La storia della credenza è una storia antichissima: ha origine nel medioevo, ma di fatto, nasce nel Seicento circa in Emilia-Romagna come mobile per la stanza dei banchetti nelle case nobiliari. Originariamente era un semplice cassone basso e lungo su cui si disponevano i cibi prima di offrirli ai commensali.
Con l’avvicendarsi dei secoli, la credenza ha avuto una lunga evoluzione e assunto varie forme: con ante, vetrine, cassetti e ripiani per riporre piatti, bicchieri, utensili da cucina e conservare gli alimenti. Come oggi, anche all’epoca la credenza veniva utilizzata per mettere in bella mostra i servizi preziosi, l’argenteria, le porcellane, le bottiglie pregiate, finanche lavori di oreficeria. Sembra che il numero dei ripiani di una credenza corrispondesse al titolo nobiliare del proprietario: due se era un barone, tre se era nella casa di un conte, quattro per un principe.
Ma perché la “credenza” si chiama così?
Il suo nome deriva da un rituale: il “servizio di credenza”, che si teneva sistematicamente in tutte le case nobiliari dal XVII secolo in poi. In un’epoca in cui erano frequenti gli avvelenamenti a tavola, studiati per togliere di mezzo avversari o “risolvere” problemi e conflitti, i più facoltosi si avvalevano del “mastro credenziere”, ovvero un servitore addetto appositamente all’assaggio preventivo delle pietanze, per verificare (e se rimaneva in vita, attestare) che non fossero nocive.
Vestito con una livrea particolare a distinguerlo dagli altri servitori, entrava nella sala del banchetto e si metteva a fianco del mobile dove erano stati disposti tutti i piatti con i cibi e assaggiava tutte le portate prima che fossero servite nel corso del ricevimento. In genere, il maestro, al termine della degustazione di tutti i piatti esclamava “Signori, vi è stato offerto servizio di credenza” dando così “credenza” ovvero creando convincimento nei commensali circa la bontà dei cibi offerti, ma soprattutto che il proprio Signore non aveva intenzione di avvelenare qualcuno dei commensali.
E il buffet?
Per noi oggi il buffet è un banchetto al quale ci serviamo liberamente, ma un tempo era, in pratica, l’antesignano della credenza, ovvero un mobile atto alla conservazione di alimenti e stoviglie, ma anche destinato all’esposizione, sui suoi ripiani, delle pietanze per gli invitati durante i banchetti.
Il suo nome deriva da Pierre Buffet, cuoco alla corte di Francesco I di Francia. Dovendo spostarsi spesso insieme al suo re, ideò e realizzò una grande cassa che consentiva di trasportare in maniera agevole alimenti, bevande, utensili da cucina e tutto quanto necessario a servire i pasti, ovunque si trovassero, al sovrano. Una volta aperta la cassa, la parte superiore si trasformava in una vera e propria tavola imbandita.
E voi, lo sapevate?