralmente allontanata da casa e dalla scuola dove insegnava dopo essere stata sorpresa in atteggiamenti compromettenti con suo collega, un uomo che di donne ne frequentava più di una; dovrà trascorrere l’estate con il fratello in attesa che lo scandalo venga dimenticato e si decida il suo futuro.
In pratica non potrà più insegnare e dovrà decidersi a trovarsi un marito o, meglio, ad accettare l’uomo che le procureranno la madre o il fratello. L’autrice ci descrive una Johanna Borger umiliata dalla sua famiglia, sconsolata per la sua disavventura amorosa, l’uomo di cui si innamorata non vuol saperne di uscire dalla sua testa, insicura e impacciata nella Parigi della Belle Epoque, così diversa dalla bigotta Amsterdam, ma decisa a trovare il suo posto nel mondo.
Il fratello Andries la accoglie nella sua casa, la incoraggia a dipingere e la trascina nella vorticante vita parigina, tra artisti stravaganti la cui genialità rasenta la pazzia come Camille Claudel e Vincent Van Gogh o che fanno sfoggio di un cinismo straordinario come Rodin e Paul Gauguin. Le giornate trascorrono tra esperienze nuove ed eccitanti, incontri con i maggiori artisti francesi, passeggiate nei boulevard e nei vivaci quartieri parigini, visite alle gallerie dove ha modo di ammirare anche opere di pittrici come Berthe Morisot, serate stravaganti in locali come Le chat noir o in posti più infimi dove ci si abbandona all’euforia del laudano.
Intanto la consapevolezza di Johanna cresce così come cresce la torre Eiffel, che si innalza rapida tra l’ammirazione di molti e i commenti caustici di altri. Scopre che quell’estate sarà l’ultima della sua libertà: dovrà accettare un marito quale che sia perché ha venticinque anni, ormai è considerata troppo vecchia. Alle donne si concede poco, quello che un uomo può ottenere facilmente ad una donna costa una fatica immane, sempre che riescano a raggiungerlo. Il loro posto è già deciso, prima dalla famiglia paterna poi dal marito, la loro opinione non è importante, non interessa e non conta, anzi chi osa esprimerla o avere desideri diversi dal voler essere moglie e madre, è considerata una donna orrenda. Camille Claudel che sceglie di essere artista, scultrice, allieva e amante di Rodin viene cacciata dalla famiglia e finisce per essere rinchiusa in un manicomio; le pittrici sono poco considerate, spesso derise. Johanna Bonger sa di essere un’artista mediocre, ma è decisa a fare qualcosa di importante, non vuole arrivare alla fine della sua vita senza aver mai raggiunto qualcosa di grande o almeno degno di nota.
Il libro è estremamente godibile, dalle sue pagine emergono artisti ora notissimi, cinici mercanti d’arte, gente che campa con mestieri stranissimi come i venditori di acqua zuccherata. L’autrice ci descrive la frizzante vita della Belle Epoque, gli abiti colorati ed eleganti che fasciano i corpi delle donne trasformandole in affascinanti sirene, le atmosfere sordide dei locali in cui si consuma il laudano alla ricerca di pace o di ispirazione, lo spettacolo dei boulevard e dei quartiere parigini. Nella rutilane atmosfera del Moulin de la Galette, dove i giovani si recano a ballare o a discutere seduti ai tavolini, Johanna incontra Theo Van Gogh e finalmente l’uomo che per tre anni l’aveva ingannata scompare dalla sua testa. Rimane affascinata dai suoi capelli rossi, dalla sua pelle d’alabastro, dalla sua eleganza, Theo è un rinomato mercante d’arte, ma ha un fratello che dipende totalmente da lui e il cui pessimo carattere avrebbe messo a dura prova la pazienza di un santo. I rapporti tra la giovane donna e Vincent sono burrascosi, le intemperanze del pittore sempre più feroci; il suo comportamento inqualificabile fa si che quando Johanna accetta di sposare Theo Van Gogh questi allontani il fratello ad Arles.
L’affetto tra i due fratelli però è indissolubile, non si vedono, ma si scrivono frequentemente e talvolta gli scrive anche Johanna. Attraverso le lettere i due coniugi vivono il tormento del geniale pittore, le sue depressioni, il suo genio e i suoi scatti di follia. Chiamano il loro primo figlio Vincent, ma matrimonio dura poco, dopo il suicidio del fratello anche Theo muore devastato dalla sifilide. Johanna si ritrova da sola con un figlio da crescere e centinaia di quadri del cognato, oltre ai disegni, alle stampe e alle lettere dei due fratelli; si guarda intorno: il suo appartamento appare come il primo museo dedicato a Vincent Van Gogh, in ogni stanza, su ogni parete, su ogni mobile ci sono sue opere: il Ramo di mandorlo in fiore, i Girasoli, il Raccolto, Frutteti in fiore, la Notte stellata sul Rodano…si sente ancora l’odore della pittura a olio, in quel momento decide di continuare l’attività di suo marito, ne fa la sua missione.
Si trasferisce a Bussum, vicino ad Amsterdam dove gestisce un pensione e da dove soprattutto usa tutte le sue energie per far conosce i capolavori del cognato prestandoli a musei e gallerie, ci sono voluti anni, ma alle fine riesce a far conoscere al mondo il genio di Van Gogh.
È grazie a questa donna se Vincent Van Gogh, che nella sua vita aveva venduto solo un paio di quadri, è ora universalmente riconosciuto e grazie a Caroline Cauchi per avercela fatta conoscere.
Trama
Quando Johanna Bonger arriva a Parigi non ha idea di cosa possa riservarle il destino: in fuga dalla bigotta Amsterdam dopo una relazione clandestina con un uomo che non l’avrebbe mai sposata, con l’onta dello scandalo che la segue come un’ombra, si rifugia dall’amato fratello, decisa a perseguire la sua vocazione artistica. È qui che incontra Theo Van Gogh, fratello del giovane pittore Vincent, intrecciando con lui una burrascosa relazione, resa ancor più precaria dai comportamenti ambigui di Vincent; nella Parigi di fine Ottocento, tra atmosfere di artisti in odore di fama e fermenti culturali e sociali, l’insolito trio vive tra alti e bassi, facendosi notare nei caffè e nei locali frequentati da pittori e poeti. E quando Johanna accetterà di sposare Theo, il suo ingresso nella famiglia Van Gogh, e nella vita di Vincent, è sancito per sempre. Johanna gli sarà accanto nei momenti più drammatici, guardando nascere quella straordinaria visione artistica che rivoluzionerà per sempre il modo di intendere l’arte, e testimone partecipe ma impotente della discesa nella follia e nella malattia del grande artista. Ma sarà dopo la morte di entrambi i fratelli che la giovane vedova Van Gogh, metterà in atto il suo modo di cambiare la storia: riuscendo a imporre i quadri del cognato prima nelle gallerie e tra i mercanti d’arte di Parigi, poi nel mondo. Oggi, ormai dimenticata, Johanna Bonger è indubitabilmente la persona che ha fatto di Van Gogh il più grande pittore al mondo; e questa è la sua storia.