Recensione a cura di Luigia Amico
“Il sogno della bellezza” è quello a cui aspirava Oscar Troplowitz, imprenditore e farmacologo tedesco, quando nel 1890 rilevò il laboratorio farmaceutico Beiersdorf. A molti sicuramente questo nome dirà poco o nulla, ma quel piccolo locale di cinque metri per cinque sarebbe diventato negli anni a venire un grande impero, producendo prodotti di bellezza come la Nivea e il burrocacao Labello. Eh già! Il protagonista del romanzo è l’ideatore di quella crema rinchiusa nella scatolina blu il cui profumo è inimitabile e inconfondibile e che a molti, a me in primis, rievoca ricordi di infanzia.
Osserveremo però l’evoluzione della vita privata e lavorativa di Troplowitz attraverso gli occhi di tre donne: Gerda, sua moglie, Irma, artista tormentata e Toni, dipendente dell’industria Beiersdorf. Due donne nate dalla fantasia dell’autrice e una realmente esistita che interagiranno tra le pagine del romanzo facendo immergere il lettore nelle atmosfere di una Amburgo di fine 1800.
La narrazione si apre con il matrimonio tra l’imprenditore e Gerda, di lì a poco l’intuizione e la sagacia di Oscar gli permettono di concludere l’affare del secolo: Paul Beiersdorf, a causa di gravi motivi famigliari, decide di mettere in vendita il suo laboratorio ed è proprio Oscar a fiutare l’enorme potenziale e ad acquistarlo. Purtroppo la strada per arrivare al successo è in salita, lui è ebreo e le sue idee troppo moderne per i tempi fanno storcere il naso.
Al suo fianco la dolce e determinata Gerda, compagna, alleata e sprone che lo supporterà in ogni sua decisione. Se nei primi capitoli la storia sembra non voler decollare, con l’introduzione dei vari personaggi le vicende iniziano ad animarsi stuzzicando la curiosità del lettore.
Gerda, durante il ricevimento del suo matrimonio, farà la conoscenza di Irma, una giovane ragazza anch’essa prossima alle nozze. È una donna tormentata, incline all’alcool, considerata inadeguata da quei genitori che sembra vogliano sbarazzarsi di lei. Dopo il matrimonio con “un buon partito”, come era usanza all’epoca, e grazie all’amicizia con la signora Troplowitz, inizierà a collaborare con l’imprenditore creando immagini pubblicitarie per i suoi prodotti.
“Irma aveva disegnato un bastone di Esculapio intorno al quale si attorcigliavano due serpenti, il tutto incorniciato da una corona di raggi.”
Irma e Gerda sono due donne appartenenti all’alta borghesia, costantemente sotto l’attenzione critica di una società che non vede di buon occhio l’intromissione della figura femminile nel mondo lavorativo e artistico. Toni invece è una giovane vedova che ha perso il marito a causa di uno sfortunato incidente e che deve sudarsi il pane, inizialmente impiegata come cucitrice in una boutique, abbandonerà il lavoro e inizierà la sua attività lavorativa nelle industrie Beiersdorf. È una donna testarda, caparbia, forte che, nonostante alcuni spiacevoli episodi che la vedranno protagonista, non si lascia sopraffare dalle paure e dai tormenti.
Le tre donne si divideranno i capitoli del romanzo e ognuna a modo suo interagirà con Oscar Troplowitz restituendo alle scene un personaggio poco conosciuto che ha fatto della sua industria la sua linfa vitale.
“Gli abitanti di Amburgo non devono solo apprezzare un prodotto. Io voglio che tra loro e quel prodotto nasca un legame, che le persone vi associno una sensazione.”
I protagonisti del romanzo, perché in fondo lo sono un po’ tutti, sono ben caratterizzati soprattutto sotto il profilo psicologico; grazie alle descrizioni che l’autrice elabora, il contesto storico e sociale di fine 800 è ben delineato ed è interessante soprattutto osservare i personaggi confrontarsi e interagire in una società che fatica ad adattarsi ai cambiamenti e alle innovazioni.
“Perché le cose non continueranno ad andare bene se non cresciamo e non ci adattiamo al mondo moderno. La concorrenza ci supererà, ci lascerà indietro. Se non evolviamo, non riusciremo a tenere il passo.”
È un romanzo ben ideato che si lascia leggere piacevolmente nonostante qualche refuso di troppo incontrato durante la lettura. Ho trovato inoltre dei punti a mio avviso un po’ forzati, ho avuto l’impressione che le vicende che riguardano Toni siano troppo stereotipate: la povera ragazza che fatica a tirare avanti e che all’improvviso, grazie a una intuizione, riesce a farsi strada nella società e a stringere rapporti significativi e importanti, non prima di aver affrontato il cattivo di turno. È una figura che ha del potenziale ma che presentata così perde un po’ il fascino di donna forte e volitiva.
In questo volume l’attenzione è concentrata principalmente sulla creazione di un cerotto in grado di proteggere la cute lesa e non sarà facile per Troplowitz arrivare a creare il famoso Leukoplast che oggi tutti conosciamo; inoltre, nella trama e nella presentazione del libro, si parla chiaramente della celebre Nivea, ma durante la lettura non ho trovato nessuna menzione o riferimento alla crema se non in rari passaggi e in forma generica e labile.
Che l’autrice sia in lavorazione per un secondo volume?
Trama
Amburgo, 1889. Oscar Troplowitz è un giovane farmacista, deciso a sperimentare nuove formule per quello che secondo lui sarà l’affare del secolo: i prodotti di bellezza per le donne. Così, quando scopre che l’imprenditore Paul Beiersdorf vende il suo laboratorio farmaceutico per ragioni famigliari, non esita a farsi avanti. Tuttavia, all’entusiasmo iniziale fanno seguito le prime difficoltà: Oscar è ebreo, e inoltre ha idee “troppo” moderne sui benefici da riservare ai lavoratori. Ma per fortuna, accanto a lui, c’è sua moglie Gerda. Appassionata di arte, per promuovere il progetto del marito organizza nella loro villa mostre e vernissage, invitando ospiti influenti dell’alta società di Amburgo. Coinvolge l’artista Irma von Hohenlamburg, che dipinge quadri fortemente drammatici, attirando l’attenzione del pubblico e contribuendo a salvare la reputazione di Oscar.
Presto, grazie all’aiuto di Toni Peters, un’intraprendente operaia della Beiersdorf, Oscar individua il componente fondamentale per proteggere e lenire ogni tipo di cute. Un ingrediente che gli permetterà di produrre un rivoluzionario cerotto, e in seguito la Nivea, la crema destinata a comparire nelle case di ogni donna. E con un grande lavoro di squadra, la Beiersdorf si avvia a diventare l’impero che oggi tutti conoscono.
Ispirato a una storia vera, il romanzo di Lena Johannson racconta in modo appassionante la nascita di alcuni tra i prodotti di bellezza più popolari e amati di sempre.