Il libro della lettura condivisa del mese di Giugno non ha convinto del tutto i nostri lettori di TSD. “I misteri di Praga” di Ben Pastor ha lasciato l’amaro in bocca soprattutto per quanto riguarda la parte del giallo all’interno della trama. Molto apprezzato il contesto storico e geografico della meravigliosa città protagonista.
Valentina Ferrari
Il libro “I misteri di Praga” di Ben Pastor è diviso in cinque parti, ciascuna delle quali costituisce un racconto a sè. Tuttavia, diversi elementi accomunano i cinque racconti: l’ambientazione, Praga e dintorni; i protagonisti, il medico ebreo Solomon Meisl e il tenente dei Lancieri Karel Heida; l’anno di svolgimento delle vicende, cioè il 1914, dal mese di giugno al mese di agosto; il fatto che ogni racconto sia incentrato attorno ad uno o più omicidi su cui Meisl ed Heida indagano. Ho apprezzato moltissimo il contesto storico che fa da sfondo alle vicende: siamo alla vigilia dello scoppio della Grande guerra, per cui si menzionano l’attentato di Sarajevo, l’ultimatum inviato dall’Austria-Ungheria alla Serbia, la dichiarazione di guerra e la mobilitazione che ne è seguita. Stupendi i luoghi, tra l’altro molto ben descritti, in cui si muovono i personaggi: Karlsbad; la bellissima, magica Praga; e la regione della Moravia dove viene inviato Heida dopo la dichiarazione di guerra del 28 luglio. Molto interessanti le curiosità storiche, così come le diverse leggende appartenenti al mondo e alla cultura ebraica, di cui Meisl è rappresentante, per esempio la suggestiva storia del Golem. Ho apprezzato tanto anche i due protagonisti, in particolare Meisl che, per il modo di porsi e di pensare, ho trovato di grande modernità. Utilissimo il glossario a fine libro, data l’abbondanza di termini ebraici, cechi e tedeschi di cui è disseminato il testo. Insomma, per me una lettura davvero valida: Ben Pastor, che avevo già apprezzato leggendo la serie di Martin Bora, non mi ha delusa! Grazie a Roberto per aver proposto questo libro, grazie a tutti i lettori del gruppo per il confronto e per gli approfondimenti storici condivisi.
Daniela Carcano
Praga ne emerge affascinante ma la narrazione del noir non è a mio avviso accattivante, anzi a tratti è noiosa.
Isabella Novelli
Il primo libro di Ben Pastor che affronto mi ha restituito una gran bella Praga , città che amo molto e che ho visitato più volte ,in maniera molto precisa e puntuale.Bella l’ambientazione ed il periodo che conoscevo poco (conosco soprattutto le favole praghesi e “Praga magica”di Ripellino) ma se come ambientazione storica mi è piaciuta molto e ne ho amato i protagonisti Meisl ed Heida,non ho apprezzato molto i risvolti gialli delle vicende,talvolta troppo semplicistici e scontati.Comunque sono felice di aver letto un’autrice che non conoscevo e di averla affrontata in questa condivisa.
Elisa Mannino
Non ce l ho fatta. L’ho trovato davvero pesante.
Daniele Chiari
Libro sicuramente interessante ambientato in Paesi affascinanti e in un periodo storico che non conoscevo, con molti dotti stimoli resi ancora più stuzzicanti dagli approfondimenti dei compagni di viaggio della lettura condivisa.A fare da sfondo una splendida città di Praga, mozzafiato in ogni epoca e in ogni contesto storico, con i suoi monunenti e i suoi quartieri indimenticabili per chi come me ha avuto la fortuna di conoscerli più volte dal vivo…Gli aspetti positivi, però, a mio avviso finiscono qui…. Per il resto una trama difficile da seguire, poco accattivante, troppi personaggi non ben definiti,episodi che si aprono con altri non ancora chiusi, troppe vicende storiche appena accennate e non approfondite.Stavolta non ci siamo. Peccato.
Daniela Castagnino
Il libro è composto di cinque capitoli che corrispondono ad altrettanti racconti gialli ambientati a Praga tra giugno ed agosto 1914, quando dopo l’attentato di Sarajevo è imminente lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.I due protagonisti principali sono il giovane tenente Heida ed il dottor Solomon Meisl, un medico ebreo. Sono loro che indagano e risolvono i cinque casi che compongono il libro.Secondo me, però la protagonista assoluta è la città di Praga, affascinante e misteriosa e descritta alla perfezione.Per quanto riguarda la trama delle storie non mi ha convinto del tutto, le risoluzioni dei vari casi mi sono sembrate un po’ forzate e soprattutto senza suspence e colpi di scena come mi sarei aspettata da un libro giallo.
Giordana Guadagnini
Lo sto leggendo ora , causa ritardo nel prestito in biblioteca sono molto indietro. Mi è però stato utile leggere i vostri commenti: non riuscivo a capire quando sarebbe entrata in scena la cameriera assassina e la relazione con il commerciante morto a Praga . Adesso capisco quando avevate commentato con “finale così così”: tutto il racconto è molto accurato e avvincente, il finale non all’altezza. Finirò il libro, anche se fuori tempo massimo, per le atmosfere e i personaggi che mi stanno piacendo molto.
Eliana Corrado
Avevo grandi aspettative su questo libro, avevo sempre sentito parlare in toni assai elogiativi di questa scrittrice, ma ne sono rimasta parecchio delusa.Siamo, manco a dirlo, a Praga, nel 1914. Qui un giovane ufficiale dell’esercito, Karel Heida, viene incaricato di far luce su una scia di delitti e di morti sospette che si susseguono quasi senza soluzione di continuità, ma che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. In tali indagini Heida è affiancato da un medico ebreo, Maisel, specializzato in malattie veneree, ma che subito si rivela un ottimo investigatore e valido aiuto per Heida.Tale “connubio” crea la giusta base per Pastor di affrontare, e quindi mostrare, lo scenario che si sta delineando in quel momento storico, che è quello della imminente guerra mondiale per la quale lo stesso Heida si sta preparando a partire. Assistiamo, così, ai prodromi dello scoppio del conflitto, all’attentato che costò la vita a Francesco Ferdinando, ai complotti degli irredentisti, e, inevitabilmente, a tutto ciò che il conflitto comportò e avrebbe comportato. Ma spesso la Pastor dà molto per scontato, sembra rivolgersi a un lettore già perfettamente edotto delle vicende storiche, per cui sorvola su tante cose che, forse, così note non sono, e spesso il lettore, a mio avviso, si perde – io mi sono persa in diversi punti.Molto ben resa, invece è l’ambientazione geografica: Praga esoterica, plumbea e a tratti cupa, anche se, a mio avviso, spesso l’autrice si perde in tutta una serie di descrizioni di strade, ponti, piazze e palazzi, in uno stile molto americano – tipica loro, infatti, è questa ossessione a dover fornire al lettore una sorta di stradario-navigatore che, onestamente, risulta pedante – che a me piace poco.I casi di investigazione in sé lasciano molta delusione. Spesso banali, conclusi in maniera frettolosa e con la tipica mano calata dall’alto; spiegazioni rabberciate alla bell’e meglio; colpevoli che, senza una ragione ben precisa, vengono lasciati andare; delitti di cui, onestamente, non si capisce il perché siano stati raccontati. Insomma, come giallo in sé, personalmente, è bocciato. Come romanzo storico ancora ancora si salva.
Maria A. Bellus
Indubbiamente la protagonista di questo romanzo è la città di Praga in tutta la sua bellezza e storia. Le descrizioni e l’ambientazione in una Praga del 1914 sono molto belle e ti fanno vivere la città nel migliore dei modi. Non altrettanto per la trama in sé del romanzo, le cinque parti, i cinque “misteri” non prendono più di tanto e hanno un finale abbastanza scontato. La lettura del libro non è male ma, almeno a me non ha preso più di tanto.
Martina Sartor
Ambientato nella Praga del luglio 1914, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, il libro si compone di 5 parti: 5 delitti a se stanti, uniti da luogo e tempo e dai personaggi che investigano. Uno è il tenente dei lancieri Karel Heida, giovane nobile dell’esercito asburgico, che, dopo l’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, si lascia prendere dall’entusiasmo per la guerra imminente. L’altro protagonista è Solomon Meisl, medico ebreo, più anziano e più disincantato di fronte agli avvenimenti del periodo.La Praga dell’epoca, l’ambientazione storica e l’atmosfera nell’imminenza della guerra sono descritte molto accuratamente. Anche i personaggi, soprattutto Heida e Meisl, sono molto vividi e interessanti. Ma la parte gialla, forse proprio per lo spezzettamento dei 5 racconti, mi ha lasciato perplessa e talvolta ho rischiato di perdere il filo. E questa, da appassionata di gialli anche storici, per me è una pecca. A volte ho avuto l’impressione che qualcosa fosse rimasto in sospeso e non fosse stato spiegato a fondo, come nel caso della morte di Plogojowitz, nell’ultimo racconto. Forse, in un giallo che occupasse tutto il romanzo, anche l’investigazione avrebbe potuto dare più soddisfazione al lettore.Alla fine rimangono l’ansia e l’angoscia per questi giovani soldati che, ormai noi lettori lo sappiamo, verranno mandati allo sbaraglio nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, come dice Meisl:”E questo era solo l’inizio della guerra, pensò Meisl. Nemmeno l’inizio, solo la cupa e folle preparazione al massacro.”
Virzo Laura
Praga!!! Un nome che fa subito pensare a Cabala ed esoterismo. Invece no. Storielline che di giallo hanno veramente poco. Molto bella invece l’ambientazione storica e la descrizione della città. Lettura piacevole, poco impegnativa!!
Silvia Lucia Mapelli
“I misteri di Praga” di Ben Pastor è una raccolta di racconti gialli ambientati nella capitale della Boemia e dintorni, all’immediata vigilia della Grande Guerra. A condurre le indagini è un peculiare duo: Karel Heida è un giovane ufficiale boemo di famiglia aristocratica che milita tra le fila dell’esercito austro-ungarico e che, quando viene incaricato di far luce sul primo dei delitti su cui si troverà ad indagare, comincia a collaborare con il dottor Solomon Meisl, un brillante medico ebreo di mezza età.Non posso dire che sia stata una lettura eclatante. L’autrice ha un grande talento per la ricostruzione storica e crea una scenografia molto densa di riferimenti; un altro tratto a mio parere molto apprezzabile, poi, è il fatto che venga resa molto bene l’atmosfera di pesante razzismo che aleggia nell’impero asburgico all’inizio del Novecento (il personaggio del colonnello Trott incarna perfettamente il tedesco medio del tempo, convinto di essere superiore a qualunque altra etnìa e che vede come fumo negli occhi cechi, italiani, magiari, ebrei e compagnia bella). La bravura della Pastor, però, non si estende alla strutturazione delle trame gialle, che lasciano invece molto a desiderare.Non capisco perché una penna così non si dedichi al romanzo psicologico o di formazione, che risulterebbe molto più nelle sue corde.In definitiva, ne consiglierei la lettura solo ai grandi appassionati del periodo storico in questione… e di Praga: sembra di camminarci dentro, tanto minuziose sono le descrizioni del centro storico. Forse, in fondo, la protagonista vera del libro non è la strana coppia Heida/Meisl, quanto proprio la Città d’Oro.
Donatella Palli
È proprio vero che uno stesso libro può risultare differente quando lo leggiamo in momenti diversi. Sono alla seconda lettura del romanzo della Pastor perché l’avevo letto due anni fa e ne ero rimasta entusiasta . Adesso ho forse volutamente tralasciato la trama per dedicarmi ad una riscoperta di Praga molto minuziosa. In effetti è così dettagliata che potremmo dire è descritta strada per strada, monumento per monumento da sembrare talvolta un po’ pesante. Come hanno detto altri Praga è proprio la protagonista del romanzo. Un altro aspetto che ho notato di più questa volta è il sottile razzismo verso gli ebrei , purtroppo noto , ma anche verso tutte le altre nazionalità dell’ impero che non siano l’austriaca. Continuo la mia disamina sottolineando il grande entusiasmo degli ufficiali ( Heida incluso) per l’ andare in guerra.Certo faceva parte della loro formazione ma è forse anche l’indole di una classe dirigente di ancièn régime con una obsoleta idea dell’onore. In conclusione apprezzo la Pastor perché proprio con questi e altri particolari ci offre un vero romanzo storico.
Matilde Titone
Scrittrice poliedrica, italiana naturalizzata USA, laureata alla Sapienza in archeologia. Ha vinto anche il premio internazionale Flaiano..Scrive benissimo, mi ha portata a Praga, mi ci ha infilata tra vicoli e Castello, sono stata con Heide sulla Nerudova, Malastrana e sulla Moldova. La casa di Heide mi sembra di averla visitata, come lo studio di Meisel. E il buon Von Trotta io lo visualizzo per quanto è vero, reale, austroungarico fin nel midollo. Mi è piaciuta l’analisi delle cause della guerra, a tratti leggera a tratti molto profonda e acuta. La percezione non veritiera di cosa è davvero la guerra tranne da parte del dottore ebreo. L’ho letto con una sorta di fascinazione per i luoghi e alcuni personaggi ma senza passione alcuna per l’elemento “thriller”, che anzi mi è sembrato pasticciato e confuso. Mi è comunque piaciuto lo stile che sa trascinare avvolgere e far penetrare il lettore nel racconto. Vorrei provare a leggere altro della stessa scrittrice ma non romanzi storici soprattutto non thriller. La trama non è riuscita ad appassionarmi, infatti devo ancora finirlo.
Laura Pitzalis
Cinque delitti nell’arco di tre mesi, a risolvere i quali due investigatori per caso e per passione che non hanno nulla in comune: il distinto e maturo dottor Solomon Meisl, specializzato in malattie dell’apparato riproduttivo, richiesto e apprezzato come medico ma “di nascosto” perché ebreo e perché il massimo esperto in città in una di quelle malattie veneree così frequenti ma da celare; il giovane Karel Heida di nobile famiglia, tenente dei lancieri dell’Imperialregio Esercito austro-ungarico, con una brillante carriera davanti. Il primo razionalista e disilluso, l’altro pervaso da spirito patriottico e ansioso di partire per una guerra che, non ha dubbi, sarà rapida e gloriosa.Eppure, sono sempre insieme, si confrontano, si svelano e risolvono i casi.Sullo sfondo una splendida e misteriosa Praga immersa nella calura estiva del 1914, scossa da quei colpi di pistola che a Sarajevo danno l’input alla Grande Guerra, e dall’ultimatum dell’Austria alla Serbia, colto con agitazione guerrafondaia da alcuni, preoccupante da altri. Un immane e insensato massacro sta per dilaniare l’Europa.Un giallo storico la cui struttura mi ha ricordato le detective story delle serie tv inglesi anni ’70: cinque parti, cinque delitti da risolvere, cinque “storie” autoconclusive. Potrebbe sembrare più che un romanzo un insieme di racconti, ma non è così sia per la sequenza temporale che li lega, sia per la presenza, in tutti, di Meisl, Heida e i personaggi che gravitano intorno a loro.La scrittura è colta e ben regolata, la narrazione scorrevole malgrado i termini nelle varie lingue originali (ceco, tedesco ed ebraico) mi abbiano rallentato non poco, e la ricostruzione storica ineccepibile, ma … mi è sembrato che gli avvenimenti fulcro della narrazione, ovvero quelle che riguardano i delitti e le indagini, siano più un “contorno” rispetto all’ambientazione, ai luoghi e alle vicende che avrebbero, invece, dovuto essere la scenografia del nucleo giallo del romanzo, visto il titolo “I misteri di Praga”. Inoltre, non tanto le indagini svolte dai nostri due investigatori che più volte sono state, per me, fonte di curiosità portandomi ad approfondimenti storici e culturali, ma la risoluzione dei casi non proprio logiche, di non facile interpretazione, enigmatiche, che arrivano inaspettatamente mi hanno lasciato perplessa non poco.Nonostante ciò, l’ho letto con piacere perché l’ambientazione e l’atmosfera del romanzo mi ha affascinato tantissimo. Leggendo il libro sono stata nella meravigliosa e misteriosa Praga degli inizi del XX secolo, nei suoi quartieri storici raffinati e in quelli trasandati degli ebrei, nei teatri, nelle esclusive caffetterie, nelle monumentali chiese cattoliche e nei decadenti e abbandonati cimiteri ebraici. Ho rabbrividito percependo nelle classi privilegiate la loro ormai radicata convinzione di essere superiori, i loro pregiudizi su chi non appartiene alla loro etnia e sulle classi popolari per loro brutte, sporche e cattive.Ma soprattutto Ben Pastor mi ha fatto accedere nell’anima profonda della città, capitale di un’epoca e di un mondo che sono stati ai vertici della cultura europea.Per questo mi è dispiaciuto quando ho chiuso l’ultima pagina.
Raffaelina Di Palma
Praga: Impero Austro-Ungarico, giugno 1914.Siamo nell’immediata vigilia della prima guerra mondiale.Solomon Meisl, un medico ebreo specializzato in malattie veneree con la passione per l’investigazione offre la propria esperienza al giovane ufficiale dell’esercito, Karel Heida, incaricato di risolvere diversi e intricati casi di omicidio.Sotto i colpi della pistola di uno studente bosniaco, Gavrilo Princip, morivano a Sarajevo il principe ereditario Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia: fu la miccia che diede la stura allo scoppio della Prima Guerra Mondiale: gli eventi si mettono in moto inesorabilmente.Intanto a Praga la coppia atipica formata da Heida e da Meisl si trova davanti a casi spinosi da risolvere: nobildonne russe truccate vistosamente, annegamenti sospetti, un ritorno del Golem nel ghetto ebraico, soldati non-morti; misteri che, l’ufficiale ceco, con la sua distinta pacatezza dipana grovigli che riesce a risolvere a volte con l’intuizione, a volte grazie alla fortuna.Tutti i casi, a mio avviso, meritavano un approfondimento più ampio: una trama ben costruita, ma non c’è mordente.Nonostante la minaccia di una guerra diventi sempre più reale, una guerra che sarà la causa di milioni di morti, l’autrice Ben Pastor, da un contesto opprimente e feroce che, solo una guerra può provocare, passa con nonchalance a una Praga con una scenografia ricca di fascino, elegante e arcana, dando l’impressione di una città arroccata nella sua indifferenza.Mi piace lo stile di scrittura, la trama è ben strutturata: la descrizione di una Praga ricca e brillante sarebbe fantastica se non fosse affiancata all’imminente conflitto a cui si sta preparando l’Europa.Si salva la parte storica, ma non c’è quella suspense che dovrebbe avere un giallo.Difficilmente mi sono trovata divisa nel corso di una lettura come stavolta: è la prima volta che leggo questa autrice quindi, non posso fare un raffronto con altri suoi lavori, è un limite che non mi piace: per cui mi fermo a questa prima impressione. Forse in futuro cambierò idea.
Maria Marques
Praga. Alla vigilia del primo conflitto mondale,Karel Heida, un giovane militare appartenente alla nobiltà e il dottor Meisl, ebreo, indagano su alcune morti apparentemente misteriose.I Misteri di Praga sono dunque cinque racconti che ruotano intorno a omicidi con alcuni personaggi fissi.Ogni omicidio è raccontato attingendo a una ricostruzione geografica accurata e minuziosa, in cui la città di Praga emerge in tutta la sua vitalità e dualità, divisa tra il mondo dei gentili e la comunità ebraica. La Praga monumentale emerge chiaramente e i due protagonisti principali si muovono tra il ponte Carlo, il quartiere di Mala Strana, il castello, il ghetto. L’uccisione del principe ereditario Francesco Ferdinando e della sua consorte, sarà la miccia che darà l’avvio al primo conflitto mondiale e, mentre l’atmosfera in città si fa sempre più rarefatta e opprimente e la parola guerra diventa sempre più reale, sino alla effettiva dichiarazione, le indagini di Heida e i Meisl proseguono, quasi a mantenere una parvenza di normalità in un paese che, con la mobilitazione generale, sta, suo malgrado, trasformandosi.Premetto che non amo i racconti e che non mi aspettavo, leggendo la trama, che il libro fosse così strutturato, devo riconoscere tuttavia all’autrice la capacità di aver dato continuità alla lettura, attraverso le vicissitudini del tenente Heida e al suo rapporto con il dottor Meisl che, nato casualmente, si trasforma in una amicizia. Se da un punto di vista descrittivo, emerge la penna della Pastor che dipinge ogni piccolo particolare, il libro sconta principalmente un difetto :i misteri del titolo, non esistono. I gialli che dovrebbero essere il punto centrale dei racconti purtroppo non decollano, risultano piatti, senza nessun interesse per il lettore ,addirittura paiono fare da sfondo a tutto il libro. Dal punto di vista storico c’è anche uno scivolone parecchio evidente e, se già in altri libri, della serie di Elio Sparziano, la autrice ammetteva di aver anticipato o posticipato qualche evento per necessità narrative, in questo caso, non essendoci nessuna indicazione, c’è la netta sensazione che si tratti proprio di una svista. Nonostante la parte investigativa sia poco incisiva, ammetto che I Misteri di Praga mi è piaciuto. Ho apprezzato lo stile della autrice, le descrizioni, l’ironia che stempera le battute dei protagonisti e quell’atmosfera di un impero che forse non è mai stato unito, in cui le differenze culturali , etniche, linguistiche, emergono dalle pagine più evidenti che mai.
Luigia Amico
La vera protagonista del romanzo è indubbiamente Praga che l’autrice restituisce al lettore in maniera brillante e con descrizioni realistiche. Ho apprezzato il contesto storico che a mio avviso risulta essere ben tracciato, tralasciando un piccolo errore da cui è nato un interessante confronto sul gruppo di lettura.Purtroppo lo sviluppo della parte del giallo non mi ha convinto; ho faticato a seguire l’evolversi delle vicende e ho trovato le investigazioni a tratti confusionarie. La narrazione risulta essere piatta e per nulla avvincente, oserei dire quasi banale e scontata.Sicuramente non è un libro che mi sento di consigliare. Mi dispiace ma per me è bocciato.
Mara Altomare
Ho apprezzato di questo libro Il viaggio a Praga, che non ho mai visitato, e gli approfondimenti degli eventi storici descritti e condivisi, un’esperienza che mi ha arricchita, ben oltre la lettura di questi 5 racconti! Mentre leggevo mi rendevo conto che la mia attenzione era spostata più su questi aspetti descrittivi che sulle storie e i misteri da risolvere.. tra tutti ho trovato il quinto racconto il più avvincente, intrigante, inquietante, emozionante e anche il più lineare e facile da seguire, forse perché ambientato lontano da Praga, qui la città non mi ha distratta dalla storia!Ho amato i due protagonisti, ma non singolarmente, bensì osservandoli insieme, uno complementare dell’altro: il medico e il militare, l’esperienza, la consapevolezza dell’età, e la gioventù e l’incoscienza del giovane, pur con la paura della guerra. “Meisl sentì la rabbia del medico contro la guerra e lo infastidiva che Heida non ammettesse il dolore e nemmeno cavalcasse stanco o riconoscesse che era stato venduto come schiavo della Morte al mercato della Storia.” L’ebreo e il cristiano che si arricchiscono a vicenda nelle loro indagini e poi anche umanamente, e che insieme ci insegnano a guardare verso il cielo … “le scie delle Meteore… un terrificante contrappunto all’immediatezza delle preoccupazioni degli uomini, così furibonde e così futili”.
Roberto Orsi
“I misteri di Praga” è il primo di un breve ciclo di romanzi dell’autrice Ben Pastor ambientati alle soglie del primo conflitto mondiale con protagonisti il tenente Karel von Heida e il medico ebreo Solomon Meisl.Il romanzo è strutturato in cinque parti ognuna delle quali vede i due personaggi alle prese con la risoluzione di alcuni casi di morti sospette e/o violente. Come una sorta di cinque mini-racconti, il filo narrativo che li unisce è dato sicuramente dalla città di Praga e l’atmosfera che la pervade nelle settimane antecedenti lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il cattolico Heida, con una famiglia alle spalle di origini protestanti, e l’ebreo Meisl indagano su alcune morti misteriose che vedono come vittime diversi esponenti delle classi sociali: dalla principessa Rodomanavskaya, moglie dell’aiutante di capo del principe ereditario, a una giovane prostituta che risponde al nome di Rosa Schulz, dal mercante di pelli Mark Lipman ritrovato senza vita annegato sulla riva del fiume, all’operaio Antonin Mrazek sul quale è precipitato un blocco di cemento durante la restaurazione di un palazzo, fino ad alcuni militari sulla cui morte aleggiano storie di vampiri e morti viventi.Composizioni e indagini diverse tra loro in cui però la componente del giallo mi ha un po’ deluso. Molto apprezzabile e godibile la ricostruzione storica della meravigliosa città di Praga di inizio XX secolo e i tanti riferimenti al contesto politico del tempo, con l’Impero Austro-ungarico minacciato dalle correnti di indipendentismo sempre più forti. Alcuni personaggi come Meisl, Heida e il colonnello Von Trott sono ben caratterizzati ma forse non riescono a essere incisivi del tutto. Alcune questioni irrisolte lasciano pensare che ci sia un seguito nel secondo romanzo in cui tutto venga chiarito. La trama gialla non mi ha lasciato del tutto entusiasta.
Sonia Brindisi
Cinque i capitoli di questo libro che trattano 5 misteri/raccontigialli ambientati a Praga e due iprotagonisti principali che sono il giovane tenente Heida ed il dottor Solomon Meisl, un medico ebreo . Sono loroche indagano e risolvono i cinque casi che compongono il libro.Premesso che non mi piacciono i libri così strutturati e divisi in racconti, posso dire che ho trovato affascinante la descrizione di Praga che voglio, quindi, assolutamente visitare e la scrittura fluida che lascia leggere facilmente e piacevolmente. in generale però il libro mi ha deluso.
Silvia Righi
L’avevo letto anni fa , seguito dal secondo libro, la stanza di scirocco. È godibile, la Pastor è sempre molto attenta e accurata nel riportare dettagli storici e nel descrivere i personaggi. La serie migliore è comunque quella che ha come protagonista Martin Bora, di cui , nel libro, fa una rapida apparizione il patrigno. Bravissima,è davvero interessante da ascoltare. L’ho apprezzata grazie alle presentazioni di alcuni suoi libri.
Costanza Marzucchi
Premetto che è la prima volta che leggo un romanzo strutturato secondo una suddivisione di casi e di conseguenza ho trovato qualche difficoltà a seguire la linea narrativa generale. I personaggi sono ben delineati ed accattivanti ma non sono loro ad aver catturato il mio interesse, e nemmeno il periodo storico. Ciò che ho amato di questo romanzo è l’ambientazione. Praga sembra letteralmente prendere vita, seguendo i passi dei protagonisti, con la sua bellezza malinconica e le sue mille contraddizioni, tra cui un nemmeno troppo nascosto antisemitismo che è la cifra di un’epoca. Questo elemento è sicuramente ciò che ho preferito di questo romanzo, per me poco congeniale dal punto di vista della strutturazione della trama.
Praga, impero austro-ungarico, inizio giugno 1914. Solomon Meisl è un medico ebreo che esercita a Josefstadt, il cuore storico, magico ed esoterico della città. Tenace, intuitivo, paziente, il dottor Meisl affianca alla sua professione quella di detective privato. Così, un giorno d’estate, ecco bussare alla porta del suo studio Karel Heida, un giovane ufficiale dei Lancieri incaricato di fare luce sull’omicidio di una principessa russa. Un caso inspiegabile, a cui fanno seguito altri efferati delitti, dai contorni quasi sovrannaturali. Deciso ad affiancare il tenente Heida nelle sue indagini (e avvalendosi dei consigli di un amico scrittore di nome Franz Kakfa…), Meisl si butta a capofitto nella Praga più occulta e incantata, memore del ghetto ebraico e del Golem, tra nobildonne seducenti, rabbini-alchimisti, cantanti d’opera, cabarettisti yiddish, assassini seriali e terroristi nell’ombra. Alla fine ogni delitto avrà la sua spiegazione, il suo movente, il suo colpevole. Ma intanto, a Sarajevo, il 28 giugno 1914…