Articolo a cura di Roberto Orsi
Sulla piattaforma streaming di Netflix in questo periodo è possibile assistere alla seconda stagione di “Rise of Empires. Ottoman”. Dopo aver lasciato Mehmed II sul trono di Costantinopoli al termine della prima stagione, con la vittoria sull’esercito di Roma, il Sultano è uno degli uomini più potenti della Terra nel pieno del XV secolo.
Antefatto storico
Per arrivare a parlare delle vicende raccontate in questa seconda stagione è necessario circostanziare il periodo storico e il contesto geo-politico del momento.
Sono due gli imperi che si fronteggiano nell’area orientale del nostro continente in quel momento: quello turco ottomano e quello degli ungheresi. Islamici contro cristiani.
Tra le due superopotenze ottomana e ungherese, un piccolo stato stretto nella morsa: la Valacchia.
Nel 1436 sul trono di questo piccolo regno sale Vlad II, padre di quel Vlad III che tutti impareremo a conoscere grazie al successo letterario di Bram Stoker: il conte Dracula. La conquista della Valacchia è appoggiata dal regno ungherese che cercava alleati ai confini dell’impero ottomano, uno stato che, in pratica, fungesse da cuscinetto all’espansione islamica.
Il punto di svolta avvenne nel 1442 quando, all’indomani di un conflitto turco-ungherese, Vlad II viene fatto prigioniero dal sultano Murad II (il padre di Mehmed II) e con lui anche i due figli Vlad III e Radu il Bello. Anche quando Vlad II viene rilasciato dal Sultano, i due figli della dinastia Drăculești rimangono alla corte di Costantinopoli e crescono con Mehmed. Il loro legame sembra essere forte e sincero. Vlad e Radu crescono come figli dell’islam e mantengono un rapporto stretto con colui che diventerà Sultano dopo pochi anni con il nome di Mehmed II.
La seconda stagione
Una volta salito al trono e aver conquistato Costantinopoli nel 1453, all’età di soli 21 anni, Mehmed non pone limiti alle sue mire espansionistiche. L’obiettivo è quello di espandere il regno ancora verso Occidente, nel suo mirino la città di Roma: il songo è quello di riunire i due imperi di oriente e occidente sotto l’unico vessillo dell’Islam.
Alla morte di Vlad II, Vlad III viene rilasciato e inviato in Valacchia per reclamare il trono finito in mano a uno dei suoi cugini Vadislav II.
Conquistata la Valacchia, Vlad III Tepes cambia radicalmente le sue posizioni nei confronti del sultano Mehmed II e dell’impero ottomano. Si avvicinò ben presto alle posizioni del Papa Pio II che spingeva per una crociata cristiana per riconquistare Costantinopoli ai danni degli islamici. Vlad III si candidò come uno dei condottieri di punta del pontefice, alleandosi con il Re d’Ungheria Mattia Corvino, facendo infuriare Mehmed II. Un ulteriore affronto è quello di non pagare i tributi dovuti all’impero Ottomano, sottraendosi di fatto all’influenza del Sultano.
La seconda stagione de “L’impero Ottomano” si concentra sul feroce contrasto tra Mehmed II e Vlad III Tepes. Un dissapore che, grazie ai flashback sapientemente inseriti dai registi, permette di ricostruire la psicologia dei due personaggi e il loro livore coltivato nel corso del tempo, fin dalla loro giovinezza. I dialoghi tra i due giovani consentono di entrare nei loro screzi che piano piano si ingrandiscono. Una guerra psicologica di sentimenti traditi. Un rancore che cova come brace nel cuore di Vlad, pronto a esplodere con tutta la sua cattiveria.
La docuserie turca, targata Netflix, si conferma ancora una volta un prodotto di ottima qualità. Le vicende interpretate da Cem Yiğit Üzümoğlu (Mehmed II) e Daniel Nuță (Vlad III Dracul) indiscussi protagonisti, si alternano con interventi di storici e studiosi sempre mirati e calzanti che permettono una facile contestualizzazione dei fatti per lo spettatore. La voce fuori campo unita a rappresentazioni grafiche dei territori oggetto della contesa completa un quadro perfetto e godibile da seguire.
La guerra tra Mehmed II e Vlad III
Si tratta di un conflitto che si giocò oltre che sul campo di battaglia anche sotto un profilo prettamente psicologico. I due condottieri spiccavano per le loro abilità strategiche e militari. L’esercito di Mehmed II poteva contare su tecnologie molto avanzate rispetto ai nemici con cannoni più piccoli come potenza ma molto più maneggevoli per gli attacchi e gli assedi alle città.
L’avanzata di Mehmed II verso nord nel territorio della Valacchia è rallentata dalla strategia di Vlad III che punta sul concetto di “terra bruciata”. Mentre si ritira in difesa della capitale Târgoviște rade al suolo i villaggi sulla strada per non lasciare alcuna risorsa sfruttabile dagli ottomani; sfrutta le imboscate e gli attacchi notturni, tra cui quello più famoso del 17 giugno 1462, ai danni dell’accampamento ottomano. Si parla addirittura di guerra biologica: Vlad III invia eserciti di persone malate di peste o altre malattie infettive per ridurre le forze e il numero dell’esercito nemico.
Non ultima, è da ricordare la tecnica a cui Vlad ricorre più spesso e per la quale passa alla Storia per la crudeltà dimostrata: impala i messaggeri e gli esploratori turchi presi prigionieri per lasciare negli occhi degli ottomani l’orrore della loro fine.
Una guerra che sembra più un gioco del gatto con il topo, un vero scontro frontale si ha solo nella fase finale degli scontri.
I personaggi della serie
I due protagonisti spiccano a mio parere per una interpretazione pressoché perfetta. Daniel Nuță nei panni di Vlad Dracula risulta credibile anche dal punto di vista fisico con i suoi capelli lunghi e l’atteggiamento freddo, calcolatore ma allo stesso tempo spietato. Si dice fosse tra i più esperti impalatori tra i suoi uomini.
Oltre ai già nominati protagonisti della serie, non vanno dimenticati Ali Gözüşirin, interprete di Radu il Bello, il fratello di Vlad III rimasto fedele alla causa musulmana e al sultano Mehmed II. Una figura molto interessante la sua, sempre combattuta tra la fedeltà a chi lo ha cresciuto fin dai primi anni della sua vita e il legame di sangue con la Valacchia e la dinastia Drăculești.
Splendida, anche se forse più in secondo piano rispetto alla prima stagione, Tuba Büyüküstün nei panni di Mara Branković moglie del sultano Murad II e matrigna di Mehmed II. In questa seconda serie Mara, rimasta alla corte di Costantinopoli, è impegnata nello smascherare le spie di Vlad. Non manca anche in questa occasione di mostrare il suo lato più cinico.
Un prodotto riuscito, che con sole sei puntate, non si dilunga troppo e mantiene un ritmo costante e godibile fino alla resa dei conti finale tra due dei più importanti e feroci condottieri della nostra Storia.