Il padre del Galateo è, lo sappiamo tutti, Giovanni della Casa che con il suo trattato “Galateo overo de’ costumi” ha dettato le regole comportamentali per essere persone costumate e di buone maniere.
Regole che andavano dalla “civile conversazione” al “come comportarsi a tavola”. E qui ne troviamo alcune che, forse, valgono ancora, e altre che forse (?) sono superate. Vediamone qualcuna
Tra quelle che, forse, sono ancora attuali troviamo:
- Non mangiare troppo velocemente “perciò si generi singhiozzo o altro atto spiacevole”
- Non eccedere con il vino perché “lo invitare a bere è verso di sé biasimevole”.
- Non usare i tovaglioli per usi sconvenienti come “rasciugare il sudore […] et anco di nettarsi con essi il naso”.
- Non mangiare con le mani, perché deve “l’uomo costumato guardarsi di non ugnersi le dita sì che la tovagliuola ne rimanga imbrattata, perciò che ella è stomachevole”.
- Niente gesti fuori luogo perché “non istà bene grattarsi sedendo a tavola”.
E fin qui, possiamo dire che ci troviamo al cospetto di regole più che valide, che tutti osserviamo.
Ma il Galateo di Della Casa ne riporta anche alcune che oggi ci possono sembrare superflue, addirittura potremmo considerare assurdo o inutile che dovessero essere redatte:
- Meglio non sputare a tavola ma “se pure si fa, facciasi per acconcio modo”.
- Bene l’igiene orale ma lontano dalla tavola: “non istà medesimamente bene a fregarsi i denti con la tovagliuola e meno col dito”.
- Meglio non baloccarsi con lo stuzzicadenti “né in levandosi da tavola portar lo stecco a guisa d’uccello che faccia suo nido, o sopra l’orecchia come barbieri, è gentil costume”. C’era chi lo stuzzicadenti, magari d’argento o d’oro, lo voleva sempre con sé ma “chi lo porta legato al collo erra sanza fallo”.
- E con le dita unte “et anco il fregarle al pane che egli dèe mangiare, non pare polito costume“
Sorprendente, vero? Ma chissà che forse anche oggi non sia necessaria una ripassatina a questo Galateo…