Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
Ma Aram non l’ascoltava più. Ogni fibra della sua essenza si stringeva intorno al freddo del metallo penetrato nella carne. E mentre il libello dalle rozze miniature della sua breve esistenza si chiudeva con lentezza, Michele Scoto, sommo astrologo della corte imperiale di Palermo placava senza alcun rimorso la sete della sua sconfinata curiosità.
Questo pezzo, che ho voluto mettere come introduzione alla recensione, mi ha colpito per la repentinità con la quale, Marcello Simoni, conclude ogni racconto. Tutti i racconti di questa raccolta hanno la stessa caratteristica: la fulmineità; con la quale conclude queste sue narrazioni.
I dieci racconti sono stati divisi in tre filoni:
Racconti di Sicilia, Racconti del mare, Racconti del mistero.
L’ambientazione è la Palermo a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento con i protagonisti messi in relazione dalle saghe di Tigrinus a Sinan, architetto ottomano: dal mystery al racconto gotico; con una struttura narrativa inserita abilmente in intrecci storici, principalmente medievali.
Immaginate un castello con dieci torri, e all’interno di ogni torre un personaggio con una storia da raccontare.
Con questa introduzione Marcello Simoni ci fa da guida, è lui stesso che aziona e abbassa il ponte levatoio, ricevendoci nel castello come ospiti speciali: ci svela subito che incontreremo sia personaggi sconosciuti, sia altri comparsi già in alcuni suoi romanzi; come Ignazio da Toledo e l’astrologus Michele Scoto.
I racconti hanno tutti una componente arcana e hanno in comune, il mare; infatti, i protagonisti, lo solcano intraprendendo viaggi avventurosi mozzafiato. I personaggi che animano questi racconti brevi hanno la capacità di scindere le sensazioni, di ingrandire i particolari, dilatare il tempo e lo spazio, proprio per la loro brevità, rendendo percepibile quello che apparentemente non lo è.
Ogni racconto suscita emotività, come un piccolo forziere nel quale, lo scrittore, strizzando l’occhio, nasconde la vera essenza della storia che racconta, stuzzicando la fantasia del lettore.
Scrivere racconti è difficilissimo. Catturare l’attenzione del lettore in poche righe è una sfida; e Simoni la vince, intrappolando in un lasso di tempo brevissimo, attimi ignoti e pericolosi che si fondono in eventi intriganti.
Frà Duccio temeva per la propria incolumità. Soprattutto come vi ho raccontato, a causa dei suoi confratelli, che al pari di molti incolti confondono l’arte della trasmutazione con l’opera del diavolo.
Uno strano omicidio quello dell’alchimista Frà Duccio…
Questa è una lettura che ci racconta le emozioni degli uomini. Uomini intrepidi, mercanti, ladri, nobili, laici e religiosi.
Personaggi che tendono a proiettarsi in un mondo irreale, ma creativo: apparentemente, senza nessun legame tra loro, eppure, un filo invisibile c’è: lo scrittore, come in un volo pindarico, passa da un personaggio all’altro con disinvoltura narrativa; saltando tra passaggi che a volte non sembrano logici, ma che, alla fine, trovano punti di incontro nello spazio e nel tempo.
Come nascono i suoi protagonisti? Quale è il punto di partenza?
“Il mistero delle dieci torri” in parte ci dà una risposta. Sono racconti che, come lui stesso afferma, ha scritto in tempi diversi.
È necessaria anche una interpretazione da parte del lettore; uno scrittore non svela mai i suoi segreti.
In questa raccolta incontriamo molti personaggi noti: dal fratello gemello di Cosimo de’ Medici, al corsaro Khayr al-Din Barbarossa, al cavaliere ospitaliero Leone Strozzi, a Licio Ganello, un mago fiorentino che, dopo morto, sarà oggetto degli studi anatomici di Leonardo da Vinci.
Un viaggio per mare e per terra che inizia dalla Sicilia per approdare a un luogo in cui il mistero sembra l’unica realtà.
In poche pagine, Marcello Simoni, riesce a calamitare l’attenzione del lettore e lo fa partecipe della storia. Crea pathos, emozioni, magie, misteri e alla fine con un colpo rapido di punta vengono risolti.
Ogni racconto contiene un messaggio con un duplice atteggiamento verso una realtà a volte atroce; l’autore non fa un profilo psicologico ai suoi personaggi. Essi non portano maschere, non hanno un volto da nascondere, ma mostrano il loro vero volto che si disperdono in varie direzioni: eppure, ognuno di loro, ha in se quelle forze elementari che si imprimono nella mente del lettore, che libera molle segrete e occulte energie.
Se parlassi troppo non vi sarei più di utilità. Ramiro sorrise senza allegria, come si fa tra buoni rivali. E per ora, amico mio, mi preme la vita. Che stranezza, ribatté il comito. Un soldato che aspira a vivere a lungo.
È suggestivo immaginare una torre per ogni personaggio o, viceversa, un personaggio rinchiuso nella solitudine della sua torre, prigioniero delle proprie superstizioni a coltivare misteri, odi, vendette, passioni; il fascino del passato emerge dall’enigma dell’avventura.
Dallo stile di scrittura di Marcello Simoni si deduce il suo passato di archeologo e con la passione del bibliotecario sa istintivamente quale dettaglio scegliere e quali “colori” attribuire alla sua narrazione.
Racconti che sono essi stessi personaggi: pieni non solo di magia, ma pieni di colori, di profumi dalle mille essenze che si propagano dai bazar…
Trama
Quali misteri ha dovuto svelare Ignazio da Toledo, conosciuto come il mercante di libri maledetti prima di partire dalla Palermo di Federico II e fingersi morto? Quali complotti ha ordito, in sua assenza l’astrologus imperiale Michele Scoto? Ecco alcuni dei personaggi che popolano questa raccolta di racconti. Figure di un grande arazzo in cui fanno la loro comparsa anche il fratello gemello di Cosimo de’ Medici, il corsaro Khayr al-Din Barbarossa, il cavaliere ospitaliero Leone Strozzi e persino Licio Ganello, un mago fiorentino che, una volta morto, sarà oggetto degli studi anatomici di Leonardo da Vinci. Un vero e proprio viaggio per terra e per mare, attraverso i secoli, che conduce il lettore in luoghi lontani nello spazio, facendogli incontrare sia volti già noti e amati, sia protagonisti del tutto nuovi. Dalla nascita della città etrusca di Spina alle battaglie navali avvenute nel Mar di Levante sullo scorcio dello Stupor mundi, le corti rinascimentali e la lagune del basso ferrarese del secondo dopoguerra: con il mistero delle dieci torri Simoni tocca temi e luoghi cari al suo immaginario, risucchiando il lettore in un vortice d’avventura, da maestro del genere quale è.