Sì, proprio loro, quei biscotti friabilissimi a forma di fiore, ricoperti di zucchero a velo…
La loro storia affonda le radici in un’epoca lontana.
Siamo nel XIII secolo, nello splendore della superba Repubblica di Genova, la ricchezza apparteneva a pochi e concentrata sulla costa, mentre i paesi dell’entroterra erano molto più poveri, in cui frumento e farina bianca, quando c’erano, erano un lusso, sicuramente non la si utilizzava per qualcosa di superfluo come un dolce. E così, fece scandalo che proprio nelle zone interne dell’Alta Valle e in tutta la Val Trebbia, alcuni produttori di ostie iniziarono a produrre con quella farina bianca dei biscotti a forma di fiorellino (una margherita secondo alcuni) per venderli sui sagrato delle chiese e nei mercati. E poichè la materia prima usata per farli era così rara e preziosa, i biscottini divennero presto sinonimo di abbondanza.
Grazie al loro valore, considerati al pari di un bene di lusso, nel ‘500 iniziarono a essere utilizzati come vera e propria moneta di scambio per le compravendite, al punto che, quando i dolcetti finirono nei mercati della città marinara si decise di riprodurli sul Genovino (la moneta d’oro coniata dai genovesi) su cui venne, appunto, impressa l’immagine di sette canestrelli a sei punte come simbolo di abbondanza e ricchezza.
Il nome canestrello, compare per la prima volta in un documento ufficiale del 1576 relativo ad un fatto di cronaca nera accaduto sulla via pubblica della Trebbia. Un tale fu aggredito e derubato di un “cavagno di canestrelli“: tenendo conto del valore che avevano questi biscotti era come se l’assassino si fosse impossessato di un sacchetto di monete sonanti.
Alcune fonti, poi, riferiscono che nell’Ottocento, dopo che Genova era entrata a far parte del Regno di Sardegna, gli iscritti alla Confraternita di San Vincenzo di Torriglia pagavano come tassa una “Mutta”, (una moneta coniata dai Savoia), e come resto ricevevano un canestrello.
La prima commercializzazione ufficiale dei canestrelli avvenne negli anni Venti dell’800 nel celebre Bar Caffè di Torriglia i canestrelli ad opera di Maria Avanzino e suo marito Giuseppe Dandero, proprietari del Bar.
Da allora il paese di Torriglia viene considerato patria del canestrello e qui all’inizio di giugno si tiene il Festival del canestrelletto di Torriglia.