In Italia e in altri paesi latini le montagne russe si chiamano così perché è proprio in Russia che sono state inventate.
Risalgono al 1780 e a una sovrana russa, l’imperatrice Caterina II, che nella sua Reggia di Oranienbaum, fece costruire lungo il pendio di una collina una struttura in legno di circa venti metri di altezza. Con la neve diventava una pista di ghiaccio su cui andare con le slitte arrivando a una velocità di circa 70 Km/h.
A San Pietroburgo è visitabile il Padiglione delle montagne russe (oggi monumento storico in disuso) ovvero un palazzetto dorato all’interno del quale c’è un lunghissimo scivolo su cui lo zar Pietro III ed i suoi figli si divertivano come i matti a correre giù dallo scivolo.
Furono tuttavia i francesi a chiamarle Montagne Russe. Fu infatti un uomo d’affari francese dall’occhio lungo che portò l’idea a Parigi, adattandola ad altre temperature. Così nel 1817 ci si sfidava su slitte con le ruote sulle Montagne Russe di Belleville: due tracciati uguali, uno di fianco all’altro, su cui si correva con delle vere carrozze.
Dieci anni più tardi, nel 1827, in Pennsylvania, la Mauch Chunk Switchback Gravity Railroad – fin ad allora la seconda ferrovia costruita in America e usata per trasportare il carbone dalla montagna al fiume Lehigh – venne trasformata in un’attrazione per il pubblico.
I carrelli che un tempo trasportavano carbone venivano riempiti con le persone che, pagando 1 dollaro, con un treno a vapore venivano portati in cima alla montagna per poi scendere giù alla velocità di 140 km/h nei carrelli che correvano giù per le rotaie grazie alla gravità.
L’attrazione è rimasta aperta fino al 1933 senza mai registrare un solo incidente.
L’introduzione del giro della morte si deve invece a un inglese che nel 1846 vendette ai francesi il brevetto della Centrifugue Railway: una discesa di 14 metri che conduceva ad un anello di 4 metri da affrontare su una minuscola slitta monoposto che restava attaccata alle rotaie solo grazie alla forza centrifuga.
In Italia le montagne russe arrivarono solo alla fine del secolo, nel 1892, a Genova, in occasione dell’Esposizione Italo americana che celebrava i quattrocento anni della scoperta dell’America.
La giostra si sviluppava su un percorso costituito da una rotaia doppia lungo 130 metri e su questa si muovevano tre vagoncini, ciascuno poteva contenere 10 persone. Ogni corsa costava 25 centesimi.
Sempre in Italia, ma poco prima della Prima Guerra Mondiale, arrivò anche l’Ottovolante, grazie ad un signore tedesco di nome Otto, che sempre a Genova inaugurò il suo “Otto monorazzo”, per gli amici, appunto “Otto volante”.