Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
Quando, in una intervista, chiesero a Marylin Monroe con quale abbigliamento andasse a letto la sera, l’attrice rispose: “Con due sole gocce di Chanel n°5”. Erano i primi anni Cinquanta e questa frase lanciò definitivamente il nome di Coco Chanel nel mondo della moda mondiale.
Saumur, 1883. È il 19 agosto quando Jeanne De Volle dà alla luce, in un ospizio, Gabrielle Bonheur Chanel che il mondo conoscerà e chiamerà col nome di Coco Chanel. Per la prematura morte della madre e l’abbandono da parte del padre, Henry Albert Chanel, che di mestiere faceva il venditore ambulante, la sua fu un’infanzia sfortunata e infelice.
Insieme con i suoi fratelli fu affidata alle suore del Sacro Cuore, a Aubazine. Quell’ambiente le incuteva un senso di soggezione, ma allo stesso tempo l’affascinava. Il periodo vissuto tra quelle donne, vestite secondo criteri di una rigida conformità, insieme con l’architettura severa dell’Abbazia che faceva da cornice, fu l’ambiente nel quale visse fino ai diciotto anni: sviluppando l’attitudine verso il lavoro tenace e continuo.
Poi se ne era andato anche papà. Aveva abbandonato Antoinette, Julia-Berthe e Gabrielle, lasciando tutte e tre le sorelle all’Abbazia di Aubazine con la promessa di tornare non appena avesse guadagnato denaro a sufficienza per mantenerle.
E proprio in questo scenario cominciò a “nascere” Coco Chanel: l’antitesi dei colori discordanti e l’austerità, la semplicità delle linee con le quali prendeva forma lo stile della “sua”moda. Una sfida che lanciò a se stessa più che agli altri.
Si ribellò nei confronti di una società che avrebbe fatto indossare alle donne corsetti e abiti lunghi, relegandole in casa a compiacere i mariti.
Accorciò le gonne e con pochi accessori diede eleganza e praticità ai suoi abiti: possiamo affermare che fu l’antesignana, tra le altre cose, della minigonna, (Mary Quant), che tanto successo ebbe a partire dagli anni sessanta. Fu la prima a esibire l’abbronzatura in un mondo in cui era un connotato della classe più povera che lavorava nei campi all’aperto. Coco puntava su un colorito bonne mine; luminoso, florido, e curato.
La prima rivoluzione industriale fu considerata l’incubatrice del processo di un più complicato cambiamento che rivoluzionò l’emancipazione femminile, allora, ancora agli albori alla quale Chanel, con il suo concetto di uno stile pratico e lineare, diede una grossa spinta.
Il contributo femminile al lavoro in fabbrica alla fine dell’Ottocento assunse una significato marginale che interessò soltanto le fasce popolari. Mentre, nelle fasce medio-alte, il lavoro femminile fu ostacolato a lungo e stimato socialmente deplorevole che generava pettegolezzi sull’impossibilità dei padri o dei mariti di incapacità di provvedere al mantenimento della famiglia.
Iniziò dalla creazione di originali cappellini di paglia, dai quali scaturiva la sua creatività e la sua versatilità, per diventare poi la stilista francese numero uno al mondo.
La scrittrice, Pamela Binninqs Ewen, evidenzia la ricchezza, la fama, la grande forza di questa donna, ma anche i suoi punti deboli, ai quali teneva di più; suo figlio, la sua libertà, il suo profumo.
Si legò a Etienne de Balsan, un ricco imprenditore tessile che la ospitò nel suo castello a Royallieu. Una relazione durata sei anni: non fu soltanto il suo amante, ma fu anche il suo primo finanziatore fino a quando nella sua vita entrò l’amore: il vero, il grande amore della sua vita. Arthur Edward Capel, (da lei chiamato affettuosamente Boy). Un facoltoso industriale inglese. Questo incontro le cambiò la vita. Boy la incoraggiò, l’aiutò ad aprire il suo primo atelier al 31 Rue Cambon.
Coco e Boy non poterono mai ufficializzare la loro unione, perché all’epoca non era ammesso il matrimonio tra due persone di condizioni sociali diverse.
…eppure mi ero aggrappata alla speranza che Boy e io ci saremmo sposati. Lui parve non accorgersi della mia sofferenza… ogni parola un’altra pugnalata. «Etienne ha ragione, Coco. Per il bene del bambino, devi darlo a balia. Sarà felice. Non gli mancherà niente». Sentii una stretta al cuore. Avevo un nodo in gola e gli occhi annebbiati dalle lacrime. Il mio bambino. Mi chinai sopra Andrè, poggiando la fronte sulla sua. Sembrò capire; si accoccolò contro di me, mettendomi le manine sotto il mento.
Non voleva abbandonare il suo bambino. La trasgressiva Coco, l’anticonformista Coco, dovette capitolare: non era sposata e quindi non poteva dichiarare che era suo figlio, lo scandalo si sarebbe ripercosso non soltanto su di lei, ma anche sul bambino, sul quale sarebbe rimasto il marchio di bastardo. Così, Etienne e Boy, fecero in modo che risultasse figlio di una sua sorella. Tradita due volte! Questi due personaggi la usarono a loro piacimento, si comportarono in maniera indegna verso di lei.
Per motivi ignoti anche a se stessa non rivelò mai a Boy che era lui il padre di André, ma sapeva che lui sapeva, ma nemmeno chiese, tanto meno lo disse a Etienne: forse per la sua natura indipendente, forse per orgoglio, volle lasciare segreta questa parte della sua vita. Nonostante tutto però non era disposta a fermarsi. Non si arrese mai alla fragilità della sua esistenza in quanto donna.
Fu accusata di tradimento: l’avvicinamento al regime nazista fu considerato e giudicato un gesto opportunistico: si diceva, per recuperare il suo Chanel N°5 di cui, Pierre Wertheimer, il suo socio, dopo averle rubato la formula si era rifugiato all’estero. La Ewen ha dedicato un bel passaggio all’argomento e si è scoperto che lei, Coco, invece, accettò di lavorare per i nazisti soltanto per salvare suo figlio che era prigioniero e per di più molto malato. Ricattata e minacciata dai tedeschi che, se non collaborava, suo figlio sarebbe morto nel campo di prigionia, lei accettò: si sarebbe arruolata nell’Abwehr, il servizio segreto tedesco. In questi capitoli la scrittrice racconta magistralmente i momenti più difficili e bui che, all’epoca, attraversarono tutta l’Europa: molto interessante anche la parte storica del romanzo.
Sono venuti a conoscenza di André: dopo tutti quegli anni passati a fingere, a proteggere il segreto di suo figlio lo hanno scoperto lo stesso. Dopo aver sofferto tanto e aver raccontato una montagna di bugie…lo sanno. E lo racconteranno in giro.
Fu amica dei più grandi artisti del tempo. La loro influenza incise con forza il suo mondo estetico. Un tubino nero e un rossetto rosso erano le sue seducenti armi: una donna, tante donne: questa era Coco. Pamela Binnings Ewen, con il suo stile sobrio ed elegante, ci fa viaggiare con lo sguardo di quelle donne che la stilista racchiudeva in se; scoprendone la vera essenza. L’abbandono e il tradimento le lasciarono ferite profonde: soprattutto dall’uomo che lei amò tutta la vita. Quegli ”sguardi” penetrano profondamente nell’animo del lettore. Sempre pronti a sfidare il mondo!
Trama
Imperscrutabile, intessuto di note persistenti, che scatenano emozioni istintive. Custode di un segreto mai svelato fino in fondo, sensuale e anche un po’ impertinente. Così è Chanel N° 5. La fragranza che trasforma ogni ragazza in donna. Un profumo rivoluzionario, incantatore e misterioso. Come colei che gli ha dato il nome. Abbandonata dal padre, dall’uomo che amava, tradita dal socio in a ari che le ha sottratto la formula del suo profumo immortale, Coco non si è mai data per vinta. Da ballerina di café chantant, con le sole armi di un ago e di un’intelligenza versatile, si è costruita un regno. Ha inventato una nuova donna, molto simile a lei, libera e sicura di sé. E anche spregiudicata, perché una donna il suo posto nel mondo se lo deve conquistare. Ci ha pensato la vita a insegnarglielo. In un mondo in cui il potere è nelle mani degli uomini, non si diventa regina senza grane. Quando, nelle ore più oscure della Francia, con la svastica che sventola sulla Torre Eiffel, ciò a cui lei tiene di più – suo figlio, la sua libertà e il suo profumo – viene messo a repentaglio, la regina di Parigi tira fuori gli artigli. E si prepara ad attraversare il fuoco come ha sempre fatto. Da sola e a qualunque costo.
Editore: Libreria Pienogiorno (giugno 2022)
Pagine: 412 p., Brossura
ISBN-13: 979-1280229502