Recensione a cura di Maria Marques
Da una sconfitta, bruciante e deludente, può nascere una consapevolezza maggiore e una forte determinazione a raggiungere un obiettivo che sembra impossibile? La risposta a questa domanda, Cinisca, la protagonista del romanzo, la trova attraverso un percorso di crescita personale.
Per te Cinisca:” Un ulivo dai figli di Poseidone.
L’oracolo della Pizia, consultato con il fratello Agide è criptico ma anche la prima interpretazione che ne darà il sacerdote che riferisce quanto pronunciato dalla sacerdotessa nel santuario di Delfi, si rivelerà al contempo chiaro e sibillino. Cinisca potrà comprendere l’oracolo del dio dopo molti anni ma, poiché è una donna spartana conosce appieno che cosa significhi la pazienza, acquisita in anni di duri allenamenti e nel rispettare le rigide regole volute dal legislatore Licurgo. Ragazzina, sconfitta nella gara della corsa durante i giochi Erei, gli unici giochi olimpici cui potevano partecipare le donne da tutta la Grecia, per Cinisca sembra che al ritorno in patria, il destino sarà simile a quello delle altre donne: sposarsi e generare figli che a loro volta verranno allevati per farne perfetti soldati.
…il tuo dovere è il matrimonio. Sei una principessa per giunta…
Cinisca rifiuterà questa strada tracciata per lei sin dalla nascita, ribadita dalle parole del fratello Agesilao: il suo unico desiderio è, cancellare la sconfitta, vincere la gara di corsa ai nuovi giochi Erei e percorrere attorniata dai concittadini festanti, la strada per entrare a Sparta.
La Storia tuttavia, quella fatta di avvenimenti che trascendono i singoli, quella Storia capace di stravolgere vite e desideri, decreterà ben altro. È il periodo delle Guerre del Peloponneso che per circa trent’anni, attraverso numerosi scontri, vide coinvolte tutte le città dell’Ellade e delle colonie, in una alternanza di predominio tra le due città principali, Atene e Sparta. Saranno proprio le vicende della guerra che metteranno a dura prova la determinazione di Cinisca, perché scoprirà che:” In occasione dei prossimi giochi olimpici, dichiariamo che Sparta, avendo violato l’ekecheira (la tregua) a causa dell’attacco alle città di Lepreo e Fircone in periodo di pace, verrà squalificata e gli spartani saranno interdetti dall’area del Santuario. Per evitare ciò dovrà pagare una multa da duemila mine.”
Il rifiuto da parte dei re e degli efori, di pagare una tale multa porterà allo sconforto Cinisca, ma sarà questo fermo inaspettato che le consentirà, grazie a un suggerimento di pensare più in grande, non a una partecipazione in prima persona ai giochi Erei, ma a quelli olimpici sfruttando una eccezione alla regola. Infatti, se la partecipazione ai giochi olimpici era interdetta alle donne, non esisteva il divieto che queste allestissero e facessero gareggiare una quadriga, fermo restando che alla guida delle stesse, durante la gara, vi fosse un auriga.
Da quel suggerimento la vita e le ambizioni della giovane principessa perseguiranno un obiettivo che la terrà impegnata per anni, mentre la vita intorno a lei continua a in un susseguirsi di eventi grandi e piccoli.
L’autrice, Alessandra Leonardi, racconta, romanzandola, la vita di Cinisca di Sparta, principessa della famiglia degli Europontidi, nata intorno al il 440 e spentasi dopo il 392 a.C. Figlia e sorella di due re, Agide e Agesilao, fu la prima donna a vincere la gara con una quadriga durante le Olimpiadi del 396 e poi ancora nel 392 a.C. ottenendo che nel tempio di Olimpia le fossero dedicate due statue.
Alessandra Leonardi nelle pagine del romanzo da voce e corpo a Cinisca ma rende anche nuovamente vita a Sparta con le sue tradizioni, i suoi usi e costumi e la sua profonda religiosità. Il romanzo si snoda attraverso l’arco temporale di circa vent’anni permettendo al lettore di seguire Cinisca da giovanissima sino all’età adulta, lasciando spazio all’amicizia, al tradimento e all’amore, ma soffermandosi anche sulla condizione delle donne, perché non tutte sono fortunate e spalleggiate dalla famiglia come la protagonista. Quello che emerge dalle pagine non è solo la vicenda di una donna che ebbe il coraggio e le possibilità di seguire un sogno, ma anche una civiltà che si sta disgregando, cedendo alle lusinghe del mondo esterno, alla “fame dell’oro” che nonostante leggi severe, non si riesce ad arginare. Personaggi di fantasia si trovano così a convivere nelle stesse pagine con personaggi realmente esistiti, creando un piacevole intreccio che rispetta comunque il rigore storico. Un romanzo da cui emerge la conoscenza dell’autrice per il periodo storico proposto, coerente con esso anche nello scandire il tempo indicando i mesi con il loro antico nome greco e misurando il trascorrere degli anni, in base ai giochi olimpici, proponendo al lettore un piccolo dizionario nelle pagine finali per permettere di comprendere appieno l’uso dei termini antichi utilizzati nelle pagine.
Trama
Le Olimpiadi antiche erano esclusivamente un discorso per uomini. Le donne, da regolamento, non potevano partecipare ai Giochi e potevano presenziare all’interno dello Stadio soltanto se ancora nubili. Questo in quasi tutta la Grecia ma non a Sparta dove c’era un’eccezione: la corsa dei carri. Questa non è solo la storia delle Olimpiadi, ma la storia di una donna, Cinisca, figlia di Archidamo II, l’austero Re di Sparta, prima donna nella storia che – fra complotti, intrighi, fughe e peripezie di ogni tipo – sentirà il pubblico urlare il suo nome alle Olimpiadi del 396 a. C., e che dopo 2400 anni è ancora un punto di riferimento per tutte le sportive.