Concludiamo il nostro mese storico con gli approfondimenti legati al rito del matrimonio parlando di quelli che sono stati nel corso dei secoli i regali di nozze più particolari ricevuti dagli sposi.
Uno scrigno in oro, smalto, velluto e seta, realizzato da James William Benson nel 1874 (conservato al Museo Hermitage di San Pietroburgo) fu il regalo di nozze che Lord Mayor di Londra fece allo zar Alessandro II in occasione del matrimonio della figlia dello zar, la Granduchessa Maria Alexandrovna, con Alfred, Duca di Edimburgo nel 1874, figlio della Regina Victoria.
Mentre lo zar in persona regalò alla figlia per le sue nozze una parure composta da una coroncina a motivi floreali con al centro dei rubini; un collier di diamanti e rubini taglio cuscino alternati; un bracciale rigido con 12 diamanti taglio cuscino con un rubino centrale di provenienza birmana di 8,40 carati; un anello con rubino da 9,19 carati; un paio di orecchini; una broche con rubino centrale ovale di 12 carati circa.
Restiamo in Russia, ma un secolo indietro: la Zarina Caterina La Grande ricevette in dono dalla sua famiglia un set da toletta, il più grande del suo genere ordinato dalla Cina, composto da 32 pezzi in filigrana d’argento smalti, filigrana, granulazione. In particolare, lo specchio: legno, argento, legno, piume di Martin pescatore e pavone, madreperla, anche questo conservato all’Hermitage di San Pietroburgo.
Per le sue nozze, l’Arciduchessa Maria Antonietta ricevette dal suocero, Luigi XV, in regalo un coffre à bijoux. Ideato dal marchand-marcier Simon-Philippe Poirier, il mobile, uno scrigno per i gioielli e bijoux, è realizzato in legno di rosa e palissandro, bronzo dorato al mercurio, placche in porcellana di Sèvres.
Maria Antonietta lo teneva nel salotto ottagono della meridiana a Versailles; era talmente affezionata a questo mobile che, dopo il 6 ottobre del 1789, lo fece trasportare alle Tuileries. Venduto nel 1797, è passato per mani di diversi proprietari, finché fu donato al castello di Versailles.
Quando Margherita di Savoia si sposò con il principe ereditario Umberto il 22 aprile 1868, portava sui capelli un diadema di palmette e rose in diamanti della casa Mellerio di Parigi, dono del suocero, Vittorio Emanuele II, alla sposa.
In occasione del suo matrimonio con il giovane generale Bonaparte, nel marzo 1796, Josephine de Beauharnais trovò tra i suoi regali di nozze una “corbeille de mariage”.
Durante tutto il 18° secolo e parte del 19° era tradizione che il futuro marito offrisse alla sua sposa, al momento della firma del contratto di matrimonio, un cesto nuziale pieno di doni, per lo più costituiti da gioielli e galanterie varie. Le corbeilles ovviamente variavano a seconda del budget.
Questo era in seta, rame, argento e cartapesta, di forma ovale, completato da un coperchio su cui una volta era ricamata in filo d’argento la lettera J. Il piedistallo sul quale poggia è interamente rivestito di seta bianca, oggi ingiallita dal tempo, e decorato con filo d’argento, perle, fogliame e motivi decorativi della tradizione classica come ovoli e scanalature. Due anelli di ottone formano le maniglie.
Ma non c’erano solo regali di nozze “familiari”. Anche il popolo, spesso, faceva doni agli sposi.
La comunità olandese di San Pietroburgo decise di omaggiare la Regina Wilhelmina, sovrana dei Paesi Bassi, per le sue nozze con il Duca Heinrich zu Mecklemburg, di un pezzo straordinario: un vassoio di presentazione, in nefrite in stile rinascimentale della ditta Fabergé.
Rimasto nelle collezioni reali olandesi fino al 1963, venne poi venduto da un membro della famiglia reale al gioielliere londinese Wartski, che lo mise in asta da Christie’s nel 1974. Sembra, anzi ormai è certo, che a venderlo sia stato il Principe Bernhardt, consorte della Regina Juliana, all’insaputa della stessa. Poi, quando Christie’s lo mise all’asta, la famiglia reale affermò che nessuno si era accorto della sparizione… Di sicuro, i proventi della vendita non entrarono nelle finanze della regina, da lì il sospetto di una vendita “clandestina”.
In fatto di regali, non furono da meno, ma forse più concreti, alcuni contadini che, in occasione del matrimonio fra la regina Vittoria e il principe consorte Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha (che fra l’altro era suo cugino) del 1840, inviarono in dono agli sposi una forma di formaggio del peso di oltre 500 chilogrammi e fatta con il latte di 750 mucche.
Sua Maestà accettò il regalo, che venne poi esposto al pubblico su richiesta degli stessi contadini, ma a fine mostra rifutò di riprenderselo.