“Signori e signore, ecco a voi, Pantalone”!
Ebbene sì, oggi cerchiamo di conoscere un poco quest’antica maschera, legata strettamente alla città di Venezia e che rappresentava il fulcro della sua economia: un mercante.
Pantalone, Pantalon in dialetto, incarna il tipico mercante, ricco, burbero, avaro e lussurioso. Come tutti gli avari, non è mai contento delle sue ricchezze, piange miseria e costringe i suoi servi a sopportare ristrettezze. Dotato di un caratteraccio, s’intromette nei litigi e nelle dispute che nemmeno lo riguardano, per far sfoggio di autorevolezza, per dispensare sentenze e in cui finisce sempre perdente. Il suo incalzare giovani e avvenenti servette o fanciulle invece lo rende oggetto di burle da parte dei giovani innamorati che lo surclassano per età e avvenenza.
Alcune volte è rappresentato come un vecchio celibe, altre volte invece è sposato con due figlie Isabella e Rosaura oppure Camilla e Smeraldina.
Anche il suo abbigliamento è quello tipico dei mercanti del XVI secolo: una calzamaglia rossa coperta da una lunga zimarra nera. A completamento della sua immagine egli indossa una borsa contenente i denari, la “scarsela”, al fianco porta un corto spadino, detto pistolese e il viso è nascosto da una maschera nera con il naso adunco e una corta barba. Tutti questi elementi lo contraddistinguono visivamente e, così abbigliato, viene, infatti, raffigurato da Alessandro Scalzi. detto il Paduano, negli affreschi del castello di Landshut che si ispirano a una commedia dell’arte che sembra essere stata rappresentata alla corte del duca di Wittelsbach dopo il 1570. Il nostro personaggio è immortalato anche in tele firmate da nomi illustri: Vittore Carpaccio, Jacopo Bellini, il Veronese.
In un’ipotetica carta d’identità la sua data di nascita sarebbe collocata intorno alla metà del Cinquecento anche se la figura del mercante vecchio, avaro e lussurioso era già presente nelle commedie rinascimentali. La sua origine va ricercata nelle rappresentazioni di piazza risalendo al personaggio de il Magnifico che si contrapponeva al servo Zanni. Le battute tra i due caratteri opposti davano luogo a rappresentazioni comiche che traslarono poco per volta sui primi palcoscenici della Commedia dell’Arte.
Il carattere di Pantalone muta con la riforma del teatro voluta da Carlo Goldoni. Il vecchio che insidia le servette, creando siparietti comici, perde alcuni suoi tratti per trasformarsi in un padre di famiglia, sia pur burbero, avaro, conservatore ma certamente più rassicurante.
Per quanto riguarda le origini del suo nome, ci sono diverse ipotesi. Per taluni si dovrebbe far riferimento a San Pantaleone, un Santo originario di Nicomedia, che fu medico personale dell’imperatore Galerio, martirizzato nel 305, durante le persecuzioni di Diocleziano.
Secondo altri l’origine del nome deriverebbe da “pianta-leone”, che era l’azione con cui i soldati e i mercanti veneti “piantavano” lo stendardo di San Marco, simbolo della Serenissima, in ogni territorio conquistato o acquisito.
Una terza ipotesi è che il suo nome potrebbe essere legato al suo abbigliamento e derivare proprio dai lunghi pantaloni che indossava, oppure che potrebbero essere stati invece i pantaloni di quel modello a prendere il nome dalla maschera.
Quale che sia l’origine del nome, la maschera di Pantalone continua ancora oggi, a distanza di secoli, ad accompagnarci durante i giorni di Carnevale…quando ogni scherzo, vale !