Il matrimonio
Il matrimonio è un’istituzione che risale all’antica Roma, ma le sue forme e le sue regole sono cambiate nel corso del tempo.
Inizialmente era un’istituzione fondata sul diritto naturale in cui la donna era sottomessa all’autorità dell’uomo. Nel codice di Hammurabi, che regnò in Mesopotamia dal 1792 al 1750 a. C., è scritto che il matrimonio è valido se c’è un contratto scritto, con il quale l’uomo compra la moglie. E questa è la caratteristica presente, con poche varianti, in tutte le società primitive: il matrimonio comporta il passaggio di una persona da un gruppo sociale all’altro e la prole apparterrà socialmente a uno solo dei due coniugi. Per questo sono necessari accordi e compensazioni tra le famiglie degli sposi. Di norma c’è un pagamento in bestiame, attrezzi, denaro alla famiglia di lei, oppure servizi (il genero coltiva il campo del suocero).
Subentrata la Chiesa nella definizione di questa istituzione, con il Concilio di Trento del 1563 il matrimonio diventa un sacramento da celebrare davanti a parroco e testimoni, agli sposi era vietata la coabitazione fuori dal matrimonio e naturalmente figli illegittimi. È stato Lutero a riconoscere il matrimonio in rapporto all’ordine naturale dei rapporti umani e quindi a inserire il diritto civile e il divorzio.
Così, il matrimonio civile iniziava ad affermarsi nei paesi protestanti fino a estendersi in tutta l’Europa. Risale al 1865 la nascita del matrimonio civile in Italia che aveva la precedenza sul rito religioso.
Risale all’800 anche il fondamento consensuale del matrimonio, anni in cui venne allargata la concezione di incesto, estendendo la consanguineità fino al settimo grado.
L’abito da sposa
L’usanza di indossare un abito da sposa bianco è abbastanza recente.
In epoca greca o romana, l’abito da sposa era costituito da tuniche lunghe fino ai piedi e mantello di color zafferano o rosso rubino che simboleggiava il fuoco della dea Vesta, protettrice del focolare domestico. La tunica era ben stretta in vita da una fascia in lana, che nell’antica Roma fungeva da strumento contro il malocchio, il cui nodo doveva essere sciolto dal marito durante la prima notte di nozze.
Nel medioevo, le spose indossavano abiti molto colorati e sfarzosi in rappresentanza della ricchezza e dello status della famiglia d’appartenenza.
Anche il Rinascimento vede abiti nuziali di color argento, oro o rosso, con l’unica eccezione data, nel 1406 dalla principessa Filippa d’Inghilterra, la prima sposa in abito bianco.
Ma affinché il bianco diventi il colore dell’abito da sposa tradizionale, dobbiamo aspettare il 1840, con il matrimonio della regina Vittoria ed Alberto di Sassonia. Vittoria infatti, rompendo la tradizione dell’epoca, decise di indossare un abito molto semplice e decisamente meno sfarzoso per essere di famiglia nobile.
Il velo della sposa
A completare il vestito da sposa, il velo: elemento presente fin dall’antica Roma quando veniva considerato un segno di pudore da parte della sposa e durante la cerimonia veniva posto anche sulla testa dello sposo, come se intendesse proteggere la coppia. Era rosso, colore della modestia, ma già nel terzo/quarto secolo, i cristiani ne cambiarono il colore facendolo diventare bianco.
Nel Medioevo, era costituito da tanti strati di lino sovrapposti, fissati alla testa attraverso dei fili d’oro e di perline. Aveva un duplice scopo: proteggere la sposa dal malocchio e dalla mala sorte e, quando i matrimoni erano combinati, serviva a nascondere il volto della sposa che si rivelava allo sposo solo quando si era pronunciato il fatidico sì… a evitare ripensamenti.
Nel Novecento il velo diventa un accessorio inscindibile dal vestito; lunghezza e tessuto cambieranno prima in base a fattori storici ed economici, poi alle tendenze della moda, fino ad arrivare al gusto personale. Ad esempio, negli anni venti il velo è un lungo strascico, spesso costituito da un unico strato, ma arricchito con preziosi ricami. Negli anni trenta si accorcia e si adegua alle acconciature spesso impreziosite da diademi e perle intrecciate.
In alcuni luoghi del sud Italia è ancora in uso la tradizione di indossare un velo lungo tanto quanto gli anni di fidanzamento.
Gli sposi all’altare
Vi siete mai chiesti perché la sposa siede alla sinistra del futuro marito durante la celebrazione del rito?
Il motivo è antichissimo ma oramai così consolidato da essere divenuto una tradizione.
La mano destra dello sposo doveva restare libera e, soprattutto, pronta a impugnare la sua spada. La sposa era un bene prezioso, da tutelare e da difendere da probabili rapimenti o attacchi, specialmente durante i periodi di combattimenti, che non cessavano certo durante un matrimonio.
La fede nuziale
Si indossa all’anulare sinistro, perché?
Ci sono diverse credenze. Forse tutti diamo credito a quella secondo la quale di lì passi passasse la vena che si irradia verso il cuore, esso stesso simbolo dell’amore. Ma forse non tutti sappiamo che questa credenza sia di derivazione egizia. C’è poi la credenza cristiana che la vuole all’anulare sinistro perché rappresenta il quarto dito che il sacerdote utilizza nell’invocazione del Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dal punto di vista anatomico, invece, è diffusa l’idea che l’anulare sinistro sia il primo dito a formarsi nel feto durante la gravidanza.