Siamo nel mese più caldo dell’anno (non che luglio sia stato da meno) e allora anche TSD si concede una piccola incursione calda, con questo CurioStory da… bollenti spiriti.
Parliamo di sesso nel Medioevo, ma anche di una credenza che per certi versi tuttora persiste, ovvero che la posizione del missionario sia la “più cristiana”.
Chi lo ha stabilito?
Naturalmente siamo in un periodo in cui il sesso era considerato un vero e proprio tabù, nonché spesso una invenzione demoniaca che rende l’uomo pari alla bestia, ed ammesso solo se atto alla procreazione e, di conseguenza, limitato al matrimonio.
Certo, questo nella teoria perché nella pratica sappiamo che la cosa era ben diversa.
Ma rimaniamo sulla domanda che ci siamo posti.
Sesso nel matrimonio: sull’argomento Pietro Lombardo (1164) Sant’Alberto Magno (1280) e San Tommaso d’Aquino (1274) ritenevano il matrimonio un rimedio per la concupiscenza, che non trasmette alcuna grazia (Summa Theologiae III, q. 65 a. 2 ad 1).
Il sesso era accettato all’interno del matrimonio, ma solo ed esclusivamente se finalizzato alla procreazione e a tale scopo, l’unica posizione da usare, era quella del missionario.
Era ammessa una posizione diversa da quella del missionario solo nel caso di obesità.
A “stabilirlo” fu il vescovo tedesco Sant’Alberto Magno, studioso di scienze naturali che si addentrò nell’analisi di posture e tecniche di accoppiamento fisico.
Sant’Alberto Magno stilò addirittura una lista di posizioni sessuali accettate, dalla meno peccaminosa alla più peccaminosa: 1) missionario, 2) lato a lato, 3) seduta, 4) in piedi 5) da dietro.
Eravate a conoscenza di questa lista?