Recensione a cura di Anna Cancellieri
Il romanzo gira attorno al famoso dipinto di Caravaggio “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco”, rubato dalla chiesa S. Lorenzo a Palermo nel 1969. Si tratta di uno dei più clamorosi furti di un’opera d’arte, tanto per cambiare attribuito alla mafia.
L’autrice costruisce la trama sull’ipotesi che sia stato diviso in pezzi (orrore!) per renderne più agevole e lucrosa la vendita sui mercati d’arte clandestini. Ma un misterioso assassino sta cercando di recuperarli a uno a uno, lasciandosi dietro un raccapricciante biglietto da visita: la mano mozzata delle sue vittime, illegali proprietari dei vari pezzi e perciò meritevoli della classica punizione inflitta ai ladri. Durante le sue nefaste imprese nasconde il volto dietro una maschera simbolica e terrorizzante: la testa mozzata di Medusa dipinta dallo stesso Caravaggio.
Dopo Amsterdam, Milano, Tokio, Tallin, la scia di sangue sembra portare nella solare Siracusa, dove a subire lo stesso trattamento non è un ricco collezionista, ma un povero senzatetto siciliano. Come è collegato agli altri omicidi? E chi è sepolto nella misteriosa e antica tomba danneggiata da una lieve scossa sismica? Una tomba da cui pare siano stati asportati oggetti di incommensurabile valore…
È a questo punto che entra in gioco il capitano dei carabinieri Toni Romano, responsabile della sede distaccata del Comando per la Tutela del Patrimonio Artistico e vero protagonista della storia. Ha ereditato l’ossessione per Caravaggio dal padre, a sua volta ufficiale dei carabinieri, che non si è mai perdonato il fallimento dell’indagine per il recupero del famoso dipinto scomparso. Toni vede dunque in quest’indagine l’occasione per riscattare la “macchia” di famiglia.
L’autrice muove con disinvoltura i suoi personaggi nel variegato scenario di una Sicilia che conosce come le sue tasche, non solo nei suoi spazi più familiari…
Ci sono luoghi dove la storia e la bellezza creano ogni giorno una favola… Piazza Duomo è uno di quei luoghi magici… Meravigliosa, unica… Era come vagare in un oceano di luce, in un angolo di Paradiso, circondati da palazzi del colore delle nuvole al meriggio. Quel giorno poi il cielo era di un azzurro così profondo che i bordi delle dimore nobiliari parevano merletti di zucchero.
Ma anche nelle zone selvagge e sconosciute dell’interno…
Un fitto bosco ricopriva tutti i fianchi dello stretto in quel punto del fiume Anapo, lì dove si formava una curva in cui durante le piene il torrente si ingrossava trasformandosi in un mostro scuro di fango e detriti pronto a ingoiare terra e animali, sradicando alberi e cespugli.
È il regno del mitico “Mostro Biddina”, una creatura leggendaria a metà fra serpente e drago, che per secoli ha terrorizzato i pastori del luogo, senza peraltro essere stata mai avvistata con certezza. L’autrice la infila con disinvoltura nel suo intreccio, insieme a rituali macabri e ad antiche storie di “serpari”.
Ma il vero mistero si cela nel prezioso documento lasciato da Fra Raffaele, un frate cappuccino che risulta seppellito due volte. È un diario vergato nel 1609, in cui vengono riportate vicende inedite riguardanti Caravaggio e una singolare donna di nome Lucrezia. È anche l’unico ponte che, attraverso quattro secoli di oblio, unisce Fra Raffaele a frate Giacomo, un religioso che ha avuto la pessima idea di nascondersi in un luogo irraggiungibile per poterlo leggere in santa pace.
Non mancano naturalmente le figure femminili, che si contendono senza esclusione di colpi l’affascinante capitano: Allegra, la compagna giornalista, si imbatte per sua sfortuna in una notizia pericolosa; Tasha, donna enigmatica e bellissima, esperta d’arte e gallerista, sembra sapere molte più cose di quanto sia disposta a rivelare ed è in possesso di un terribile segreto.
In questo vortice di castelli diroccati, catacombe, giardini tropicali, scorpioni micidiali, anaconde, frati cappuccini, campeggia lui, Caravaggio, genio celestiale e maledetto, che dopo una vita dissoluta ci ha lasciato lo splendore dei suoi dipinti, e il rammarico per quelli scomparsi e forse perduti per sempre.
Trama
Un brutale omicidio a Milano innesca una spirale di violenza legata da un filo rosso invisibile: Caravaggio e i suoi dipinti perduti. La vittima è una gallerista olandese, orrendamente mutilata. Quando a Siracusa un senzatetto, accusato di un furto d’arte in una Chiesa, viene trovato ucciso, mutilato e marchiato a fuoco con lo stesso simbolo della donna assassinata a Milano, dal comando centrale europeo che vigila sui crimini legati al mondo dell’arte parte un ordine: creare una squadra speciale. Tony Romano, responsabile del distaccamento di Siracusa del nucleo tutela patrimonio artistico dei carabinieri, viene richiamato a Roma e incaricato della complessa inchiesta. Non sarà solo, insieme a lui indagheranno un’esperta d’arte svizzera, affascinante quanto pericolosa, e uno studioso di antropologia e folklore siciliano, coinvolto perché il simbolo del killer è un antico serpente, al centro di una terribile leggenda barocca.