Poche parole possono “vantarsi” di avere un documento di nascita, ma ce n’è una che ha una data di nascita precisa. Almeno in una delle sue forme. È OK, Okay, O.K. Ed è proprio quest’ultima la forma documentata e il suo atto di nascita è una pagina di giornale che risale al 23 marzo 1839.
Il giornale era il Boston Morning Post. Nell’edizione del sabato Charles Gordon Greene cercò di prendersi gioco del Providence Journal inserendo l’abbreviazione «o.k» alla fine di un paragrafo. Una abbreviazione di «oll korrect» versione scorretta apparsa sul giornale di Providence di «all correct», tutto corretto.
La parola comparve qualche giorno dopo sullo stesso quotidiano e poi in altri della città, ma il lancio definitivo fu con le elezioni presidenziali del 1840. Uno dei candidati era Martin Van Buren, che era soprannominato Old Kinderhook, il vecchio di Kinderhook. Per vincere le elezioni, Martin utilizzò varie associazioni e una di queste si chiamava Old Kinderhook Club, O.K. Club. I partecipanti tra di loro usavano l’espressione O.K. per dire che tutto sarebbe andato bene se Martin avesse vinto.
Ma le ipotesi sulle origini di questa parola sono numerose.
Secondo alcuni, OK risalirebbe alle truppe statunitensi, durante la Seconda guerra mondiale. Quando un reparto andava in missione, al suo ritorno doveva segnalare il numero dei corpi dei soldati rimasti uccisi in battaglia scrivendone il numero su una bandiera, seguita dalla lettera K (killed, “uccisi”): se nessuno era morto sventolavano la bandiera con scritto “O K”, ossia zero soldati uccisi.
Questa sarebbe anche la genesi del gesto, ormai universale, con cui oggi comunichiamo il nostro OK: i soldati, mimando lo zero con il pollice e l’indice e il resto delle dita alte a formare una K intendevano comunicare che non si contavano morti.
Qualcuno, forse nostalgico della Storia romana, fa derivare OK dal latino hoc est, “è così”, molto usato come assenso nell’Impero romano.
Qualcun altro ancora ipotizza che derivi da un nome proprio, Otis Kendall, che agli inizi del XIX secolo lavorava al porto di New York. Il suo compito era di controllare le merci in carico e scarico e sulle casse passate sotto il suo vaglio apponeva le iniziali del suo nome “O.K.”
E le ipotesi sono ancora tante, ma voi le sapevate?