Recensione a cura di Costanza Marzucchi
La vita di Maria Teresa Carlotta, figlia di Luigi XVI e di Maria Antonietta d’Asburgo, l’unica della famiglia risparmiata dalla Rivoluzione, nota come Madame Royale e duchessa d’Angoulême, e quella dei figli di Napoleone, il legittimo Re di Roma, noto come Napoleone II e duca di Reichstadt e i due naturali non riconosciuti, Carlo Leone Denuelle e Alessandro Walewski, sono strettamente legate, sia pur in situazioni, in modi e in luoghi diversi, agli avvenimenti della Francia napoleonica e post napoleonica. Le vicende convulse della Francia che si registrarono dal 1789 per oltre cinquanta anni hanno condizionato il loro destino
Così Maria Teresa Sivieri esordisce nella sua Introduzione al saggio “Destini Segnati dalla Storia.” pubblicato dalla casa editrice CLEUP nel 2014. L’opera è suddivisa in quattro biografie che raccontano, con una prosa scorrevole e non priva di partecipazione, le vicende di personaggi minori che, in maniera del tutto inattesa, hanno dovuto fare i conti con un retaggio storico pesante, che ha condizionato la loro esistenza.
Il libro inizia con Madame Royale, unica superstite della famiglia reale francese, un personaggio segnato dalla reclusione in Francia.
La seconda parte è dedicata invece ai figli di Napoleone, ognuno dei quali erede di un tratto paterno. Il saggio inizia con Carlo Leone, primo figlio naturale del generale francese, fisicamente il più somigliante al padre. Nato al tempo del primo matrimonio, questo bambino ne segnerà la fine. Napoleone, pur amandolo profondamente, non lo legittimerà e ciò segnerà la vita di Carlo, alla costante ricerca di un riconoscimento delle proprie radici. Non riuscirà mai a raggiungere la meta. Sia la madre, sia il padre, rifiuteranno di concedergli l’unica cosa che desideri veramente: l’identità, l’appartenenza a qualcosa che possa essere una famiglia. Neppure l’amore nei confronti della moglie riuscirà a placare questo bisogno che lo dilania dentro fin dall’infanzia e gli offrirà solo miserie e delusioni.
Dopo Leone è la sorte di Alessandro Waleski, figlio di Napoleone e di una delle sue amanti più celebri, la contessa polacca Maria Waleska. Unico tra i figli di Napoleone a ereditare l’intuito politico, crescerà amato dalla madre e dal suo consorte che lo tratterà come un proprio figlio, legittimandolo. Sarà uno dei più grandi politici del suo tempo, con un’esistenza completamente dedicata alla Francia.
Chiude questo percorso la storia del figlio legittimo, il duca di Reichstadt, Napoleone II, figlio di Napoleone e Maria Luisa d’Asburgo, erede ideale del grande generale francese. Amato e temuto dal nonno materno, vivrà un’esistenza dorata che ha il sapore di una prigione, conducendo una vita lussuosa ma senza poter esprimere appieno le sue qualità, senza esercitare alcun ruolo attivo a corte e in politica. Il timore dell’eredità napoleonica prevarrà su qualunque affetto personale, condizionando la concessione di onori e apparenti privilegi che altro non sono se non pesanti catene che soffocano l’esistenza del giovane.
Alla luce della panoramica che ho brevemente esposto, il libro ha un titolo azzeccato. Quelle che ho tracciato sono vite segnate, esistenze che non hanno avuto la possibilità di esprimere tutto il loro potenziale a causa dei nomi che li accompagnano, anche in mancanza di un riconoscimento ufficiale. Il nome della famiglia, concesso o negato che sia, determina il futuro di questi personaggi, un destino di sangue che nega loro ogni felicità o realizzazione personale.
Uno degli aspetti che ho maggiormente apprezzato è proprio la sensibilità con la quale Maria Teresa Sivieri riesce a ricostruire il dramma interiore di queste figure, schiacciate letteralmente dal destino dei loro genitori, una sorte dolorosa dalla quale non possono liberarsi. Lo fa con un lavoro certosino nella ricerca delle fonti, arduo a causa della marginalità dei soggetti scelti, come si denota dalla bibliografia finale, variegata per la tipologia dei documenti consultati: sono saggi storici, biografie ed epistolari. Il risultato complessivo è una produzione insieme rigorosa e partecipe, con una spiccata sensibilità per la dimensione umana dei soggetti che non rifiuta l’oggettività dei dati raccolti.
Si tratta di un saggio particolarmente interessante perché offre visibilità a figure spesso ignorate dai grandi percorsi della storia, eppure protagoniste di vicende di per sé straordinarie. Proprio per questo motivo lo suggerisco a coloro che amano le storie secondarie o desiderano avere notizie curiose su figure poco note.
Trama
Attraverso le vite della figlia di Luigi XVI e Maria Antonietta, e dei tre figli di Napoleone, Mariateresa Sivieri offre una rappresentazione inconsueta della storia francese, distogliendo lo sguardo dai protagonisti e facendo luce su personaggi in secondo piano, intorno ai quali nacquero memorie e leggende che, talvolta, si allontanarono dalla realtà, alla ricerca del sensazionale. Maria Teresa Carlotta, unica superstite dei reali di Francia, seppure profondamente segnata dalla Rivoluzione, affrontò con dignità e rassegnazione la prigionia e l’esilio, assistendo alle sorti del suo paese fino al secondo impero.
I figli di Napoleone furono diversamente plasmati dalle vicende storiche. Carlo Leone Denuelle, frustrato per non essere riconosciuto, condusse una vita disordinata e misera; il polacco Alessandro Walewski, degno continuatore della politica del padre, si mise al servizio della francia come diplomatico; Napoleone II, recluso nella corte asburgica perché non potesse ricostruire l’impero del padre, non ebbe modo di fare alcuna scelta di vita: su di lui, infatti, erano puntati gli occhi di tutta Europa.