Recensione a cura di Maria Marques
Tra i vari personaggi che vissero e agirono durante gli ultimi anni della Repubblica romana e che furono a fianco di Giulio Cesare, vi fu anche Asinio Pollione, l’Italico del titolo del romanzo di Elsa Flacco.
Il romanzo percorre una parte della sua vita cogliendolo, nel 60 a.C., quando giovanissimo, inizia a frequentare, insieme al fratello Gneo, il circolo dei poeti più famosi dell’epoca.
”…la lettura di una nuova poesia di Catullo, era un evento. Erano quasi tutti poeti, gli amici: quella sera c’erano Licinio Calvo il piccoletto, Bibaculo il più anziano, Cinna l’erudito e il giovane Ticida…”.
Il circolo dei poeti si riuniva spesso nella dimora di Lesbia, la donna amata da Catullo che, solitamente è identificata con Clodia, la moglie del console Quinto Metello. Poesia, filosofia e naturalmente politica animano le discussioni tra i giovani, mentre si delinea la possibilità di un patto tra Cesare, Pompeo e Crasso.
Asinio capisce ben poco all’inizio delle conversazioni che scorrono tra battute facete, i cui strali colpiscono spesso suo fratello maggiore, vino, versi e accenni ad avvenimenti più noti. Nascosta tra le colonne delle domus di Clodia anche una ragazzina ascolta queste conversazioni e i suoi occhi indugiano sui volti noti per poi fermarsi su quell’“esile ragazzo bruno “. È Cecilia Metella, la figlia di Clodia, giovanissima e destinata a sposare Publio Cornelio Lentulo Spinther che nel momento cruciale delle lotte politiche, si schiererà a fianco di Pompeo.
Tra Asinio e Cecilia ci saranno sguardi fuggevoli, preludio a una relazione che coprirà, con alti e bassi, una buona parte della loro esistenza in cui gli avvenimenti storici e politici li allontaneranno, li faranno cooperare per lo stesso fine, riunendoli e poi ancora allontanandoli.
E, mentre la salute di Catullo declinerà portandolo alla morte, l’odio di Clodia contro Cicerone diverrà incontenibile, la morte di Clodio infiammerà gli animi dei populares, Asinio a differenza del padre e del fratello, scoprirà di non desiderare assistere agli scontri politici barricato in casa in attesa che la situazione si calmi.
“Asinio fremeva d’impazienza: era nel suo ventiquattresimo anno, aveva alle spalle esperienze di oratore, si dilettava di retorica e letteratura, cominciava a essere apprezzato negli ambienti influenti…forse era giunto il momento di osare, di vincere le esitazioni e di compiere una scelta”.
Questa strada porterà Asinio lontano al fianco di Cesare, a varcare il Rubicone e a combattere a Farsalo, a Tapso, a Munda, trovandosi contro amici di vecchia data, sino a divenire console e poi proconsole, senza mai dimenticare Cecilia.
Alternando nei capitoli le vicende di Asinio e Cecilia, l’autrice ricostruisce minuziosamente le vicende storiche e politiche che caratterizzarono la fine della Repubblica romana. Innumerevoli personaggi compaiono tra le pagine del romanzo che scorrono rapidamente tracciando in modo chiaro quegli anni cruciali e drammatici, ma non solo.
Dalla lettura emerge una Roma vitale e vivida in cui le donne, proprio attraverso le vicende di Cecilia, non rimangono relegate nelle domus. Clodia, la madre di Cecilia o la zia Fulvia che sposerà poi Marco Antonio appaiono non solo come ricche esponenti della società dell’epoca, ma anche impegnate, seppur con molti limiti, nella politica a favorire e sostenere un candidato piuttosto che un altro. Due mondi che si contrappongono capitolo dopo capitolo: quello maschile, che trova spazio nelle aule dei tribunali, nei gelidi accampamenti e quello femminile che trova invece negli incontri, nei “circoli culturali” un veicolo d’idee da seguire e perseguire.
Tra un Asinio che ha la libertà di muoversi e di scegliere chi appoggiare politicamente, teso nel suo perseguire ideali e fortune, fa da contraltare la figura di Cecilia che, legata dai vincoli imposti da matrimonio e società, si dibatte alla ricerca di qualcosa cui aggrapparsi in una vita non scelta e non voluta.
“La menzogna come scappatoia per vivere, non per sopravvivere. Non voleva spegnersi nella successione dei giorni sempre uguali, senza il brivido di un sotterfugio riuscito, di un’occasione colta al volo”.
E le occasioni a Cecilia non mancheranno, ma ognuno dei suoi amanti sarà un pallido simulacro dell’unico uomo che la aveva colpita giovane, imparando che tutto è chiesto alle donne, anche l’impensabile.
Di Cecilia la storia non ricorda molto, la produzione letteraria di Asinio è scomparsa inghiottita dai secoli, ma le due figure riprendono vita nelle pagine del romanzo e, se anche tra loro non vi fu il sentimento descritto dall’autrice, è difficile non immaginarlo, non crederlo possibile.
Elsa Flacco racconta nel suo “Italico” non solo la Storia, quella scandita da avvenimenti e date, ma anche le vicende di uomini e donne animati da sentimenti e brama di vivere non diversi da quelli che animano l’uomo moderno. Un romanzo storico, certamente ma anche una storia d’amore e, non solo. A tutto questo l’autrice aggiunge una pennellata di “giallo”, per spiegare alcuni decessi. Pur trattandosi di pura invenzione, la soluzione del giallo s’inserisce perfettamente nel tessuto storico della vicenda a esso connessa, aggiungendo un elemento inaspettato e sorprendente nella narrazione.
Trama
Siamo a Roma, nell’anno 24 a.C. (730 a.U.C.): Asinio Pollione riceve la visita dell’amico Orazio Flacco, inviato da Mecenate a metterlo in guardia sui rischi che corre pubblicando la sua opera storica che racconta gli ultimi decenni della storia di Roma dal punto di vista di un protagonista scomodo, quale lui è stato. Asinio si trova a dover fare i conti con il passato e decide di affrontare un incontro rimandato per tanti anni, costringendosi a guardare in faccia una realtà sconvolgente, invano spinta ai margini di una vita di successo. All’interno di questa cornice, il romanzo ripercorre le vite di Asinio Pollione e Cecilia Metella, e insieme i grandi avvenimenti del tramonto della repubblica romana.