Curiosità Viaggio nella storia

Sai quando è nata la carta igienica?

Oggi ci sembra un qualcosa di esistito da sempre, e invece…

Partendo dall’epoca primitiva, l’uomo dell’epoca neolitico usava andare a detergersi direttamente nel fiume o ruscello o usava ciò che la natura gli offriva: foglie e ramoscelli. Gli egizi sembra che fossero abituati a pulirsi con della sabbia intrisa di oli profumati, mentre Indiani e Arabi si pulivano con la propria mano sinistra: ancora oggi è un insulto toccare un arabo o porgergli un oggetto con la mano sinistra considerata, appunto, impura).

Tra Trecento e Cinquecento

Il primo pezzo di carta usato per pulirsi appare in Cina nel XIV secolo, sotto l’imperatore Zhu Yuanzhang, ma l’Occidente deve ancora attendere parecchio.
A metà Cinquecento, nei monasteri e nei conventi si usavano pezze di stoffa ricavate da vecchie tonache per pulirsi nelle zone intime (anche se ci sono prove che attestano questa abitudine diffusa già nel Trecento): monsignor Della Casa, nel suo Galateo (1558) parla di “pezze degli agiamenti, ovvero teli di stoffa appesi nei gabinetti.

Di “carta per usi igienici” si parla, e con molta reticenza, solo nel Settecento (nei manici dei ventagli per signora si celavano dei foglietti di carta atta allo scopo), ma si trattava di prodotti innominabili, che recavano molta vergogna. Il Settecento è anche il secolo della nascita dei quotidiani e in molti, in quel periodo, per pulirsi usavano anche la carta di giornale.

Joseph Gayetty e la sua “carta terapeutica”

E carta igienica fu

Ebbene, dobbiamo aspettare il 1857,  quando un piccolo industriale del New Jersey, Joseph Gayetty, brevettò e produsse la prima carta igienica ufficiale, chiamata “carta terapeutica”; la vendeva a pacchi di 500 fogli e ogni foglio era intriso di aloe e riproduceva stampato a grandi lettere il nome del produttore.

Importanti riviste scientifiche ne parlarono come di una “scoperta grandiosa e ineguagliabile”, eppure la comunità medica guardava con sdegno e sufficienza l’invenzione dell’imprenditore che venne considerato un ciarlatano in quanto sosteneva che la sua Medicated Paper (questo era il marchio) evitasse la comparsa di emorroidi, causate, sempre secondo Gayetty, dall’inchiostro dei giornali usati per la pulizia intima.
Pure la gente comunica si rifiutava di sprecare della carta nuova e pulita per una funzione così inelegante e volgare, e continuava a usare la carta di giornale (il che mi ricorda il personaggio del commissario Veneruso, protagonista dei romanzi di Diego Lama).

I primi rotoli

Nel 1879, poi, arriva l’inglese Walter Alcock che mise sul mercato la prima carta igienica in rotoli, ma anche lui fallì: la diffidenza e la lotta allo spreco ebbero la meglio sulla carta igienica.

Il brevetto di Alcock fu acquistato nel 1896 da tre giovani imprenditori di Philadelphia, Irvin, Clarence e Arthur Scott, ma anche la loro nuova ditta, la Scott Paper Company (la futura e attuale Scottex), dovette combattere a lungo con la riluttanza dei consumatori: era decisamente scabroso trattare e acquistare pubblicamente tale merce.

Così la carta igienica rimase a lungo un inutile lusso terribilmente consumistico, un capriccio di facoltosi e milionari eccentrici.

Solo dopo il 1930 il prodotto venne accettato (quasi) comunemente dal mercato, soprattutto da quello americano; mentre la carta due veli comparve solo nel 1942.

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