Articolo a cura di Roberto Orsi
Nel 1879 l’archeologo Heinrich Schliemann, impegnato negli scavi per riportare alla luce le rovine di Micene, scoprì una tomba incredibile, un momento di rara bellezza con un ricchissimo corredo funebre. Da un esame dell’architettura della tomba e di ciò che conteneva, l’architetto valutò di essersi imbattuto nella tomba di Atreo, re di Micene e dei suoi figli Agamennone e Menelao. Per questo la tomba oggi è conosciuta anche come Tesoro di Atreo, costruito in età micenea tra il 1350 e il 1250 a.C., un periodo che gli studiosi identificano con il Tardo Elladico.
Le tombe a tholos rappresentano una delle testimonianze più significative e interessanti della cultura micenea del periodo medio (1500-1400 a.C.). Il tesoro di Atreo risulta essere posteriore a quella “di Egisto e di Clitennestra” collocate tra il XV e il XIV secolo a. C.
Il monumento si trova sulla collina di Panagitsa, a circa cinquecento metri dalla cittadella di Micene.
Il corridoio esterno che porta al thólos viene chiamato drómos. Un corridoio che in questo caso è lungo 36 metri e largo 6.
In origine l’entrata doveva presentare una porta a doppio battente inserita tra due semicolonne in pietra verde decorate a rilievo. L’uso di elementi megalitici all’entrata e la muratura rivestita in modo curato sono caratteristiche distintive di questo splendido monumento.
La facciata è decorata con diversi materiali. Parte delle decorazioni scolpite sono oggi conservate nel British Museum a Londra e nel Museo Archeologico Nazionale ad Atene.
La tomba ha una dimensione molto grande e grazie alla metodologia di costruzione adottata dagli antichi, è riuscita ad arrivare fino ai giorni nostri in ottime condizioni. Sopra la porta principale vi è uno spazio triangolare vuoto, che una volta era occupato da una pietra scolpita. Questo spazio aveva il compito di scaricare il peso della copertura sui piedritti della struttura e avrebbe consentito alla stessa di resistere in caso di terremoto.
Parzialmente scavata nella roccia, l’ambiente della tomba è composto da un vano circolare (thólos), su cui si apre la camera funeraria contenente il sarcofago e il corredo funebre. Nella camera laterale l’archeologo Stamatakis, durante i lavori di scavo eseguiti nel 1876, rinvenne una tomba a fossa.
L’interno è qualcosa di incredibile se pensiamo a quando è stata costruita: un ambiente che conta circa 14m di diadetro e un’altezza di 13m.
La cupola della tomba ha una forma molto particolare: si tratta di una “falsa cupola”, un cono composto da diversi blocchi di pietra squadrati e disposti in cerchi concentrici, che si restringono a mano a mano che si sale verso l’alto. Il modo perfetto in cui le pietre sono state disposte e la loro superficie levigata danno l’illusione di trovarsi di fronte a un soffitto a volta.
Dall’esterno è possibile salire sopra la cupola della tomba, ed è proprio come salire una collina con un ottimo punto di vista panoramico dall’alto. Rivolgendo lo sguardo verso sud è possibile riconoscere il profilo della collina Palamidi che s’immerge nel mare.
Se volete saperne di più e vedere anche qualche immagine molto suggestiva oltre ad avere alcune informazioni specifiche sulle tombe di età micenea, vi lascio di seguito un video esplicativo della Dott.ssa Raffaella Arpiani, insegnante di storia dell’arte ed ex copywriter del Liceo Tenca di Milano (Liceo Musicale, Linguistico, Scienze Umane).
Non riesco a sapere da che anno è aperta al pubblico
Ci sono stata la settimana scorsa e nemmeno le guide sono state in grado di rispondere alla mia domanda
Grazie
Gentilissima Annamaria, grazie per il commento. In effetti nemmeno noi siamo riusciti a risalire all’anno di apertura al pubblico del Tesoro di Atreo. Mi dispiace.
Grazie per essere arrivata al nostro sito e aver cercato informazioni dopo la visita che, immagino, sarà stata emozionante!