Un’espressione che si usa spesso, per riferirci a uno scontro – ma anche una sfida o una partita – in cui non vi è alcuna possibilità di fuga o di riscatto.
Ma da dove proviene questa espressione? Per “quartiere” è da intendersi forse quello in cui è suddivisa una città?
No di certo! La sua origine è nel mondo militare, all’interno del quale, per molto tempo, in caso di screzi o litigi gli ufficiali erano soliti sfidarsi a duello (qui puoi leggere un bell’articolo su questa usanza in voga fino al XX secolo).
Si combatteva con la spada o la sciabola e si risolveva al primo o all’ultimo sangue, a seconda che si facesse terminare con il ferimento oppure con la morte di uno dei due duellanti.
Si poteva, però, trovare una soluzione senza spargimenti di sangue e che, al contempo, facesse mantenere intatto l’onore. Lo sfidato poteva offrire allo sfidante una somma di denaro in cambio del ritiro. L’indennizzo corrispondeva a un quarto della paga mensile ed era perciò detto “quartiere”.
Ecco, dunque, spiegato il motivo per cui l’espressione “lotta senza quartiere” si riferisce a qualsiasi contesa senza possibilità di riscatto.
C’è però anche un’altra ipotesi secondo la quale l‘origine della espressione deriverebbe da una usanza risalente alle moltissime guerre che si combatterono la Francia e i Paesi Bassi. Durante questo periodo, i due Paesi stipularono un accordo secondo il quale i rispettivi prigionieri potevano essere riscattati mediante il pagamento della quarta parte della loro paga annua.
Un accordo, tuttavia, che non rimase a in vigore a lungo perchè ritenuto troppo oneroso e si ripresero i combattimenti “senza quartiere” cioè non si cercò più di fare prigionieri i nemici per trarne un guadgno, ma venivano trucidati senza pietà.
Tra le due ipotesi, secondo voi a quale è più attinente l’espressione “lotta senza quartiere”?