Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
Si studia la storia per capire il presente e se stessi. Si studia se stessi per capire la società, la civiltà nelle quali viviamo anche e, soprattutto, in rapporto con il passato.
Il romanzo “La corona contesa” è ambientato tra l’anno 1125 e 1149 e vede come protagonista Matilde d’Inghilterra, figlia di Enrico I, re d’Inghilterra e duca di Normandia e di Edith di Scozia sua prima moglie. Data in sposa giovanissima a Enrico V, Matilde, come sua consorte, diviene imperatrice del Sacro Romano Impero. Una unione imposta che, nonostante l’enorme differenza di età tra i due coniugi, ha dato grande prosperità alla Germania.
A seguito della morte dell’imperatore, Matilde è costretta a ritornare nella dimora paterna: il padre, infatti, ha per lei nuovi progetti, finalizzati a creare e rafforzare nuove alleanze politiche.
Nel Medioevo la figura di una figlia rafforzava l’intreccio dei rapporti con l’esterno. La donna era considerata una mercanzia di scambio per consolidare le alleanze tra famiglie o per formarne di nuove.
Spira, Germania, estate 1125.
Stringendo tra le mani la corona imperiale appartenuta al defunto marito, Matilde sentì tra le dita la pressione delle pietre preziose e la consistenza dell’oro. La luce che entrava dalla bifora faceva rilucere la sottile patina che rivestiva il metallo. Heinrich aveva indossato quella corona nelle ricorrenze festive e per le occasioni ufficiali. Lei ne aveva una equivalente, d’oro e zaffiri, forgiata per lei dai migliori orafi dell’impero e negli undici anni del loro matrimonio aveva imparato a sostenerne il peso con grazia e dignità.
La vera vita di Matilde, il suo arduo cammino verso la corona di Inghilterra inizia dal momento in cui lascia la casa del defunto marito e viene richiamata dal padre Enrico I, il quale ha per lei nuovi piani, finalizzati a creare e rafforzare nuove condizioni politiche.
Non è facile dipanare il filo di una storia che ha caratterizzato il vigore di due donne: Matilde e Adeliza.
In questo romanzo, la scrittrice Elizabeth Chadwick, ci racconta la lotta per il trono di Inghilterra, ma è, in definitiva, la storia di due donne affini eppure così differenti l’una dall’altra che vivono in un mondo dominato dagli uomini nel quale una donna non ha voce: non ha nulla, se non quello che il padre, il marito, il fratello le concedono.
Il rapporto tra Matilde e Adeliza, seconda moglie di Enrico I e matrigna di Matilde, malgrado sia lasciato in secondo piano e poco approfondito è davvero bello, un’amicizia che resiste malgrado i contrasti, malgrado le diversità e le convenzioni, con un finale che colpisce, denso di una carica emotiva che scuote profondamente.
Matilde è una donna e, nei calcoli politici, nei “giochi” di potere, hanno difficoltà ad accettare un soggetto femminile come custode della sovranità.
Un ruolo significativo lo svolge Adeliza, una figura importante: sarà lei che creerà un tenace sodalizio con la figliastra al momento giusto.
L’idea di fare di Matilde l’erede dell’Inghilterra e della Normandia era più che audace. Una sovrana di sesso femminile avrebbe fatto andare di traverso il vino anche al più progressista dei baroni.
Un alone di mistero avvolge la figura di Matilde. Dalle poche testimonianze scritte essa si presenta come una donna intelligente che seppe governare senza incertezze in un periodo storico in cui la donna, a qualsiasi condizione sociale appartenesse, doveva essere discreta e sottomessa all’uomo.
La sfida è lanciata: l’ordito della tela comincia a prendere forma; Matilde viene data in sposa a un Angiò e questo non migliora la disposizione d’animo dei baroni, per di più Goffredo non si rivela un marito accorto come lo era stato l’imperatore.
Il loro legame è tumultuoso, vengono narrati scontri molto intensi, ma non mancano sprazzi di vivo desiderio e di passione tra loro due.
Matilde si presenta a noi come una donna che non ama farsi calpestare. Combatte con tutte le sue forze per non sottostare alla legge degli uomini.
Per una gran parte il libro parla delle battaglie per la corona: sono pagine molto avvincenti, ma non le più belle; personalmente, mi ha coinvolto molto più il vissuto psicologico dei personaggi, le loro complicate relazioni, (erano tutti imparentati tra loro), i loro labirintici legami nei quali l’autrice è riuscita a collegare situazioni complicate trovando il giusto equilibrio tra avvenimenti storici e immaginazione romanzata in una giusta simmetria suscitando in me una viva emozione che sempre sento quando mi immergo nella lettura di un romanzo storico.
Se Dio ha dei progetti per me, devo fidarmi del suo giudizio. Mi farà sapere cosa vuole da me quando lo riterrà opportuno.
È Dio, o il destino, o come lo si vuole definire, c’è comunque un disegno che si rovescia su queste famiglie. La morte di Enrico I farà da ago della bilancia. I baroni si liberano dalle promesse fatte e incoronano Stefano di Blois, cugino di Matilde, re d’Inghilterra.
Divampano battaglie, guerre civili, assedi, intrighi, inseguimenti e fughe rocambolesche.
Pur essendo erede legittima, nel tentativo di riconquistare la corona, Matilde, si prodiga per coordinare truppe militari, a combattere e a intrecciare giochi rischiosi di potere, tutto per poter insediare sul trono il suo primogenito.
Ma qual’è la cosa giusta? Trapassare un uomo con la spada perché è un nostro nemico? Bruciare un villaggio perché ci è d’ostacolo e i suoi abitanti sono vassalli di un altro lord? Ignorare gli strilli di donne e bambini mentre lanciamo le torce sui tetti di paglia e uccidiamo i loro uomini?
Matilde e Adeliza sono le protagoniste, le eroine di questa storia: si troveranno a combattere su sponde opposte, ma il loro rapporto si rafforza nel sostegno reciproco e nulla le dividerà nemmeno gli anni di lontananza. Il loro ultimo viaggio insieme sarà intenso e commovente.
Elizabeth Chadwick, ci guida attraverso la psicologia dei personaggi ci trasmette le loro emozioni, dispiega le ombre della Storia; per cui noi stessi diventiamo parte di essa.
Trama
Due donne. Una sola battaglia per la successione al trono d’Inghilterra.
1125, Inghilterra. Matilde, moglie dell’imperatore del Sacro Romano Impero, torna a Londra dopo la morte del marito. In assenza di eredi maschi, suo padre, re Enrico I, le promette la successione al trono, ma le nozze di Matilde con Goffredo V, foglio del Conte d’Angiò, il nemico storico dei normanni,provocano sconcerto e disapprovazione a corte. Inoltre tra i potenti del Regno, convinti che una donna non possa ambire al ruolo di sovrana, si scatena un’accesissima lotta per la corona. Alla morte del padre, tuttavia, Matilde è determinata a conquistare la corona d’Inghilterra, anche a costo di strapparla a suo cugino, Stefano I, che nel frattempo ha imposto la propria candidatura. Soltanto Adeliza di Lovanio, la regina, matrigna di Matilde, cerca di appoggiarla: la considera l’unica erede legittima al trono. Ma Adeliza ha sposato in seconde nozze uno dei più fedeli sostenitori di Stefano I. E in un’epoca in cui la parola di un uomo è legge, come può Adeliza obbedire al marito e sostenere al tempo stesso la battaglia di Matilde? Qual è il prezzo della corona? A quali sfide Matilde dovrà affrontare per conquistarsi il titolo di Signora degli inglesi?