Narrativa recensioni

Recensione de “La cieca di Sorrento” – Francesco Mastriani

Recensione a cura di Maria Marques

Francesco Mastriani è un autore che è scivolato nell’oblio sebbene sia stato giornalista, drammaturgo e autore di romanzi d’appendice. Pubblicato nel 1852, “La cieca di Sorrento” ebbe un enorme successo tanto che fu anche oggetto di varie trasposizioni cinematografiche, l’ultima risale agli anni ‘60, dopodiché il silenzio. A riportare alla luce questo romanzo, ci ha pensato la casa editrice Scrittura & Scritture, pubblicandolo nella collana “Voci riscoperte” dedicata ad autori e opere troppo presto dimenticate.

Francesco Mastriani

Le vicende narrate ruotano intorno a Gaetano Pisani, un giovane studente di medicina che per mantenere quel che resta della sua famiglia lavora come copista presso un avarissimo notaio dalla dubbia fama. Nonostante la sua abnegazione, non riuscirà a salvare la vita della sorella che muore di consunzione in una fredda notte di novembre del 1840.

Eppure, sarà proprio quell’episodio che lo metterà in luce all’università, mentre il corpo della sorella giace nell’aula di anatomia, pronto, lui stesso a eseguirne la dissezione.

”..Oh vi sono alcune disgraziate famiglie gettate nel mondo come un branco di uccelli su una fornace rovente: si scottano dappertutto, e di lì a poco muoiono soffocate, ecco il loro destino”.

La sua presenza, un’ombra silenziosa, diventa improvvisamente tangibile per i compagni di studi che sembrano accorgersi di lui e delle sue capacità in campo medico, riscuotendo finalmente rispetto e visibilità, nonostante gli abiti vecchi e logori, consapevoli che non tutti possono fare affidamento su famiglie agiate. Gaetano oltre ad essere povero, sconta anche l’infamia di un padre morto sul patibolo per un grave delitto e, saranno circostanze inaspettate, che lo porteranno a scoprire quale verità si celi dietro l’esecuzione del genitore e a trovare la possibilità di riscattarsi. Accanto alla vicenda di Gaetano, l’autore narra anche le vicissitudini di una coppia della nobiltà che si muove tra la corte napoletana e i ricchi salotti parigini, circa vent’anni prima. Per il marchese Rionero e la bellissima Albina de Saintanges, sembra che la strada proceda tutta in pianura: amati e benvoluti da tutti, prodighi di aiuti e di beneficenza nei confronti di chi ne ha bisogno.

Là dove la vita della famiglia Pisani è stata sempre a contatto con le difficoltà quotidiane, con i bassifondi e l’impossibilità di essere sereni, per la famiglia Rionero il sole brilla sempre e ancora di più quando la loro unione sarà allietata dalla nascita di una bambina, Beatrice:

La bambina era la più bella, la più aggraziata e la più gentile che era mai venuta al mondo. Biondi come tanti anelletti d’oro aveva i capelli, rosee le guance, e gli occhi pieni di tanta dolcezza che erano malinconici per quell’età così infantile..”.

Come spesso accade la felicità non dura in eterno e durante un furto, Albina sarà uccisa e per shock, Beatrice perderà la vista. Nonostante il passare degli anni, il marchese Rionero non si è mai arreso alla possibilità che sua figlia un giorno possa recuperare la vista e saputo della presenza a Sorrento di un illustre medico inglese, Oliviero Blackman, non indugia a chiederne un consulto. L’incontro tra medico e paziente, farà scoccare l’amore nel cuore arido del dottor Blackman e innescherà una serie di eventi che sveleranno al lettore mille particolari della vicenda di Gaetano Pisani e di Beatrice, la bella cieca di Sorrento.

Come se stesse assistendo a una rappresentazione teatrale, il lettore vede delinearsi una vicenda che se dapprima sembra procedere in modo abbastanza scontato immaginando una voglia di rivincita e rivalersi contro la sorte avversa, cambia improvvisamente registro per farsi fosca, intrisa di sangue, vendetta e passione. Tutti i sentimenti sono portati all’eccesso: la vendetta diventa estrema, la passione devasta gli animi, macera i cuori in un sentire che è lontano dal nostro consueto esprimere. Tuttavia questi sentimenti eccessivi permettono a Mastriani di aprire una finestra sugli animi dei suoi personaggi, di conoscerli nel profondo, sia in senso positivo sia negativo. In una sorta d’immaginaria divisione tra “buoni e cattivi” ognuno occupa il suo posto ma attenti, poiché l’autore scombina ancora le posizioni facendo intervenire la Provvidenza che piega al perdono anche gli animi più inflessibili.

Un’arcana legge di Provvidenza regola il mondo. La Scienza umana, la Ragione e la Filosofia hanno confessato la loro nullità a dispetto di quest’ altissimo mistero e la loro impossibilità a spiegarlo”.

Dividendo immaginariamente il romanzo in due parti, nella prima la penna di Mastriani si sofferma nel dipingere la realtà in cui si dibatte il suo protagonista. Bastano poche parole per disegnare subito un ambiente, cominciando da “la meschina candela” che non riesce a illuminare ma delinea solo ombre, oppure “le pareti della camera che lottano fra il bianco e il nero” e ancora i vicoli di quella Napoli “dove l’occhio e il pensiero dell’opulenza penetrano di rado”. La seconda parte indulge a descrizioni più lievi, piene di luce e di bellezza, quasi a contrastare la realtà che la Beatrice non può vedere…

Si direbbe che la natura voglia prendersi lo spasso di mostrarvi l’una dopo l’altra, con incessante varietà, le sue scene teatrali. E ci saranno dei momenti in cui avrete bisogno di richiamare tutta la vostra coscienza per non credere di essere sotto l’impero di un sogno incantevole, per non reputare dipinte scene di tanta bellezza”.

Gaetano non è bello e la sua presenza accanto alla diafana ed eterea Beatrice crea un contrasto che sembra esprimere la diversità degli ambienti da cui entrambi provengono. Chi è Oliviero Blackman? Riuscirà il famoso dottore a donare nuovamente la vista a Beatrice? Sposerà la bella e dolce Beatrice? Quale sarà il destino di Gaetano e di tutti gli altri coinvolti in questa vicenda? Vale la pena di fare un tuffo nel passato e leggere questo romanzo che è sì figlio del suo tempo ma ancora valido per sorprendere i lettori con l’intrico della sua trama e i valori eterni che trasmette di riscatto sociale, di perdono, di amore, di altruismo.

Trama

1840. Nelle sale di anatomia dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, Gaetano Pisani, studente di medicina, si improvvisa professore di fronte al corpo di sua sorella Caterina, morta di tubercolosi. Ai presenti racconta una storia di povertà e malattia che gli fa conquistare la stima di tutti. Il giovane, determinato a diventare un noto e ricercato medico, porta su di sé la vergogna e l’infamia per la morte di suo padre Nunzio, impiccato per furto e assassinio, e cerca in tutti i modi un riscatto sociale e morale. Ma il destino gli scompiglia le carte: l’incontro con Beatrice, una giovane e bellissima donna divenuta sfortunatamente cieca, lo mette di fronte a una nuova verità e il suo piano di riscatto si tramuta in vendetta. Un intricato romanzo a tinte gialle e fosche ma allo stesso tempo ricco di suggestioni sentimentali. Tra i più noti della produzione di Francesco Mastriani, scrittore definito da Croce “il più notabile romanziere del genere”, “La cieca di Sorrento” ha goduto di un successo strepitoso e ora ritorna nelle librerie per essere ancora apprezzato dai lettori di oggi.

Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.