A cura di Roberto Orsi
In questi giorni è arrivato in prima visione su Sky il nuovo film di Michele Placido in qualità di regista: “L’ombra di Caravaggio” con protagonista Riccardo Scamarcio.
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è fuggito da Roma accusato dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni (Brenno Placido). Il conflitto tra i due era già in atto probabilmente da diverso tempo per questioni di donne e di onore. Caravaggio è costretto a nascondersi prima a Malta e poi a Napoli, aiutato dalla nobildonna Costanza Colonna (Isabelle Huppert) che fin da piccolo lo aveva preso sotto la sua ala protettiva.
Nella città di Napoli, Michelangelo vive nell’ombra aspettando la possibile grazia concessa da Papa Paolo V su richiesta delle nobili famiglie che lo avevano appoggiato durante la sua carriera artistica: dal Cardinale Del Monte (Michele Placido) a Scipione Borghese (Gianluca Gobbi), dai Colonna stessi al Marchese Vincenzo Giustiniani. Il Papa, prima di assumere una decisione definitiva, affida l’incarico di investigare sulle vicende di Caravaggio a un Inquisitore del Sant’Uffizio conosciuto proprio come “L’ombra”.
Inizia un viaggio a ritroso nel tempo, fin dall’arrivo di Michelangelo Merisi nella città di Roma, nella bottega del Maestro D’Arpino dove apprende i primi rudimenti sulla pittura. Caravaggio è uno spirito ribelle, la sua arte non può essere imbrigliata nei dogmi imposti dalla Chiesa.
L’incontro con i reietti ospitati dall’Ospedale di Santa Maria in Vallicella apre un nuovo mondo nell’animo di Caravaggio: prostitute, disperati, mendicanti, senzatetto. Uno spaccato sociale che colpisce nel profondo Michelangelo, spinto fin da subito a rappresentare questa realtà di vita, prendendoli a modello per i suoi soggetti.
Ecco che Battista (interpretato dal solito grandissimo Alessandro Haber) diventa il “modello” per la Crocefissione di San Pietro, conservata oggi nella Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma; o la tragica vita della prostituta Anna Bianchini (Lolita Chammah) sarà d’ispirazione per “La morte della Vergine”, oggi al Louvre di Parigi. Con loro altri personaggi come Lena Antonietti (Micaela Ramazzotti) di cui si racconta ebbe un rapporto molto stretto con l’artista e anche lei fu ritratta, come concordato dagli studiosi, nei due capolavori la “Madonna dei pellegrini” e la “Madonna dei Palafrenieri“.
L’Ombra ripercorre la vita di Caravaggio a Roma interrogando tutti coloro che lo avevano conosciuto, anche con metodi poco ortodossi in taluni casi, per ricostruirne le passioni, i vizi e le virtù, al fine di restituire al Papa un rapporto completo di indagine.
Riccardo Scamarcio porta in scena un Caravaggio bello e maledetto, in preda al tormento di una vita probabilmente mai serena: indipendente, anticonformista e ribelle, non manca in più occasioni di scontrarsi con altri artisti in voga nel periodo, primo fra tutti Giovanni Baglione, interpretato da Vinicio Marchioni.
Il film merita le tre nomination ai David di Donatello (Miglior Costumista, Miglior Scenografo, Miglior Truccatore) e i due premi vinti (Premio David Giovani e Premio Miglior Acconciatore). Michele Placido racconta la vita avventurosa del geniale artista senza bisogno di inventare nulla. Caravaggio fu uno dei personaggi più controversi e particolari del XVI e XVII secolo. Il suo genio incommensurabile lo portò a essere sulla bocca di tutti: impossibile non rimanere estasiati davanti alle sue opere, dal gioco di chiaroscuro e gli effetti di luce che solo lui riusciva a dosare in modo tanto armonico quanto stupefacente.
In questo film si ritrova tutta l’atmosfera del genio maledetto, nel suo impenetrabile malanimo e la ribellione interiore ed esteriore. Ma allo stesso tempo ci si lascia incantare dalle grandi opere dell’artista fin dalla loro ideazione e realizzazione.
Il regista è riuscito a riportare sullo schermo le atmosfere che Caravaggio impresse nelle sue tele e gli affreschi. Il gioco di chiaroscuro, le luci e le ombre sembrano direttamente trasmesse dalle opere di Caravaggio alle scene del film.
Un viaggio meraviglioso nel Rinascimento italiano, una produzione italo-francese di degno livello, in cui i tanti personaggi coinvolti ruotano attorno alla figura di Caravaggio da cui, volenti o nolenti, si rimane ammaliati e avvinti.