Recensione a cura di Sabrina Poggi
Il libro narra due storie ambientate in epoche diverse, storie in apparenza lontane ma che finiscono per rispecchiarsi l’una nell’altra, in una serie di strani giochi del destino.
La prima storia è ambientata a Genova ai giorni nostri. Serena, una vita abbastanza piatta segnata dal dolore della perdita di un amato nipote “speciale”, incontra un uomo in una libreria.
L’approccio dello sconosciuto non è dei più felici: un invito esplicitamente sessuale, una storia che Serena liquida come una squallida avventura. Eppure, dopo vari tentennamenti, decide di abbandonarsi a questa avventura, che la porta a riflettere sulla sua esistenza e a mettere fine al suo matrimonio, apparentemente felice, ma ormai privo di emozioni. Inizia così a frequentare Davide, rimettendo in discussione tutti i suoi principi e la tutta la vita condotta fino a quel momento.
La seconda storia, ambientata nel 1833, ha per protagoniste le sorelle Catherine e Sophie, inglesi benestanti che fanno il loro Grand Tour in Europa, in compagnia di uno zio e del loro istitutore.
Sophie appare superficiale, sentimentale e sempre pronta ad innamorarsi; Catherine, invece, ha un carattere più volitivo, anche se i suoi comportamenti sono condizionati dalla sua posizione sociale.
La comitiva, giunta al Passo della Bocchetta, sul confine tra le attuali regioni Piemonte e Liguria, si imbatte in un misterioso personaggio, Giovanni, che li trae d’impaccio in una situazione complicata e finisce per entrare al servizio della comitiva. Con il suo comportamento strafottente da subito si scontra con Catherine, abituata ad essere rispettata e riverita. Eppure, tra i due inizia a nascere un sentimento diverso, con cui la giovane inizialmente lotta. Finirà per riconoscere di essersi innamorata di Giovanni a Genova, città in cui l’uomo la porta conoscere la vita delle classi più basse, che lottano per sopravvivere, senza mezzi e senza cure. Catherine si rende così conto di quanto sia stata vuota e facile la sua vita fino ad allora. Scopre anche che in Italia c’è fermento politico, ci sono moti rivoluzionari e cospirazioni e si interessa a questo argomento. Giovanni intanto ricambia il suo sentimento, ma il suo comportamento è sospetto, talvolta sparisce per giorni per poi ricomparire all’improvviso, sembra nascondere qualcosa.
E analogamente, nella storia ambientata ai nostri giorni, anche Davide resta avvolto nel mistero: Serena ha accettato la sua condizione di non porre domande, di accontentarsi di non sapere nulla di lui, nemmeno il cognome. L’unica cosa che viene a sapere per vie traverse è che anche lui ha subito la grave perdita di una persona cara.
Intanto la storia di Catherine viene ad intrecciarsi con quella di Serena, tramite la lettura di un romanzo tratto dai diari redatti dalla prima durante il Grand Tour. E in questa lettura i due amanti ritrovano passi che li accomunano ai due innamorati ottocenteschi, tanto che Davide rivela la sua teoria delle “anime eterne”, anime che pur distanti nello spazio e nel tempo si ritrovano a vivere gli stessi sentimenti.
Le due storie proseguono su piani paralleli, fino a precipitare entrambe verso un finale che le accomuna ancora e che porta Serena a interrogarsi sulle anime eterne, che in fondo forse sono solo “anime qualunque”.
La trama è gestita con sicurezza, nell’alternanza tra passato e presente. In particolare, la parte storica è curata e ricca di dettagli: dall’usanza del Grand Tour ai moti rivoluzionari degli anni ’30 dell’Ottocento, fino alle vivide descrizioni dei paesaggi, quello della Bocchetta ancora selvaggio e soprattutto quello di Genova, con il suo volto aristocratico fatto di sfarzosi palazzi e giardini e in contrapposizione quello popolare dei caruggi, dove l’autrice riesce a condurre per mano il lettore, immergendolo nei suoni e persino negli odori che ancora oggi riusciamo in parte a riconoscervi.
Come nel precedente romanzo, L’impromissa, Chiara Ferraris dipinge con cura i suoi personaggi, soprattutto quelli femminili, che prendono vita nelle pagine scritte, con i loro dubbi, sentimenti, pregi e difetti.
Una lettura interessante con due trame ben gestite e una bella scrittura.
Concludo dicendo che questo libro mi è particolarmente caro anche perché la mia copia riporta una bella dedica personalizzata dell’autrice, mia concittadina e “quasi vicina di casa”.
Trama
Esistono anime eterne destinate ad amarsi e rinnegarsi? Una proposta indecente da parte di uno sconosciuto in una libreria: Serena, un libro tra le mani e un passato di dolore che la annega, si trova a chiedersi cosa succederebbe alla sua fragile esistenza se lasciasse aperto uno spiraglio di possibilità a una storia clandestina, dopo quell’incontro casuale, che le fa riassaporare il senso di un cuore che batte. Lo stesso destino sembra incrociare anche la vita di Lady Catherine, una giovane inglese dell’Ottocento in viaggio per il suo Grand Tour, e di Giovanni, un uomo presuntuoso quanto misterioso, che la affascina come quella Genova risorgimentale e rivoluzionaria che si troverà a vivere. Le due donne, una nel presente, l’altra nel passato, si confronteranno con le verità che si celano sotto la realtà, perché la vita non è mai a senso unico e quelle strade, apparentemente tracciate in modo inequivocabile, possono invece arrivare a legarsi in trame talmente fitte da diventare indistinguibili. Serena e Catherine sembrano ripercorrere gli stessi passi, unite da un libro che racconta un amore potente e superiore alle leggi del tempo, quello tra «anime eterne», che conduce a un destino oscuro e drammatico e che porterà entrambe a prendere una decisione che cambierà per sempre le loro vite. Dopo L’impromissa, Chiara Ferraris torna con un nuovo romanzo tra passato e presente che ci conduce alla radice di amori travolgenti e sentimenti vividi, con uno stile poetico ed evocativo che rende la narrazione intensa e coinvolgente.