Oggi il salottino di TSD ospita un autore tra i più apprezzati in Italia e non solo in ambito storico. Nello scorso mese di Novembre è uscito in libreria il suo ultimo romanzo e noi abbiamo chiesto a Matteo Strukul di rispondere a qualche nostra domanda.
Buongiorno Matteo e intanto grazie di essere qui con noi! Un nuovo romanzo targato Newton Compton Editori, “Tre insoliti delitti”: come è nata questa storia e perché hai voluto raccontarla?
Grazie a te Roberto. Mi piaceva l’idea di affrontare di nuovo il Medioevo dopo Dante Enigma ma sapevo anche che intendevo farlo con un taglio più avventuroso e meno legato agli obblighi della Grande Storia. Un romanziere ha bisogno di poter inventare, anche, e una vicenda come questa che ha per protagonista un cavaliere esorcista rimanda dritti al medioevo fantastico di Sir Gawayn e il cavaliere verde – giusto per spiegare da che parte siamo – al folklore di quel tempo, alle vite dei santi, uno su tutti: San Nicola di Bari.
Come hai già anticipato, questa volta il romanzo è ambientato in epoca medievale. Siamo nel 1199, nel regno di Sicilia che vede splendere l’astro nascente di Federico II di Svevia. Cosa ci puoi raccontare di quel periodo storico?
Amo il medioevo. Non aspiro alla perfezione del medievalista, non è il mio mestiere. Io sono un romanziere. E voglio poter osare. Il Medioevo è il periodo perfetto per poter mescolare il folklore al fatto, la realtà alla leggenda, alla fiaba, al racconto.
In questo è, a mio giudizio, un periodo unico nel suo genere. Penso a Giovanna d’Arco che sentiva la voce di Dio o ai miracoli di San Nicola. O a San Giorgio e il drago. Detto questo, Bari era stata fino a un secolo prima del 1199 la sede del Catapanato d’Italia. Il Catapano era l’autorità che aveva il controllo di tutti i possedimenti bizantini in Italia. Venne poi strappata ai Bizantini dai Normanni. Distrutta da Guglielmo il Malo, cadde poi in mano degli Svevi. Ma questo passaggio non fu automatico. Alla fine del dodicesimo secolo si aprì una crudele lotta per la discendenza, che coinvolse Costanza d’Altavilla, il pontefice Innocenzo III e Marcovaldo di Annweiler, vicario imperiale. Il mio romanzo parte da qui.
Il protagonista del romanzo è il cavaliere templare Kaspar Trevi, chiamato a indagare sugli insoliti delitti richiamati dal titolo. Ti sei ispirato a una figura in particolare per descriverne le gesta?
Confesso di aver scritto questo romanzo perché volevo pubblicare una storia che omaggiasse un mio grande amore di gioventù: LadyHawke di Richard Donner, uno dei film che mi ha cambiato la vita. Non solo per la bellezza della storia ma proprio per le atmosfere. Senza contare che tutte le location di quel film erano italiane: da Torrechiara a Rocca Calascio.
Poi, adoro il Natale. E volevo regalare alle mie lettrici e ai miei lettori un romanzo natalizio. Che però potesse essere letto tutto l’anno. In più ero affascinato dalla figura di San Nicola e dalla “corsa alle reliquie”. E dal folklore nordico dei Krampus. Kaspar Trevi è un po’ Navarre, un po’ Sir Galvano, un po’ Bernardo di Chiaravalle, un po’ Tristano, un po’ Lancillotto del Lago.
Perché, secondo te, i Templari ancora oggi affascinano così tanto gli appassionati di Storia e ritornano regolarmente nei racconti letterari?
Non saprei. Personalmente adoro i Teutonici e gli Ospitalieri ma credo che i Templari abbiano avuto una vicenda incredibile perché divennero talmente potenti da finire sotto processo e, dopo lo scioglimento dell’Ordine, subire una damnatio memoriae. Secondo me è la rivincita della Letteratura sulla Storia. Una sorta di “risarcimento” che i romanzieri, in modo più o meno cosciente, hanno deciso di tributare loro.
Qual è il pensiero di Matteo Strukul sul mondo editoriale italiano e, in particolare, il filone della narrativa storica?
Penso che siamo in pochi a scrivere di storia e d’avventura, un po’ perché c’è molto da studiare e un po’ perché non sono in tanti a scommettere su un approccio classico. Da sempre leggo autori come Omero, Torquato Tasso, Victor Hugo, Honoré de Balzac, Alessandro Manzoni, Jane Austen, Alexandre Dumas, Heinrich von Kleist, William Shakespeare, Friedrich Schiller, Christopher Marlowe, Aleksandr Puskin, Edmond Rostand, Théophile Gautier, Lev Tolstoj, Emily Bronte, Ludwig Thieck, Mihail Sadoveanu, Mary Shelley, Robert Louis Stevenson, Thomas Hardy, John Milton, Henry James, Jack London, Herman Melville, Gaston Leroux, solo per citare i primi che mi vengono in mente.
Erano autori di romanzo storico? Non lo so. Di certo, alcuni di loro sceglievano un’ambientazione lontana dal loro tempo. La mia scrittura si nutre dei testi di autori e autrici come loro. Voglio che le mie storie suonino classiche e attuali a un tempo. Non ragiono troppo in termini di genere anche se è un fatto che poi i miei romanzi siano indubbiamente legati a periodi come Medioevo, Rinascimento, Settecento Veneziano. Spero di scrivere delle buone storie. Letteratura.
Oltre a scrivere tantissimi romanzi, negli ultimi anni ti sei dedicato anche al teatro con la partecipazione alla realizzazione del Musical Casanova Opera Pop su questo intrigante personaggio. Ci racconti un po’ di questa esperienza? Quando potremo rivedere il musical a teatro?
Il musical Casanova Opera Pop è tratto dal mio romanzo Giacomo Casanova, la sonata dei cuori infranti. Da alcuni anni, Red Canzian voleva scrivere un’opera teatrale sul grande avventuriero veneziano. Quando ha letto il mio romanzo se n’è innamorato e mi ha telefonato. Ci siamo incontrati e mi ha detto quali erano i suoi intendimenti. Insieme a lui abbiamo steso in poco tempo l’intera sinossi dell’Opera con gli opportuni adattamenti.
A quel punto, nel giro di un mese, lui ha scritto oltre due ore di musiche straordinarie. Una melodia più bella dell’altra. Me le ha fatte ascoltare. I miei personaggi e la mia storia lo avevano ispirato. Gli avevano aperto la porta al mondo che voleva mettere in musica. Ho poi conosciuto Miki Porru, l’autore dei testi, che nel frattempo aveva letto il mio libro. Lui ha fatto un lavoro meraviglioso nell’adattare il romanzo alle liriche. Io ho poi scritto tutti i recitativi d’opera. Per farlo, mi sono letto i libretti di Lorenzo da Ponte e Francesco Maria Piave, entrambi veneti come me.
E poi Carlo Goldoni, il più grande autore teatrale del Settecento. Ed eccomi librettista! Red è stato un gigante perché non solo ha composto musiche incredibili ma insieme a Beatrix Niederwieser, sua moglie, ha prodotto un vero e proprio kolossal musicale-teatrale che ora è ripartito da Bolzano il 30 novembre 2022 con 60 date nei più importanti teatri italiani come il Malibran a Venezia, il Giorgio Gaber a Milano, il Brancaccio a Roma, l’Alfieri a Torino, il Politeama a Genova e molti altri.
Qual è il sogno nel cassetto di Matteo Strukul, se puoi e vuoi dircelo?
Mmmmmm… scrivere un grande dramma teatrale.