E da voi, è passata la Befana?
Siamo al culmine delle feste natalizie, giunti a quella “Epifania, tutte le feste porta via”.
Chi non conosce questo detto, ma qual è il suo vero significato?
Il detto deriva da una credenza: in passato, durante il 6 gennaio, le persone usavano creare un fantoccio con le sembianze di una vecchia vestita di abiti vecchi e logori (la Befana, appunto) che rappresenterebbe il concetto di anno vecchio, vissuto, consumato – o per altri, la povera e poco generosa natura invernale – . Il fantoccio così realizzato veniva poi bruciato, a simboleggiare il saluto all’anno passato e l’apertura al nuovo anno.
Ma c’è da dire che la Befana come la intendiamo noi, ovvero la vecchia che vola sulla scopa e che porta dolciumi – o carbone – e giocattoli, è una tradizione – e una rappresentazione – solo italiana, poi diffusasi anche all’estero, anche se in maniera minore.
La parola Befana è stata coniata nel XV secolo circa e il suo personaggio è nato forse in seno ad antichi riti propiziatori pagani, poi ereditati dai Romani.
Perché vola sulla scopa?
Nelle dodici notti successive al solstizio d’inverno, in un periodo dedicato alle celebrazioni per la rinascita della natura, si credeva che misteriose figure femminili volassero sui campi per propiziare i futuri raccolti, guidate da Diana (la dea lunare della caccia e della vegetazione) o da Sàtia (una divinità minore legata al concetto di sazietà). Da qui, dunque, deriverebbe il mito della “donna volante” sul manico di scopa.
Come festa in sè, è in realtà la festa dei Re Magi (di cui abbiamo parlato in questo articolo), chiamata Festa dell’Epifania ed è la Seconda Festa più Antica molto probabilmente la seconda, dopo la Santa Pasqua. Le suo origini nascono in Oriente e da qui transita in Occidente a partire dal IV secolo.
La Chiesa celebra tre manifestazioni (questo il significato della parola Epifania) della vita di Gesù: l’Epifania dinanzi ai Magi d’Oriente (manifestazione ai pagani), Epifania del Battesimo del Signore (manifestazione agli Ebrei) e l’Epifania delle Nozze di Cana (manifestazione ai suoi discepoli). E si dice che inizialmente i cristiani commemorassero le tre epifanie lo stesso giorno. Mentre attualmente la Chiesa Cattolica celebra le tre epifanie in diversi momenti del calendario liturgico e durante la Festa della Epifania (o dei Re Magi) Dio si rivela e si fa conoscere.
Perché si celebra il 6 gennaio?
Alcuni studi sostengono che l’Epifania fu fissata il giorno 6 di Gennaio perché in questo giorno si celebrava la nascita di Aione, dio patrono della metropoli di Alessandria d’Egitto, apparentemente legata al dio sole. Inoltre, perché fin dai tempi antichi in Egitto, il solstizio d’inverno veniva celebrato il 6 di Gennaio.
Secondo altri, invece, si celebra il 6 gennaio in quanto, come dice Sant’Agostino (secolo IV e V) nei suoi sermoni sull’Epifania, i Re Magi arrivarono il 13° giorno dopo la nascita del Signore.
Cioè il 6 Gennaio del nostro calendario.
Che sia Festa dei Magi o Befana sulla scopa, di sicuro è un giorno da festeggiare e, perché no, lasciarsi andare a qualche rituale.
Conoscete la Benedizione della Casa all’Epifania?
È una usanza, spiegata nell’antico Rituale Romano, secondo la quale ogni 6 gennaio le famiglie scrivono sulla propria porta una serie di numeri e lettere. Una formula che varia ogni anno, ma che conserva comunque un formato prestabilito e un profondo senso cristiano inerente all’Epifania.
Si tratta di una tradizione nordica nata nel medioevo: i Cantori della Stella lasciano questa benedizione, in cambio ricevono offerte a scopo benefico, dolci o qualcosa di caldo da bere. La tradizione si è diffusa in Alto Adige e in molte zone d’Europa, molto meno invece in Italia.
Le lettere C, M e B rimandano alle iniziali dell’espressione latina Christus Mansionem Benedicat, che significa “Cristo benedica questa casa”. Tuttavia le lettere possono avere anche un secondo significato: C per Gaspare (in latino Caspar), M per Melchiorre, B per Baldassarre, ovvero i 3 Re Magi.
I numeri (20 all’inizio della formula, e 22 alla fine) si riferiscono all’anno: 2022. Ecco perché l’intera formula nel suo insieme varia ogni anno! Per l’anno in corso, scriveremo 20 all’inizio e 23 alla fine.
Infine, lettere e numeri sono uniti dal simbolo “+” che rappresenta la Croce di Gesù.
Prima di scrivere sulla porta i simboli della formula con un gesso, solitamente vengono cantati canti natalizi. Ricordatevi però che è necessaria l’assistenza di un sacerdote poiché il gesso deve essere benedetto.
Un rito che, come tanti, si divide tra sacro e profano, che lascia spazio alle leggende e ai rituali pagani, ma che, come la Befana che vola sulla scopa, ha sempre il suo fascino.… e la sua Storia da raccontare.