Il 15 settembre 1254 nasceva a Venezia Marco Polo. Scrittore, viaggiatore, ambasciatore e mercante italiano. Tutti hanno sentito parlare de “Il Milione”, il racconto dei suoi viaggi in estremo oriente. Con questo articolo vogliamo dare qualche spunto di lettura su questo incredibile personaggio.
La cronaca, tra magia, leggenda, realtà e antropologia, del grande viaggio compiuto nella seconda metà del XIII secolo da Marco Polo nella Cina di Kubilay Khan, il nipote di Gengis Khan, il Signore dei Tartari. Città fantastiche, la setta degli “assassini”, gli usi e le crudeltà di una civiltà raffinata, la scoperta della carta moneta, le avventure di viaggio, la nostalgia della patria, il timore di non essere creduto. Il volume, riccamente annotato, è corredato da cartine geografiche, indici, glossari.
In questo libro Maria Bellonci ricostruisce l’avventura di Marco Polo e del suo viaggio nell’impero del Gran Khan. Città affollate, ricchezze inimmaginabili, un’organizzazione statale per quei tempi perfetta, sette esoteriche e sette di criminali, fontane di fuoco, una civiltà guerriera e nello stesso tempo colta, lo stupore di un mercante che il favore della storia e la sua determinazione portano al centro di un mondo fantastico.
Rustichello si è già fatto parecchi anni di galera. Marco c’è capitato da poco, in prigione, ostaggio dei genovesi. Che debba proprio finire così, in gattabuia, dopo tutti quegli anni spesi tra giade, ori, principesse e cavalieri? Se uscire non si può, non rimane che cavarsene fuori, dalla miseria della detenzione, a forza di storie e di ricordi. Marco racconta, Rustichello, che è scrittore di professione, scrive parola per parola. Qua e là taglia, aggiusta, cuce frasi, ci mette un po’ di suo. La specialità di Rustichello, pisano, sono i romanzi cavallereschi. Marco ha un’altra specialità. Sa vedere. Il Milione , nato quasi per caso nelle carceri genovesi, nel 1298, non è solo il più famoso libro di viaggi della storia occidentale. Quello che lo rende unico è lo sguardo di Marco. Uno sguardo acuminato, preciso come un registro mercantile, capace di tener conto anche dei dettagli più minuti: di come venga montata una tenda nella steppa, di quanto costino le perle, del galateo dei banchetti mongoli. Ma anche uno sguardo morbido. Marco sa essere pietoso, simpatico, aperto. Ha lasciato Venezia da ragazzo, assieme al padre e allo zio. Allora non poteva saperlo, ma avrebbe rivisto i marmi di San Marco solo 24 anni più tardi. Si è avviato verso terre lontanissime per raccogliere onore, conoscenza e, perché no, profitto. L’entusiasmo per le infinite novità e le continue scoperte cancella ogni nostalgia di casa. Scoprire, capire, raccontare, questa è la sua missione. Strada facendo, Marco ha incontrato una folla di uomini e donne di cui non si sapeva nulla, né a Venezia né in tutta Europa, molto diversi per consuetudini alimentari, economiche, sociali, famigliari e sessuali, spesso in stridente contrasto con quelle dell’Occidente cristiano. Li ha visti com’erano, senza volerli per forza trasformare in qualcosa d’altro, più facile da capire e da accettare. Giulio Busi accompagna Marco Polo lungo le carovaniere d’Oriente, alla corte del Gran Qan, in città remote dai tetti lucenti. Lo segue con l’abituale scrupolo per le fonti, annotando meticolosamente e con consumata maestria narrativa ogni tappa, ogni evento. Tanto viaggiare ha uno scopo ben preciso: catturare lo sguardo di Marco. Per rivedere quello che lui ha visto, con i suoi occhi. E per imparare a osservare il nuovo, il diverso, l’altro senza timori e con la stessa limpida meraviglia.
Il volume racconta un “grandissimo”, con la voce di un autore e la mano di un illustratore. Le ultime pagine del volume offrono una brevissima appendice con i luoghi o le opere legati al personaggio e sopravvissuti fino a noi: in questo modo, se e quando vorrà, il lettore potrà ripercorrere le tracce del suo beniamino, scoprendolo ancora più vicino. Perché a essere grandissimi si comincia da piccoli! Questo volume è dedicato a Marco Polo, il più grande viaggiatore di tutti i tempi. Di indole curiosa e osservatore attento, Marco Polo non ebbe paura di spingersi oltre i limiti del mondo conosciuto, attraversando con ogni mezzo, mari, montagne e deserti. Età di lettura: da 7 anni.
Margherita Polo, discendente del famoso Marco, racconta al suo bambino di otto anni le avventure del suo antenato nel Catai, facendo rivivere Kubilai Khan, l’imperatrice Chabi, Kokachin, Niccolò e Matteo Polo. Nella fusione tra passato e presente, Margherita e Lorenzo scriveranno l’epilogo di una storia ancora viva. di Eufemia Griffo Margherita Polo, discendente del famoso Marco, racconta “Il Milione” a suo figlio Lorenzo, di otto anni. Alternandosi con Rustichello da Pisa, narrerà il viaggio di Marco e la sua vita nel Catai, facendo rivivere Kubilai Khan, l’imperatrice Chabi, Kokachin, Niccolò e Matteo Polo. Parlerà dell’amore tra Marco e Kokachin, lieve come la carezza del vento, dell’amicizia, del coraggio, dello spirito di conoscenza, dell’avventura, del sogno. Emerge il legame di Marco con la sua Venezia, vissuta o sognata; e quello del Khan con le città che governa senza conoscerle, illusorie e invisibili, rese reali solo dai racconti di Marco. Il profondo legame di amicizia tra Marco e il Khan sarà la chiave che aprirà il cuore del veneziano ed egli comprenderà che il vero senso della vita è essere sempre responsabili delle proprie scelte, così come accade nel gioco degli scacchi, dove possiamo scegliere se essere i pezzi o i giocatori che li muovono. Passato e presente si rincorrono, si fondono e si confondono e, infine, saranno Margherita e suo figlio Lorenzo a scrivere l’epilogo del romanzo. Corredato nelle note finali da una meticolosa ricerca storica, Da lontano, Venezia – I viaggi di Marco Polo si rivolge a un pubblico di tutte le età.
Nonostante la sua popolarità, di Marco Polo si sa poco o nulla. Mercante giramondo, autore del “Milione”, avventuriero che raccontò la Cina all’Occidente, Marco Polo è stato certamente tutto questo, ma anche molto altro: la sua vita non si esaurisce nel romanzesco racconto delle sue peripezie di viaggio. Vito Bianchi ripercorre la storia di una grande uomo che visse in un delicato momento di passaggio per i destini dell’Oriente e dell’Occidente, e dell’abilità con cui riuscì a diventare l’eroe in un mondo di trasformazione.
Il viaggio di Marco Polo – da Venezia, attraverso l’Europa e gran parte dell’Asia, fino alla corte di Kublai Khan in Cina – rimane uno dei più audaci della storia. Il racconto delle sue esperienze, contenuto nel «Milione», ha portato alla luce un mondo completamente nuovo per la sua epoca, fatto di imperatori e concubine, maestosi edifici, enormi eserciti e ricchezze imperiali e per centinaia di anni ha rappresentato uno strumento imprescindibile per la comprensione della Cina da parte dell’Occidente. John Man ha viaggiato sulle tracce di Marco Polo fino a Xanadu, alla ricerca della verità nascosta dietro ai suoi racconti, per restituirci la storia alle origini della leggenda. Attingendo alla sua esperienza, alle ricostruzioni archeologiche e allo studio dei documenti d’archivio, ci regala un ritratto vivido dell’uomo che ha generato il mito e ci racconta la vera storia della grande corte di Kublai Khan.
Non sono molte le congiunture in grado di aprire nuovi, grandi orizzonti con l’incontro fra civiltà lontane, tanto da modificare equilibri emisferici consolidati. Fu così nel secolo XIII, quando l’Occidente europeo e l’Oriente estremo entrarono in contatto con il fragore delle armi, le necessità della fede e la pratica degli affari. Tanto gli eserciti mongoli, quanto le missioni promosse dalla Santa Sede o i profitti dei più intraprendenti mercanti si sommarono aprendo imprevisti rapporti. È un percorso in cui con tempi e ruoli diversi, tra Oriente a Occidente, ci possono accompagnare testi quali, per esempio, la Storia segreta dei Mongoli o il Viaggio in Mongolia di frate Guglielmo di Rubruck o soprattutto il Milione di Marco Polo. Vale la pena seguirne lo straordinario cammino.
Marco Polo ha aperto la via dell’Oriente, è un esploratore di grande fama, l’emblema stesso del viaggiatore… eppure gli capita di raccogliere insulti e ortaggi mentre narra sulla pubblica piazza delle sue imprese leggendarie. Intrattenitore ambito nelle corti d’Europa grazie alla circolazione dei favolosi resoconti del Milione, ha girovagato come un novello aedo ripetendo all’infinito il racconto delle sue gesta e di ciò che ha visto: enormi ricchezze accumulate dai potenti, donne di bellezza comparabile solo a quella di Elena di Troia, popoli dai costumi sanguinari, pratiche magiche oscure e mistici indovini, guerrieri di valore ineguagliabile lanciati in epiche battaglie, miserabili traditori pronti a ordire macchinazioni, ma soprattutto luoghi fantastici in cui la natura ha dato sfogo ai propri capricci. Desideroso com’era di non deludere le aspettative dei signori che lo ospitavano e dei loro cortigiani, tutti smaniosi di novità ed esotismo, Marco Polo si è abbandonato a una sfrenatezza inventiva senza eguali, finendo per confondere verità e fantasia. E lo scottante segreto che custodisce da anni è reale o frutto anch’esso della sua fertile mente?
Uno scrittore e un fotografo sulle tracce del più grande viaggiatore che si ricordi: le meraviglie di un itinerario durato ventiquattro anni in un libro ricco di sorprese e di scoperte. Detlef Brennecke ha dedicato parte della sua carriera a ricostruire il cammino di Marco Polo, il cui nome è sinonimo di “scoperta”. Il Veneziano nel 1271 intraprese un viaggio durato 24 anni lungo la Via della Seta, fino a raggiungere il grande regno della Mongolia. L’avvincente descrizione dei Paesi attraversati divenne uno dei più famosi resoconti di viaggio. Il libro di Brennecke, illustrato dalle immagini del fotografo americano Michael Yamashita, rivisita uno degli episodi più straordinari dell’avventura umana verso l’ignoto.
Sappiamo che Marco Polo rimase in viaggio, lontano da Venezia per circa 25 anni, ma durante quel periodo poche sono le scansioni cronologiche sicure. Il Milione resta un libro misterioso: è un diario di viaggio? Un mélange di fantastico e di reale? È un testo di pratica di mercatura arricchito dalla prosa del Rustichello? Per rispondere a queste domande partiremo dal contesto originario del veneziano: il Mediterraneo nella seconda metà del Duecento e lo seguiremo in viaggio, lungo la via della seta, fino alla Cina e all’India. Ripercorreremo con lui i luoghi che visitò per scoprire uno sguardo molto più attento alla realtà di quanto non si creda; uno sguardo che non si soffermava solo sulle merci e le ricchezze, ma che comunicava all’Occidente particolari inediti sull’antropologia, i costumi, i riti, delle società osservate. Se ancora oggi emergono dubbi sulla realtà del viaggio di Marco Polo, la posizione di questo libro è chiara: il veneziano visitò l’Asia e la descrisse come nessuno aveva mai fatto prima di lui. E poiché la vita è un viaggio, il viaggio di Marco Polo sarà la sua biografia.
Un classico senza età e senza tempo. In questo libro il genio di Jules Verne, basandosi sull’antico codice Magliabeccano, ricostruisce i viaggi di Marco Polo tra fantasia e realtà. Un percorso meraviglioso che affascinerà sicuramente il lettore.
I mercanti che approdano a Venezia dall’Oriente raccontano di terre e popoli misteriosi, di mari in tempesta e deserti di predoni. Marco Polo ha diciassette anni e si nutre di questi racconti con la speranza di raggiungere il padre Niccolò e lo zio Matteo, partiti per l’Oriente quando lui era ancora bambino. L’occasione per il “viaggio dei viaggi” arriva nel 1271, quando Niccolò e Matteo ritornano dalla Cina con l’incarico di portare a Kubilai Khan in persona l’olio del Santo Sepolcro di Gerusalemme e cento ambasciatori del Papa: i tre ripartono da Venezia alla volta della Palestina, attraversano la Georgia, l’Armenia, la Persia e l’Afghanistan. Di commercio in commercio, superano i deserti dell’Uiguristan e raggiungono il cuore dell’impero cinese, dove Marco Polo conquista la fiducia del Gran Khan diventandone uno dei più influenti ambasciatori nel mondo.
Donn-Byrne è stato – come affermò lui stesso – l’ultimo di una fortunata serie di narratori irlandesi, cantori di una letteratura dove coesistevano elementi romantici, magici, e uno spirito sanguigno e rivoluzionario he da sempre fa capo al genio d’Irlanda. Raccontato con il tono del bardo, il suo Marco Polo ripercorre un episodio spesso trascurato dalla letteratura storica: l’amore tra il viaggiatore italiano e la figlia di Kublai Khan. In un colorato mosaico di ambientazioni medievali, tra scimmie, pavoni, immense ricchezze, luoghi e profumi d’altri tempi, Donn-Byrne proietta il lettore in un mondo lontano.