Recensione a cura di Martina Sartor
“Sono Mildred Harnack […] Mildred Fish Harnack. Moglie, sorella, zia. Scrittrice, studiosa, insegnante. Combattente della resistenza. Spia. Non dimenticarmi”.
Siamo nel novembre 1942 e Mildred Harnack, americana di nascita, sposata con un tedesco, è detenuta nell’Hausgefängnis, il famigerato carcere del quartier generale della Gestapo in Prinz-Albrecht-Strasse a Berlino. Perché? Come mai un’americana è prigioniera della Gestapo?
Il libro di Jennifer Chiaverini è ispirato alla storia vera di Mildred e dei suoi compagni della resistenza, gruppo noto come “Rote Kapelle, Orchestra Rossa, per la “musica” illegale che trasmettevano ai nemici del Reich”: Mildred; il marito Arvid, economista che lavorerà nel ministero dell’economia dei nazisti, riuscendo così a trafugare preziose informazioni; Greta Kuckoff, amica di Mildred che fino alla fine si spenderà per la causa; l’ebrea Sara Weitz, studentessa di letteratura; Martha Dodd, figlia dell’ambasciatore americano a Berlino William Dodd.
Nel 1929 Mildred, studentessa di letteratura del Wisconsin, si innamora del tedesco Arvid, studente di economia all’Università del Wisconsin. Quando Arvid decide di rientrare in Germania, i due si sposano e Mildred lo segue, con una decisione che condizionerà per sempre la sua vita. Incentrato soprattutto sulla storia delle donne del güruppo, il libro alterna i capitoli dedicandoli a ciascuna di loro, come indicano i titoli: Mildred, Greta, Sara, Martha. La nascita del nazismo e la sua ascesa vengono raccontate dal punto di vista degli intellettuali, quali sono Mildred e i suoi amici. Vediamo come essi restino prima perplessi di fronte all’ideologia nazista e poi sempre più sconvolti, fino a decidere di creare un gruppo di resistenza con l’intento di cambiare la prospettiva ideologica del popolo tedesco. Ecco come all’inizio uno di loro parla di Hitler:
“Poi arriva quest’uomo chiassoso e arrabbiato – aveva detto Natan – che promette di riportarli a una mitica età dell’oro fatta di prosperità, giurando di punire i nemici della Germania per averli offesi. Alcune persone si lasciano abbindolare. In questo caso, moltissime.”
L’ascesa di Hitler è inarrestabile e nel 1933 diventa cancelliere del Reich, fra lo sconcerto degli intellettuali che fino ad allora non hanno creduto la cosa possibile e che anche in seguito, per molto tempo, continueranno a credere possibile un cambiamento. Emblematico è il discorso del 1° febbraio alla radio di Dietrich Bonhoeffer, il famoso teologo, cugino di Arvid Harnack:
“Un Führer può essere idolatrato dai suoi seguaci. Nella loro devozione assoluta, questi possono creare un clima che amplifica la sua percezione della propria autorità. Ciò va impedito a tutti i costi, altrimenti colui che dovrebbe guidarci nella giusta direzione ci condurrà, prima o poi, sulla strada sbagliata. […] Sono da temere coloro che considerano il Führer una creatura superiore, più in alto dell’essere umano, onnipotente e privo di vincoli. Il Führer deve tenere presente che invece il suo compito è servire la nazione. L’individuo risponde anzitutto a Dio. Per la maggior parte di noi è ovvio, ma ora è nato un movimento per spodestare Dio, un complotto per insediare il Führer come autorità suprema della nostra vita. Se dovesse succedere…”
Improvvisamente le trasmissioni radio si interrompono e questo è il primo segnale della censura nazista. Da qui in poi le cose precipitano: l’incendio del Reichstag viene attribuito ai dssidenti comunisti e agli ebrei e diventa un pretesto per cancellare molti diritti civili: inviolabilità personale e della proprietà privata, liberta di espressione e di stampa e così via. Molti intellettuali, soprattutto ebrei e comunisti, fuggono dalla Germania, mentre i loro libri vengono bruciati in piazza in molte città tedesche, in quella che Bonhoeffer chiama “l’oscurità dell’intolleranza e dell’ignoranza, più pericolosa della notte più buia”.
Mildred e Arvid assistono attoniti a questi avvenimenti, ma si rifiutano di accettarli passivamente e decidono che continueranno ad impegnarsi attivamente per portare avanti le loro convinzioni più profonde. Attraverso i pensieri e le parole di Mildred anche il lettore si trova immerso nell’orrore e rabbrividisce assieme a lei. Il finale di questo capitolo, uno dei più importanti per capire il senso di tutto il libro, è agghiacciante sia per Mildred che per il lettore: “Dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.”
Nonostante la lunghezza del libro e la mole degli avvenimenti narrati (dall’avvento di Hitler alla fine della II^ Guerra Mondiale), la lettura scorre molto veloce: lo stile dell’autrice è sempre accattivante, semplice ma non semplicistico. La bravura dell’autrice sta nel far scorgere al lettore il senso della Storia con la S maiuscola nelle storie personali di Mildred, Greta, Sara e gli altri. Seguiamo le loro vicende con angoscia crescente, ben sapendo ormai come andranno le cose per la Germania, per i tedeschi e per gli ebrei.
La reazione della Gran Bretagna è tardiva e la sua indecisione favoriscono Hitler nell’avanzata in Danimarca e Norvegia, finché Chamberlain non viene esautorato e diventa Primo Ministro Winston Churchill. Famosissimo il suo discorso del luglio 1940, citato anche nel libro:
“Andremo avanti fino alla fine. Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e sugli oceani, combatteremo con fiducia crescente e con forza crescente nell’aria, difenderemo la nostra isola a qualunque costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo nei luoghi di sbarco, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline; non ci arrenderemo mai.”
Il lavoro di spionaggio della Rote Kapelle a favore dell’Unione Sovietica, nel tentativo di impedire l’avanzata di Hitler e del suo esercito, apre una prospettiva particolare sui rapporti fra Germania e Unione Sovietica e sull’andamento della famigerata Operazione Barbarossa iniziata nel 1941. Viene evidenziato anche l’immobilismo degli Stati Uniti che, fino all’attacco di Pearl Harbor da parte dei giapponesi, non entreranno nel conflitto ormai di portata mondiale.
La sorte delle Donne dell’Orchestra Rossa diventa sempre più incerta e ognuna di loro seguirà un percorso diverso, che sta al lettore scoprire nella lettura concitata, a tratti straziante, dei capitoli finali. Il significato profondo della loro storia sta nei pensieri finali di una di loro, sui quali la riflessione non può non continuare anche dopo la chiusura di questo libro intenso, lungo ma intenso:
“… si sarebbe assicurata che, quando i figli dei suoi amici fossero stati abbastanza grandi, capissero cosa avevano fatto i loro genitori, e perché. Avrebbero compreso quanto fossero stati coraggiosi […] per una nobile causa, per la libertà, per la fine dell’oppressione, per lottare a nome di coloro che non potevano.”
Trama
1929.
Mildred Fish, una ragazza del Wisconsin, ha appena sposato Arvid Harnack, un brillante economista tedesco, e si è trasferita in Germania lasciandosi tutto alle spalle, inseguendo il sogno di un roseo futuro. Nella scintillante Berlino degli anni Trenta la coppia ha una vita felice, piena di amore e nuove amicizie, ed entrambi si immergono in appaganti esperienze di lavoro. Ma l’ombra del violento partito capitanato da Hitler, che di anno in anno raccoglie sempre più consensi, si estende minacciosa e irrefrenabile.
Mildred decide di non sottomettersi alla dittatura del Führer. Così crea un gruppo di resistenza con Martha Dodd, la vivace e anticonvenzionale figlia dell’ambasciatore americano, Greta Kuckhoff, un’aspirante sceneggiatrice tedesca, e Sara Weitz, una studentessa di letteratura.
Insieme, le quattro donne accettano di rischiare la loro vita per raccogliere informazioni sensibili da giornalisti, ufficiali militari e funzionari del Partito nazista. Per anni combattono una silenziosa guerriglia clandestina con lo scopo di sabotare il Terzo Reich, cercando di rimanere nell’anonimato e proteggersi a vicenda. Ma quando un segnale radio viene intercettato dai nazisti, il loro gruppo si trova all’improvviso in grande pericolo…
Ispirato a un evento storico realmente avvenuto, Le donne dell’Orchestra Rossa racconta la vita di una donna coraggiosa, determinata a combattere per la libertà e la giustizia.
Dopo L’incantatrice dei numeri e La sarta di Mary Lincoln, Jennifer Chiaverini racconta con il suo stile elegante e coinvolgente un’indimenticabile storia di resistenza e sorellanza.