Forse il nome Dragut ti è più familiare se lo associamo all’audace e feroce pirata saraceno.
Ma è anche di lui che parliamo… e di un gatto suo omonimo, un bel micione dal pelo rosso che era il felino di Andrea Doria.
Li vediamo, Andrea Doria e il gatto Dragut, in una tela di William Key, “Ritratto di Andrea Doria con il gatto” conservata nelle sale di Palazzo del Principe.
Ma perché Doria chiamò il suo gatto proprio Dragut? Come si incrociano in una stessa storia un pirata sareceno, Andrea Doria e un felino?
L’ammiraglio, nel 1540, diresse alcune operazioni navali volte a frenare le continue incursioni dei corsari ottomani. Fu lo stesso imperatore Carlo V che volle il Doria in persona e la sua flotta a mettere fine alla violenza che Dragut spargeva con le sue incursioni nelle città del mediterraneo. Fu, però, il nipote di Andrea Doria, Giannettino a catturare Dragut.
Qui, come spesso accade, la vicenda si sdoppia: la Storia dice che subito Dragut venne incatenato ai remi; la leggenda narra che Dragut, fu considerato ospite di riguardo, essendo ammiraglio del Sultano, e quindi visse la sua prigionia in modo molto disinvolto. La leggenda narra che fosse un focoso amatore e che le sue lusinghe trovarono trovarono terreno fertile nella moglie di Giannettino, lo stesso che lo aveva catturato. Ad accorgersi dell’avvenuto “fattaccio” e del compiuto oltraggio, non fu, però, il Giannettino, ma proprio Andrea Doria che a quel punto decise di incatenare il saraceno a una galea. E così lo tenne per 4 anni.
Che sia Storia o colorata leggenda, Dragut non si scompose, resistette per 48 mesi e di lui si interessò il Barbarossa, comandante della flotta ottomana che, secondo alcune fonti, pagò un ricco riscatto per prenderlo ai suoi servizi. Questo la dice lunga di come Dragut fosse stimato.
Ma allora perché Doria chiamò il suo gatto proprio Dragut?
Probabilmente per un certo rispetto che aveva nei confronti di un nemico così temibile e valoroso, che aveva resistito a una prigionia di 4 anni; Dragut rappresentava una di quelle persone che, a parti inverse, probabilmente Doria avrebbe voluto al suo fianco.
Forse Doria, lucido e intelligente com’era, rivide nell’esuberanza di Dragut qualcosa del suo passato, dei suoi anni da soldato di ventura. E chissà che da impassibile uomo di stato quale era, non si sia fatto una sorona risata alla notizia delle disavventure coniugali del nipote.
E dunque, in suo onore, chiamò Dragut il proprio gatto.