A circa 3500 anni fa!
Già ai tempi dei faraoni le donne sapevano eseguire dei test di gravidanza con il 70% di attendibilità! Ed erano pure in grado di svelare il sesso del nascituro.
Una bufala di TSD? Niente affatto! È quanto emerge da uno studio condotto all’Università di Copenaghen dall’egittologo Kim Ryholt, a capo della Collezione dei Papiri di Carlsberg.
Il suo team, nel completare la traduzione di uno di questi papiri – per l’esattezza il papiro Edwin Smith, il documento che parla di chirurgia più antico al mondo risalente a ben 3.500 anni fa – ha scoperto in che cosa consistesse il test: la donna doveva urinare in un sacchetto contenente orzo e in un altro con del farro e poi attendere qualche giorno. Se l’orzo avesse iniziato a germogliare, il nascituro sarebbe stato un maschio, mentre se a germogliare fosse stato ll farro, sarebbe nata una bambina.
Se invece non cresceva nulla, facile intuire che il test era negativo e la donna non era quindi in dolce attesa.
Il test naturalmente ha una logica scientifica alla sua base, ovvero la reazione chimica dei semi con gli estrogeni, ma gli antichi egizi non conoscevano gli ormoni e le loro funzioni e non avevano compreso le basi scientifiche di questo test, erano arrivati a trarne i risultati in modo empirico.
Questo tipo di test di gravidanza venne ripreso dagli antichi Greci, dai Romani e fu incluso perfino in un testo sul folklore germanico del XVII secolo.