Accogliamo oggi nel nostro salottino delle interviste un’amica del nostro blog, autrice e traduttrice dal francese: Maria P. Mischitelli che il pubblico di TSD ha imparato a conoscere grazie alle traduzioni in italiano dei romanzi di Jean Paul Delfino
Buongiorno Maria P. e grazie per aver accettato questa nostra intervista! Inizio subito con il chiederti qual è la difficoltà maggiore che si incontra nel tradurre un romanzo storico?
Chiaramente, avere conoscenze sufficienti – anche senza essere esperti – del contesto socio-storico del romanzo. Quindi una cultura generale piuttosto ampia. Poi, per il resto, direi che la difficoltà maggior è come per un romanzo non storico : si tratta di trascrivere, o meglio riscrivere, il testo da tradurre nel modo più fedele possibile al testo di partenza, nella lingua di destinazione più adatta alla comprensione del lettore moderno, rispettando anche lo stile dello scrittore. Una specie di “tre in uno”, se mi consente l’espressione, in cui risiede tutta la difficoltà per il traduttore o la traduttrice, ma che contraddistingue una buona o ottima traduzione da una mediocre.
Parafrasando il buon Don Abbondio de “I promessi sposi”, potremmo dire: “Traduttore, chi è costui?”, perché spesso, troppo spesso, il traduttore non viene mai citato, né gli viene mai attribuita la giusta e doverosa importanza. Che cosa pensi di questo? Come vivi questa cosa?
Fortunatamente, questo statuto di traduttore “fantasma dell’autore” sta un po’ evolvendo e, con il tempo, viene riconosciuto maggiormente il lavoro del traduttore. Anche se c’è ancora molta strada da fare perché venga riconosciuto il ruolo essenziale di “costui” o “costei” per fare attraversare le frontiere alla letteratura. Colgo l’occasione per ringraziare TSD e Roberto Orsi per quest’intervista che contribuisce a far conoscere meglio l’arduo compito di chi traduce libri.
Che rapporto c’è, se c’è e laddove possibile, tra traduttore e autore e/o tra traduttore e casa editrice/editor?
Dipende molto dall’autore. In genere, si rendono comunque disponibili perché è anche nel loro interesse che, alla fine, risulti una traduzione meglio riuscita. Con la casa editrice, per quanto riguarda il traduttore, c’è interazione all’inizio e alla fine quando si tratta di correggere le bozze prima del visto si stampi, ovvero l’autorizzazione a procedere alla stampa o la pubblicazione del volume.
Per quel che mi riguarda, è andata diversamente, perché sono stata io a contattare varie case editrici italiane per proporre la traduzione di Assassini, proposta poi accettata dalla Elliot. Siamo in un periodo abbastanza particolare, in cui le CE vogliono correre pochi rischi, purtroppo, e sono restie sia alla pubblicazione nel proprio paese che sul mercato internazionale. Temo che il lavoro di editore stia cambiando e, salve alcune persone veramente appassionate di letteratura, stia diventando un business a danno dell’atto creativo.
Come è nata la collaborazione con Jean-Paul Delfino?
Prima di tutto è stato un gradissimo piacere collaborare con lui. Lui si rende molto disponibile ed è un autore, diciamo, molto alla mano. Temo che non sia sempre così, purtroppo, e mi ritengo fortunata che il destino o come direbbe Jean-Paul “les rivières souterraines”, ossia “i fiumi sotterranei’, ci abbiano fatto incontrare prima telefonicamente quando cercavo di mettere su una CE. Progetto al quale ho rinunciato per avere più tempo per scrivere e tradurre. Poi, ci siamo visiti nel 2018 durante il Salone del libro della mia città di Saint-Etienne.
“Assassini. L’ultima notte di Zola” e “I pescatori di stelle” sono i due romanzi di Jean-Paul Delfino da te tradotti per la casa editrice Elliot. Quale dei due ti ha impegnata di più nella traduzione?
Direi entrambi (sorrido). Nel senso che, i romanzi di uno scrittore della levatura di Jean-Paul Delfino sono sempre impegnativi, sia per lo stile ricercato, letterario nel senso positivo della parola, sia nell’uso dei vocaboli o espressioni, anch’essi molto ricercati. Si sente proprio – leggendolo – che è uno scrittore sempre alla ricerca della parola giusta, come un Graal. Lui sceglie quella e non un’altra perché un’altra non ci starebbe così bene. È un perfezionista, la firma dei grandi come appunto Zola o Flaubert. E in quanto traduttrice, ti costringe a diventare perfezionista a tua volta.
Oltre a essere traduttrice, sei anche scrittrice. Il tuo libro “Muretti a secco. I miei maixei” è una silloge poetica scritta come un racconto autobiografico della tua infanzia, trascorsa in parte tutte le estati (e oltre) a Finale Ligure, in provincia di Savona. Che cosa ci puoi dire della Maria di quel tempo e di questo libro?
Attraverso la narrazione poetica delle mie vicende familiari in un luogo di vacanze – la Liguria – e in un tempo direi benedetto – l’infanzia –, è un libro che prova a portare il personale a livello universale; ma così, partendo da vicende semplici, quasi banali. Mi sono ispirata molto a Italo Calvino e alle sue Cosmicomiche. Mi rendo conto che, da un certo punto di vista, la Maria di allora non è così diversa della Maria di adesso : sono sempre una bambina che cerca di realizzare i propri sogni. E qualche volta ci riesce!
Puoi svelarci a cosa stai lavorando in questo periodo?
Ho diversi progetti sui quali sto lavorando: nuove traduzioni di romanzi francesi in lingua italiana. Ho anche firmato un contratto con una casa editrice francese riguardo un giallo. Verrà pubblicato a breve un libretto poetico su una rivista francese che si chiama Ecrissures.
BIOGRAFIA
Nata a San Giovanni Rotondo (FG). Emigrata in Francia a solo 6 mesi, compie studi universitari a Saint-Étienne. Ogni estate, torna a Finale Ligure (SV) dove ha parenti e amici. Dopo aver trascorso quasi sette anni in Liguria,torna in Francia. Supera il concorso d’abilitazione all’insegnamento dell’italiano nelle medie e nelle superiori. Ha anche insegnanto italiano all’Università di Saint-Étienne. Ottiene un Master 2 « Cultura e Letteratura italiane » su Italo Calvino come preparazione di una tesi di Dottorato sullo stesso autore dal titolo: “Les modalités stylistiques pour dire l’invisible et faire voir l’invisible dans Le Cosmicomics, Les Villes Invisibles et Palomar d’Italo Calvino”.
BIBLIOGRAFIA
Autrice
Pubblicazione dei un libretto poetico sulle rivista letteraria francese Ecrissures, settembre 2022
La solitude des Bois Noirs, romanzo giallo, Éditions du Caïman, marzo-aprile 2023
Una brancò di mandorle, romanzo italiano, Emersioni Edizioni (agosto 2021)
Muretti a secco, i miei maixei, silloge poetica, Controluna Edizioni (febbraio 2020)
Traduttrice
Traduttrice in italiano del romanzo Assassins! di Jean-Paul Delfino (Edizioni Héloïse D’Ormesson) con il titolo Assassini! L’ultima notte di Zola, Elliot Edizioni (febbraio 2021)
Traduttrice in italiano del romanzo Les Pêcheurs d’étoiles di Jean-Paul Delphino (Editions Le Passage), pubblicato con il titolo I Pescatori di stelle, Elliot Edizioni (Febbraio 2022)
Pubblicazioni future
Racconto in francese per un’opera collettiva sulla Resistenza, Collana « Noires Nouvelles » des Editions du Caïman, 2024.
Messages from the cloud, libretto poetico con i disegni di Xavier Chaquet, autunno 2022.
Scrittura e altri
Ha partecipato a concorsi di poesia in lingua francese e italiana ottenendo premi, tra cui : il Mons Aegrotorum della Venilia Editrice nel 1996, La Soie des Vers des Éditions de la Rhubarbe nel 2005. Ha scritto diversi articoli scientifici per riviste o libri dedicati alla letteratura. Ha partecipato a diversi convegni in quanto dottoranda di ricerca su Italo Calvino. Ha scritto vari articoli, su diversi siti online, su autori francesi e italiani. In particolare, per il blog del compianto Enrico Nascimbeni: Border on line, Il diario di Saman: https://borderonline.it/?s=mischitelli
Autrice di testi di canzoni e composizioni musicali in inglese, ha cantato per due gruppi musicali : Resistenza e The Off-Keys sotto lo pseudonimo di Livia C. Taloon.