Recensione a cura di Roberto Orsi
Arsène Lupin. Ladro gentiluomo. Chi non conosce questo personaggio nato dalla fantasia dello scrittore francese Maurice Leblanc nella prima decade del XX secolo?
Sono state così tante le interpretazioni e rivisitazioni dei romanzi che in un modo o nell’altro a tutti è capitato di sorridere di fronte alle rocambolesche avventure di Lupin. Dalle tante trasposizioni cinematografiche, al fortunato cartone animato giapponese con protagonista uno dei suoi discendenti, o presunto tale: Lupin III. Fino all’ultima produzione Netflix che ha portato sullo schermo uno straordinario Omar Sy nei panni di un ladro del XXI secolo che si ispira ai più importanti episodi dei racconti di Leblanc.
In questo libro, edito da Einaudi per la collana Super ET, sono stati raccolti tre volumi dedicati alle avventure del ladro più famoso di tutti i tempi: Arsène Lupin, ladro gentiluomo – Arsène Lupin contro Herlock Sholmes – Le confidenze di Arsène Lupin.
“Non c’è una sola delle gesta del nostro “ladro nazionale”, come hanno avuto la compiacenza di chiamarlo, che non abbia avuto la più rumorosa pubblicità, non un’impresa che non sia stata studiata sotto tutti gli aspetti, non un’avventura che non sia stata commentata con quell’abbondanza di particolari serbata di solito ai racconti delle imprese eroiche”.
Maurice Leblanc si fa carico di raccontare le vicende di questo personaggio così particolare. Lo presenta come un buon amico che ricorda i tempi passati, che riavvolge il nastro della propria vita e regala allo scrittore dettagli che nelle inchieste ufficiali non erano stati rivelati. Leblanc ripercorre gli episodi grazie alle parole del protagonista principale. E lo fa con una narrazione che alterna romanzi e racconti.
Nato da una famiglia di nobili origini nel 1874, Lupin discende dal ramo dei D’Andrezy e per questa via è imparentato con la dinastia dei Dreux-Soubise. Questi ultimi legano il loro passato a un affare che in Francia creò scandalo e scalpore: l’affaire du collier del 1785, un evento che molti affermano contribuì a spianare la strada alla Rivoluzione di qualche anno dopo.
Il sangue truffaldino scorre nelle vene di Lupin, è nel suo DNA. E fin da piccolo inizia a progettare piccoli furti, crimini minori che delineano una mente diabolica capace di beffare l’investigatore più preparato.
Lupin vive nel e per il pericolo. Le sue parole sono chiare e restituiscono perfettamente il senso delle sue azioni, del suo vivere sempre sul filo del rasoio.
“È tutto nel pericolo, nella sensazione ininterrotta del pericolo. Respirarlo come si respira l’aria, distinguerlo intorno a sé, sentirlo che soffia, rugge, spia, si avvicina… e nel bel mezzo della tempesta, restare calmo, non tentennare.”
Sorprende come viva tutte le sue avventure con ironia, spavaldo e sprezzante di fronte agli ispettori di polizia che lo fronteggiano. Da una parte il francese Ganimard, che Lupin rispetta ma del quale non sembra preoccuparsi oltremodo, dall’altra l’inglese Herlock Sholmes. Quest’ultimo sembra essere colui che può dare più filo da torcere a Lupin. Intelligenza sopraffina, capacità di discernimento, collegamenti e soluzione di enigmi che vanno di pari passo con quelli del ladro gentiluomo.
L’ispettore d’oltremanica, che a quanto pare nelle prime edizioni doveva proprio essere Sherlock Holmes a cui poi venne modificato il nome dopo le proteste del suo creatore, è un evidente tributo a uno dei più grandi: l’inglese Arthur Conan Doyle, padre letterario dell’investigatore più famoso di tutti i tempi.
Leblanc porta sulle scene un duello tra due menti geniali, dove l’ultima mossa non è mai davvero scritta e il colpo di scena sempre dietro l’angolo. Gli angoli delle strade di Parigi dove il ladro trasformista mette a segno i suoi colpi.
“Lavorava per gusto e vocazione, certo, ma anche per diletto. Dava l’impressione di colui che si diverte alla commedia che ha fatto mettere in scena e, dietro le quinte, ride delle sue battute di spirito e delle situazioni che egli stesso ha inventato.”
Ed è proprio così che il lettore affronta le pagine dei romanzi con protagonista Lupin. Una commedia del passato, dalle atmosfere della Belle Epoque, in un momento storico in cui la distanza tra i nobili aristocratici e il popolo proletario diminuisce. Leblanc avvicina il lettore a quel mondo altolocato, che nell’immaginario collettivo è ricoperto di lusso e sfarzo, scoperchiando un vaso che nasconde istinti più bassi e debolezze.
Lupin colpisce anche famiglie benestanti, cerca i colpi che possano fare sensazione e notizia. E l’obiettivo non è nemmeno la ricchezza in quanto tale, bensì un desiderio di misurarsi con sé stesso e con chi gli dà la caccia. Un ladro gentiluomo che non esita a risarcire i malcapitati nel momento in cui lo ritiene necessario. Un ladro che rifugge la violenza.
Stupisce per la grande ironia di Lupin anche nelle situazioni più burrascose, nei momenti in cui sembra avere la peggio, non perde la calma perché sa di trovare una strada. Sfuggente, enigmatico, istrionico e trasformista, Lupin non lascia mai nulla per scontato. Tutto è pianificato a livello maniacale al punto da suscitare una sorta di ammirazione anche da parte di Ganimard e Sholmes.
Un libro che avvia le avventure di Lupin al quale ci si appassiona proseguendo nella lettura e scoprendo sempre maggiori dettagli sul suo passato. Racconti che procedendo nella serie assumono sempre maggiore respiro storico e internazionale, coinvolgendo anche personaggi di spicco della società del tempo.
Ci si ritrova ben presto a non tifare né per una parte né per l’altra: non ci sono buoni e cattivi nel vero senso della parola. C’è la voglia di scoprire “cosa si sarà inventato questa volta Lupin?”, lì si concentra la lettura, in attesa di quel colpo di scena, di quel coup de theatre che non può mancare.
Maurice Leblanc è un autore classico che, benchè meno considerato rispetto ad altri grandi scrittori del passato come Alexandre Dumas, ci ha lasciato un personaggio unico che entra di diritto nei grandi della letteratura.
“Il suo mondo è sospeso a metà tra il mito e la storia, tra cronaca e leggenda. Il suo universo è popolato di favolosi avventurieri che si danno appuntamento da un secolo all’altro mutando aspetto e identità ma rimanendo, a conti fatti, sempre gli stessi.”
Trama
Ironico, raffinato, insolente, leggero, trasformista, enigmatico, Arsène Lupin è il ladro gentiluomo che ha saputo trasformare il furto in un’opera d’arte. Passaggi segreti, casseforti inviolabili, gioielli reali, impenetrabili castelli: nessun ostacolo ferma l’affascinante principe dei ladri che in ognuna delle sue avventure dà prova di fascino e di astuzia, mettendo a segno le imprese più audaci, assumendo le identità più eclettiche, utilizzando le strategie più rocambolesche. Un tourbillon di colpi sensazionali che trascina il lettore in un labirinto di trame e di misteri. Arsène Lupin, ladro gentiluomo, Arsène Lupin contro Herlock Sholmes e Le confidenze di Arsène Lupin: in questo volume sono raccolti i racconti che hanno reso famoso il grande avventuriero dalla morale ambigua che da oltre un secolo intriga e conquista la fantasia di lettori, registi e spettatori. Introduzione di Monica Dall’Asta.