Con la curiosità di questa domenica rimaniamo sulla scia del mese storico in via di conclusione. Abbiamo parlato di riti, elementi, simboli, regali e doti stravaganti, matrimoni da sogno… ma c’è un tipo di festa di nozze che arriviamo a celebrare solo se è andato tutto bene, se i coniugi hanno dato prova d’amore e di resistenza nel tempo: le nozze d’argento.
Perché si chiamano così?
Tale ricorrenza che ha le sue radici addirittura in epoca medievale: nell’anno 1000, nei sobborghi di Parigi, l’allora re di Francia, Ugo Capeto, recatosi nei sobborghi di Parigi per sbrigare degli affari legati all’eredità ricevuta da uno zio mercante di bestie, trovò presso la fattoria di quest’ultimo il suo fedelissimo servo, celibe e ormai vecchio. Nello stesso posto lavorava una donna, anch’essa nubile, alla quale il re, per premiarla della sua dedizione al lavoro offrì in dono il fondo e un marito, nella persona del servo, qualora avesse acconsentito. Il servo, frastornato, accettò la proposta del re e assecondò il suo desiderio che i due si sposassero sebbene avessero già “capelli d’argento”. Il re, quindi, infilò all’anulare della donna come fede nuziale il proprio anello d’argento e gemme. La storia divenne nota in tutta la Francia, tanto che si crede che proprio da quel momento abbia avuto inizio l’usanza delle nozze d’argento.
Secondo altre fonti la tradizione delle nozze d’argento ha invece origine, sempre nel Medioevo, ma in Germania. Qui era usanza che per il venticinquesimo anniversario di matrimonio, la padrona di casa accogliesse gli ospiti con una corona di argento che le cingeva il capo.