Narrativa recensioni

Le madri di vento e di sale – Lisa See

Recensione a cura di Luigia Amico

Ogni donna che entra in mare porta una bara sulla schiena. In questo mondo, il mondo degli abissi, trasportiamo i fardelli di una vita dura. Ogni giorno attraversiamo la linea che separa la vita dalla morte.

Haenyeo una parola, una definizione che letteralmente indica le “sommozzatrici della provincia sudcoreana di Jeju, dedite alla raccolta di molluschi, alghe e altre forme di vita marina, rappresentative della struttura familiare semi-matriarcale della provincia stessa (Wikipedia)”, ma che nel romanzo “Le madri di vento e di sale” assume un significato profondo, potente ed evocativo.

Le haenyeo sono donne forti, caparbie, dedite al lavoro; dedicano le loro giornate al sostentamento della famiglia mentre gli uomini sono a casa ad accudire i bambini. Il mare è la loro vita, le immersioni la loro boccata d’aria (un ossimoro dai molteplici significati e che in un certo qual modo racchiude un po’ l’essenza stessa del romanzo).
Una pesca ben riuscita comporta vantaggi economici e futuro assicurato per la prole, soprattutto maschile; ma tra quelle profondità le insidie sono sempre in agguato: un movimento errato, la voglia di strafare o la poca esperienza rischiano di mettere in serio pericolo la vita delle haenyeo.

Lo sanno bene Young-Sook e Mi-Ja, figlie della spiccata fantasia dell’autrice Lisa See attraverso le quali scopriremo un mondo costellato di credenze popolari, emozioni e sentimenti. Le due protagoniste del romanzo, perché a mio avviso lo sono entrambe, muoveranno i loro passi in uno scenario difficile, lì dove la Storia ha purtroppo scalfito in modo quasi irreparabile gli animi delle due ragazze e di tutti gli abitanti dell’isola sudcoreana.

Il racconto si apre nel 2008 e il lettore si troverà al cospetto di una donna anziana che, dopo l’incontro con una famiglia alquanto particolare, inizierà un lungo viaggio indietro nel tempo, lì dove i ricordi hanno lasciato un’impronta indelebile.
Con un salto temporale ben calibrato la narrazione si sposta nel 1938, Young-Sook è pronta per la sua prima immersione, al suo fianco l’inseparabile amica Mi-Ja, l’eccitazione è tanta, la voglia di dimostrare il proprio valore anche, il gruppo delle haenyeo è pronto, le acque fredde del mare sono in trepida attesa di accogliere le pescatrici e di offrire loro i frutti del fondale ed è da questo punto in poi che l’autrice farà dono al pubblico di tutta la sua preparazione e conoscenza, risultato di un accurato lavoro di ricerca.
 I rituali pre-immersione sono descritti in maniera chiara e dettagliata, si resta incantati leggendo con quanta delicatezza le parole restituiscono immagini evocative; il lettore si troverà a trattenere il respiro e a tuffarsi in mare insieme alle ragazze con la voglia di scoprire quel mondo quasi magico.

il mare, si dice, è come una madre. L’acqua salata, il pulsare e gli sbalzi della corrente, il battito amplificato del vostro cuore e i suoni smorzati che risuonano nell’acqua ricordano insieme il grembo materno.

Pagina dopo pagina, nero su bianco, le due protagoniste dovranno affrontare demoni e pericoli, gioie e dolori; se per Young-Sook la vita prende la giusta direzione grazie anche a una infanzia tranquilla, per Mi-Ja le cose non sembrano assumere una prospettiva molto allettante. Figlia di un collaborazionista giapponese, sarà costretta a convivere con questo marchio di infamia e neanche il matrimonio riuscirà a renderla una donna felice e appagata, tutt’altro.

Io ero come le rocce della nostra isola: frastagliata, ruvida, tutta spigoli ma desiderosa di aiutare e molto concreta. Lei (Mi-Ja) era come le nuvole: in continuo movimento, in continuo cambiamento, impossibile da afferrare o da comprendere appieno.

Prima ragazze, poi donne infine madri, sempre una di fianco all’altra fino a quando gli eventi storici che hanno visto protagonista l’isola di Jeju in quel fatidico e terribile 3 aprile 1948 non creeranno una crepa in quel rapporto che sembrava indistruttibile. La rivolta avvenuta nell’isola coreana viene riportata su carta dall’autrice con precisione senza lesinare scene di tortura e violenza che lasciano letteralmente sconvolti.

I fatti storici realmente accaduti come l’occupazione giapponese, la guerra sino giapponese e la guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica vengono descritti in tutta la loro efferatezza e si mettono in evidenza i risvolti tragici e infausti che questi eventi hanno avuto sulla popolazione sudcoreana. Le due protagoniste dovranno destreggiarsi tra miseria, meschinità, rancori e sensi di colpa che purtroppo provocheranno ferite da cui sembra difficile guarire.
Tra un’immersione e l’altra, tra un sospiro e un “respiro dell’acqua”, le due donne affronteranno un percorso evolutivo difficile e irto di difficoltà e prove quasi impossibili da superare.

È un romanzo di formazione, un inno alla amicizia, le pagine sono intrise di Storia, quella forse poco conosciuta, “Le madri di vento e di sale” è un libro incentrato sul desiderio di emancipazione femminile, quel sogno che ha accumunato e accumuna donne di ogni epoca ed estrazione sociale. I personaggi che si dividono la scena sono caratterizzati con precisione e profondità restituendo figure realistiche sotto diversi aspetti in primis quello sociopsicologico messo in evidenza soprattutto grazie a una minuziosa elaborazione delle condizioni sociali ed economiche di quegli anni così significativi per gli isolani.

È un’opera al femminile ma che vuole raggiungere una cerchia di lettori ampia e variegata perché in fondo la Storia, qualsiasi essa sia, non ha genere e non ha numero.

Un respiro,
poi un altro,
un altro ancora…

Editore: Longanesi (3 marzo 2022)
Copertina rigida: 390 pagine
ISBN-13 ‏:978-8830454279
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Trama
Mi-ja e Young-sook sono nate e cresciute sull’isola di Jeju, in Sud Corea, e quando si sono incontrate sono diventate inseparabili. Due ragazze che fissano le onde che circondano la loro isola sapendo che in quelle acque è custodita la promessa del loro destino. La madre di Young-sook, infatti, è la guida delle haenyeo, le pescatrici, che tutti i giorni, per otto, nove ore, si tuffano in acqua e riemergono con il cibo con cui mantengono la loro famiglia. A Jeju sono le donne a lavorare, mentre gli uomini si occupano della casa e dei bambini più piccoli. Quando le ragazze cominciano la loro formazione come haenyeo sanno che stanno per iniziare una vita eccitante, ricca di responsabilità, onori, ma anche di pericoli. Quello che non sanno è che il futuro ha in serbo per loro qualcosa di diverso da ciò che sognavano e che non basteranno le centinaia di immersioni condotte fianco a fianco a tenerle unite. Mi-ja è la figlia di un collaborazionista giapponese e sarà sempre associata all’imperdonabile scelta di suo padre. Young-sook è la figlia di una lunga stirpe di haenyeo e dovrà ereditare il ruolo di sua madre alla guida delle pescatrici del villaggio. Ma l’irruzione della storia nella tranquilla Jeju, che rimarrà intrappolata per decenni tra imperi in guerra, esacerberà le differenze tra le due e plasmerà le vite di queste ragazze indimenticabili, fiere e indomite.

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