Articolo a cura di Laura Pitzalis
Il “Matrimonio”, cito Wikipedia, è un atto giuridico che indica l’unione fra due persone, a fini civili, religiosi o a entrambi i fini e che di norma è celebrato attraverso una cerimonia pubblica detta nozze, comportando diritti e obblighi fra gli sposi e nei confronti dell’eventuale prole.
Esistono varie forme di matrimonio, per esempio il matrimonio concordatario, il classico “sposarsi in chiesa”; il matrimonio civile, quello che, di norma, viene celebrato in Comune o in altri luoghi previsti dal regolamento comunale; il matrimonio acattolico che viene celebrato da un ministro di culto non cattolico (ad esempio ebreo, metodista, ecc.), questi per citare quelli più comuni.
Oggi però vorremmo parlarvi di un matrimonio molto diffuso nel passato ma oggi difficilmente applicabile se non a una famiglia reale o regnante: il Matrimonio Morganatico, una forma di matrimonio che regola l’unione di un nobile con una donna di condizione inferiore, per cui la moglie e gli eventuali figli non prendono la posizione giuridica del rispettivo marito e padre, né hanno diritto all’eredità del patrimonio familiare.
Da dove deriva l’aggettivo “morganatico”?
In effetti “morganaticum” è una voce dalle origini oscure e dalle molteplici etimologie. Quella più accreditata lo ritiene una barbara latinizzazione del longobardo Morgangeba, oggi Morgengabe, composto di Morgen, “mattina”, e Gabe, “dono”: il “dono del mattino”che presso i Longobardi era il dono di nozze che la sposa riceveva dallo sposo, pubblicamente davanti ai parenti per attestarne la sua onorabilità, la mattina successiva al matrimonio. Era una sorta di “dote”, costituita in genere da terre e possedimenti, che il marito istituiva in favore della moglie e nello stesso tempo ufficializzava il matrimonio.
Da questa istituzione germanica, chiamata anche “matrimonio con la mano sinistra” perché lo sposo durante la cerimonia offriva alla sposa la mano sinistra anziché quella destra, discende il “matrimonium a morganaticum” che nel medioevo, quando era importante che il patrimonio venisse conservato su un’unica linea di successione, prese una diversa configurazione nel caso di seconde nozze: la seconda moglie ed eventuali loro figli sarebbero stati esclusi dall’asse ereditario. In questo modo si evitava che i figli avuti dal secondo matrimonio avanzassero pretese sulla corona e dessero vita a tensioni con i figli di primo letto.
Il matrimonio morganatico nella storia
Nella Storia ci sono stati diversi matrimoni morganatici, alcuni vantano personaggi storici di spicco. Ricordiamone qualcuno:
Cosimo I de’ Medici e Camilla Martelli (29 marzo 1570)
Camilla Martelli aveva circa vent’anni quando divenne l’amante di Cosimo I de’ Medici, granduca di Toscana, che a quel tempo ne aveva 48, era vedovo da cinque anni di Eleonora di Toledo e si era ritirato dalla politica lasciando gli affari di Stato nelle mani del figlio primogenito Francesco.
La nascita da questa relazione di una figlia, Virginia, causò, però, un tale scandalo da richiedere addirittura l’intervento del papa, Pio V, che obbligò Cosimo a sposare Camilla. A questo matrimonio si oppose Francesco timoroso di perdere potere e soldi, per cui fu scelto un matrimonio morganatico che fu celebrato il 29 marzo 1570 in forma strettamente privata. Camilla sarà “moglie” ma non “ereditiera”: fu esclusa dai diritti sui titoli e sui privilegi del marito.
Pochi anni dopo Cosimo fu colpito da un ictus che lo rese invalido e che lo portò alla morte il 21 aprile 1574. Per Camilla la situazione cambiò di colpo: fu rinchiusa in convento dopo essere stata costretta a rinunciare a tutti i suoi beni che donò alla figlia. Le costrizioni e la solitudine che questa sistemazione le imponeva finirono per minarne la salute fisica e mentale. Alla morte di Francesco I, Camilla ricevette un atto di clemenza da parte di Ferdinando I, subentrato al trono del fratello, che la fece uscire dal convento permettendole di alloggiare nella villa di Lappeggi a Grassina. Ma la lontananza dalla vita mondana e da Firenze le procurarono delle crisi di nervi che saranno sempre più forti tanto da costringere Ferdinando a ricondurla in convento dove disturbi nervosi e depressione, la condussero in breve alla morte.
Luigi XIV e Madame de Maintenon (notte tra il 9 e il 10 ottobre 1683)
Tutti conosciamo Luigi XIV, il Re Sole, autore della celebre frase “L’état, c’est moi”, monarca simbolo del potere assoluto, ma forse pochi sanno, che nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 1683, a 45 anni d’età, siglò un matrimonio morganatico con Madame de Maintenon, al secolo Françoise d’Aubigné, donna dal passato alquanto burrascoso, figlia di un falsario ospite delle patrie galere.
Grazie all’amicizia con Madame de Montespan, all’epoca amante ufficiale di Luigi XIV, riuscì a entrare alla corte di Versailles diventando la governante dei figli illegittimi del Re.
Il rapporto amoroso tra i due cominciò nel 1675, quando lei aveva già quarant’anni, e galeotta fu una passeggiata notturna nel parco di Saint-Germain in cui lei gli si concesse senza remore.
Divenne così l’amante ufficiale di Luigi XIV e otto anni dopo, a distanza di tre mesi dalla morte di Maria Teresa d’Asburgo consorte del re, lui la sposò in segreto. Non ebbero figli ma lei gli rimase accanto fino alla morte, nel 1715.
Ferdinando I delle Due Sicilie e Lucia Migliaccio (27 novembre 1814)
Rimasto vedovo dell’odiata e dalla quale era stato odiato, Maria Carolina d’Austria, Ferdinando I, re delle Due Sicilie, sposò morganaticamente, il 27 novembre 1814, Lucia Migliaccio, duchessa siciliana erede dei Borgia e vedova del principe Benedetto III Grifeo. Avevano rispettivamente 63 e 44 anni ed erano amanti già da qualche tempo. Dopo il matrimonio rientrarono a Napoli e, demandati buona parte dei poteri ai figli di primo letto di Ferdinando, si ritirarono sul Vomero nelle ville Floridiana e Lucia fatte costruire appositamente, dove passarono il resto dei loro anni.
Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana (7 novembre 1869)
Sicuramente il più noto matrimonio morganatico quello che avvenne il 7 novembre 1869 tra il re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia e Rosa Vercellana, la “Bela Rosin”. La conobbe a San Maurizio Canavese, dove si trovava per manovre militari e non era ancora salito al trono. Rosa aveva 14 anni quando iniziò a frequentarlo di nascosto, Vittorio Emanuele tredici in più. A 15 anni le nacque la prima figlia, Vittoria e tre anni più tardi Emanuele.
Dopo la morte della moglie, Maria Adelaide d’Asburgo, Vittorio Emanuele nominò Rosa contessa di Mirafiori e Fontanafredda, titolo che trasmise ai figli esclusi dalla linea ereditaria di casa Savoia, e lo seguì quando la corte fu spostata a Firenze.
Probabilmente il matrimonio tra i due non sarebbe mai avvenuto se il re non si fosse ammalato in modo grave: pensando di essere in punto di morte decise di sposare in tutta fretta Rosa con il rito morganatico. Vittorio Emanuele poi guarì e visse fino al 1878, Rosa nel 1885.
Francesco Ferdinando e Sofia Chotek (1° luglio 1900)
L’arciduca Francesco Ferdinando non fu mai re ma ha lasciato un segno profondo nella Storia poiché la sua morte fu la scintilla che provocò la Prima Guerra Mondiale.
Era figlio di Carlo Ludovico fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe e si trovò erede al trono dopo la morte di suo padre e il misterioso suicidio di suo cugino Rodolfo.
La sua vita, in quanto futuro imperatore, cambiò notevolmente e gli fu preteso un certo comportamento soprattutto in questioni sentimentali. Per questo non fu vista di buon occhio la relazione che Francesco Ferdinando iniziò con Sofia Chotek, di nobile famiglia certo ma non appartenente a casati regnanti e quindi non idonea a diventare moglie di un futuro imperatore. Grazie però alla mediazione del papato, della Russia e della Germania, Francesco Giuseppe, che a causa dei suoi divieti aveva perso un figlio, acconsentì alle nozze ma solo con rito morganatico che avvenne il 1° luglio 1900 e a cui non partecipò impedendo anche ai fratelli di Francesco Ferdinando di prenderne parte.
La sposa venne nominata principessa e, in seguito, duchessa di Hohenberg.
Ebbero quattro figli, che presero il nome e il titolo della madre in quanto esclusi dalla successione imperiale, e vissero serenamente fino al 28 giugno 1914 quando morirono entrambi uccisi dal nazionalista serbo Gavrilo Princip a Sarajevo.
Maria Luisa Bonaparte e Adam Albert von Neipperg (l’8 agosto 1821)
Il matrimonio morganatico non ha riguardato, però, solo uomini che hanno sposato donne di rango inferiore ma anche il contrario come nel caso di Maria Luisa Bonaparte, moglie di Napoleone, che addirittura ne fece due.
Dopo l’esilio di Napoleone all’Elba, Maria Luisa si trasferì a Parma, dove fu aiutata da Adam Albert von Neipperg, generale e diplomatico austriaco. Nonostante fossero entrambi sposati iniziarono una relazione nel 1814 che divenne di dominio pubblico perché nacquero due figli nel 1817 e nel 1819.
Alla morte dei rispettivi coniugi, nel 1815 la moglie di Adam Albert, nel maggio 1821 Napoleone, i due si sposarono con rito morganatico l’8 agosto 1821. Il matrimonio durò relativamente poco perché von Neipperg morì nel 1829.
Maria Luisa si risposò, anche questa volta morganaticamente, nel 1834 con il conte de Bombelles.
Matrimonio morganatico “parziale”
Ai giorni nostri il matrimonio morganatico difficilmente si usa, anche se si può ritrovare applicato solo parzialmente, per esempio nella monarchia britannica. Infatti, Philip Mountbatten quando il 20 novembre 1947 presso l’Abbazia di Westminster sposò Elisabetta, futura regina d’Inghilterra, dovette rinunciare ai titoli di “Principe di Grecia e Danimarca”. Subito dopo le nozze re Giorgio VI lo nominò “Duca di Edimburgo”. Quando Elisabetta, il 2 giugno 1953, fu incoronata Regina, Filippo non fu proclamato Re e solo nel 1957 gli fu concesso il titolo di “Principe del Regno Unito”. Per questo è sempre stato chiamato “Principe consorte”e non “Re consorte” e non avrebbe mai potuto avanzare pretese di trono e regnare.
Allo stesso modo la moglie di William, Kate Middleton, non ha ambizioni di corona ma i suoi figli sono successori diretti al trono d’Inghilterra. Ecco perché si può definire un matrimonio morganatico a metà.