Tutti conosciamo le carte francesi e i loro semi: cuori, quadri, picche e fiori
Ma quando hanno avuto origine? E perché sono proprio questi?
La loro origine va ricercata in Francia, nel XV secolo. Erano simboli facili da disegnare e che non richiedevano un grande dispendio economico per la realizzazione delle carte, che un tempo venivano disegnate a mano. Fiori e picche, in particolare, sono ispirati a delle specifiche foglie tedesche. (I jolly, invece, furono un’idea degli americani).
E sapete che le figure che vi sono rappresentate corrispondevano a personaggi storici?
Nel XVI secolo le figure sulle carte prodotte dagli artigiani della città francese di Rouen erano rappresentazioni ben precise:
Re di picche: Davide, secondo re d’Israele
Re di cuori: Alessandro Magno, re di Macedonia
Re di quadri: Giulio Cesare, dittatore, considerato da alcuni storici il primo imperatore romano, anche se non formalmente
Re di fiori: Carlo Magno, re dei Franchi e Longobardi e imperatore del Sacro Romano Impero
E andiamo alle regine:
Regina di picche: Atena figlia di Zeus, dea della sapienza, della saggezza, della tessitura e delle arti
Regina di cuori: Rachele, personaggio biblico, moglie di Giacobbe
Regina di quadri: Argine, forse storpiatura di Argeia, principessa di Argo
Regina di fiori: Giuditta, personaggio biblico, eroina del popolo ebraico
E i fanti?
Fante di picche: Ettore, eroe della mitologia greca, figlio di Priamo
Fante di cuori: Etienne de Vignoles, condottiero francese durante la Guerra dei Cent’anni
Fante di quadri: Uggeri il Danese, vassallo di Carlo Magno
Fante di fiori: Giuda Maccabeo, eroe della ribellione ebraica contro l’oppressione del re Antioco IV, sovrano di Siria e dell’area palestinese
E infine, in omaggio per questa ultima domenica di aprile, TSD vi regala altre due curiosità sulle carte da gioco:
per un certo periodo, in Inghilterra fu in vigore una regola in base alla quale il valore delle carte era legato al sesso della persona regnante. Quindi, se sul trono sedeva un Re allora il Re era la carta più alta del mazzo, se invece a regnare era una donna, allora la Regina diventava la carta di più alto valore.
Ultimo, ma non per importanza, l’Asso!
Più o meno fino alla fine del XVIII secolo l’asso era la carta di valore più basso. Con la rivoluzione francese, invece, e con i successivi movimenti nati dal basso, l’elevazione dell’asso a carta più alta – soppiantando il Re – significava soppiantare la nobiltà, togliere il comando della società alle classi alte in favore di quelle di ceto più basso, rappresentato, appunto, dall’asso.
Da allora tutto è cambiato. Sia nei giochi di carte che nella cultura popolare. Non è forse vero che col termine “Asso” connotiamo qualcosa o qualcuno di eccellenza assoluta? Essere un asso in qualcosa, o anche l’avere un asso nella manica!
Contrariamente al passato, infatti, l’asso oggi è carta di valore assoluto in tanti giochi (nel lBlackjack, ad esempio, l’asso può valere indifferentemente sia 1 che 11, in base alla convenienza del giocatore).
Nota di servizio: Il CurioStory di oggi è stato ispirato dalla lettura condivisa di aprile del gruppo Facebook TSD, nello specifico da un post di approfondimento di Mara Altomare.
Leggere apre la mente, leggere in condivisa ancora di più!