Recensione a cura di Luigia Amico
“Noi non lottiamo contro il fiume. Noi lo superiamo.”
Considerato il simbolo storico di New York, il ponte di Brooklyn ha rappresentato per molti anni il ponte sospeso più grande al mondo. Con i suoi 1825 metri di lunghezza, è una vera opera di ingegneria conosciuta in tutti i continenti: chi non vorrebbe passeggiare sospeso sulle acque del fiume Est River e incantarsi di fronte alla magia del tramonto che colora la Grande Mela?
Ma soprattutto quanti di noi conoscono la storia della costruzione del ponte che collega l’isola di Manhattan al quartiere di Brooklyn?
Grazie a Tracey Enerson Wood e alla sua abile penna il lettore verrà trasportato lì dove tutto è iniziato e dove la prima pietra è stata posata…
La Guerra di Secessione non accenna a volgere al termine e continua a scuotere gli animi ormai allo stremo; si decide di organizzare un ballo in un ospedale da campo per regalare qualche ora di svago e presunta leggerezza ai soldati. Una delle invitate al ballo sarà una giovane ragazza, Emily Warren, inconsapevole che di lì a poco la sua vita sarebbe cambiata per sempre diventando la donna che ha permesso la realizzazione di un progetto tanto impensabile quanto ambizioso.
Emily viene presentata al capitano Washington Roebling e tra un ballo e uno sguardo rubato i due giovani capiscono che non potranno più separarsi. Lei determinata nella sua lotta a favore dei diritti delle donne, lui altrettanto determinato nella realizzazione e costruzione di ponti.
Sarà proprio grazie a Emily se oggi possiamo ammirare una costruzione maestosa e inimmaginabile per l’epoca. Il sogno dell’amato Wash diventerà il suo quando quest’ultimo si ammalerà e non potrà seguire da vicino i lavori di costruzione; prima messaggera e portavoce di direttive tra il marito e gli operai, con il passare del tempo acquisirà tutte le competenze e le nozioni per poter proseguire sulle sue gambe e addirittura prendere decisioni in merito alle questioni relativi alla realizzazione del ponte.
“Il Grande Ponte lo chiamano. Un monumento, una fortezza, un miracolo. Forse solo io conosco la sua storia per intero, la fatica di costruirlo, i sacrifici che è meglio tenere segreti. Fra cent’anni qui potrebbe non esserci altro che un gigantesco cumulo di pietre a testimoniare l’enorme impresa: collegare una città tagliata in due da un fiume impetuoso. Ma forse il ponte si ergerà ancora orgoglioso con le sue torri avvolte nella nebbia, attraversato da migliaia di persone.”
Dovrà affrontare i pregiudizi e le ideologie maschiliste che la vorrebbero a casa ad accudire il figlio e il marito malato; Emily è consapevole che il suo essere donna è un limite quasi invalicabile che potrebbe porre dei freni alla sua intraprendenza e alla sua voglia di vedere realizzato il tanto agognato ponte, ma è testarda e combattiva e non si lascerà scalfire dagli insulti e dalle maldicenze e non si arrenderà neanche quando seri problemi rischiano di far saltare in aria il progetto. Riuscirà, non senza fatica, a conquistare la fiducia degli uomini impiegati nella lavorazione al cantiere, sarà lo sprone per quel marito ormai sopraffatto dalla malattia, sarà la madre amorevole per quell’unico figlio che ha ricevuto in dono.
Tracey Enerson Wood, grazie al suo romanzo, permette ad Emily di risplendere e di farsi conoscere per la grande donna quale è stata, non è più solo la moglie del famoso Washington Roebling ma è colei che è stata in grado di supervisionare la costruzione del ponte con professionalità, intelligenza e un pizzico di furbizia.
Osserveremo la protagonista di questo emozionante racconto nella sua evoluzione, nella sua forza e volitività, leggeremo le parole che descrivono il mai assopito desiderio di Emily di vedere un giorno concesso il diritto al voto alle donne e della continua lotta per realizzare il suo di sogno.
La struttura narrativa è ben impostata e di quelle che cattura l’attenzione di chi decide di intraprendere questo lungo viaggio; i personaggi sono caratterizzati nelle loro imperfezioni e debolezze restituendo figure realistiche ma soprattutto vere, al bando lo stereotipo di donna perfetta dedita al matrimonio: Emily sogna, piange, sbraita, si inalbera, lotta, cade e si rialza non senza graffi, Emily è umana, una donna con le sue debolezze e i suoi desideri da tenere nascosti.
La realizzazione del ponte viene descritta con minuzia di particolari, non mancano all’interno del romanzo nozioni prettamente tecniche che forse rallentano un po’ la lettura soprattutto a chi vuole aver ben chiaro i vari passaggi appena incontrati, leggendo di cassoni, bulloni, tiranti e quant’altro si ha la netta sensazione di partecipare alla costruzione e gioiremo quando finalmente la dolce Emily attraverserà per la prima volta il ponte sospeso.
“Il mondo si stendeva sotto di noi come se fossimo in paradiso. Come se non avessi bisogno di respirare o di reggermi in piedi da sola, perché il vento mi riempiva i polmoni e il cielo mi sosteneva.”
Trama
«E poi faremo l’impossibile. Collegheremo Brooklyn a Manhattan con il ponte più grandioso che si sia mai visto. Diventerà un’unica grande città». Washington, 1864. È un ballo in piena regola quello cui Emily Warren è invitata, anche se la festa si tiene in un ospedale militare, e gli invitati sono soldati infermi, feriti, con le gambe spezzate e il cuore in frantumi. Emily, come altre ragazze, è lì per offrire loro una serata diversa, in cui dimenticare per un attimo la guerra che infuria. Lei che, per il suo paese, vorrebbe fare ben altro. Lottare per le donne, per la loro libertà, per il diritto di voto ancora negato: è questo il suo sogno. Proprio quella sera, però, Emily s’imbatte in qualcun altro che sogna in grande. L’affascinante capitano Washington Roebling sta raccontando del suo progetto meraviglioso: finita la guerra, vorrebbe unire Manhattan a Brooklyn, costruendo un ponte così immenso da essere quasi impensabile. Innamorarsi di lui e del suo sogno è tutt’uno per Emily. Comincia così la storia di una donna straordinaria, che sceglierà di mettere da parte i suoi, di sogni, per seguire quello folle e impossibile dell’uomo che diventerà suo marito. E che, pur essendo una donna, quando lui si ammalerà, prenderà in mano la direzione dei lavori del cantiere più grande al mondo. Sfidare il cielo e le leggi della fisica non ha spaventato Emily Warren Roebling: e questo romanzo ne ripercorre l’incredibile vicenda storica e umana, portando alla luce la figura di una donna troppo a lungo oscurata dall’ombra del marito.