Articolo a cura di Claudio Bossi
Quest’anno ricorre il 110° anniversario dell’affondamento di una nave che ha segnato la storia moderna.
Quando fu lanciato nel 1912, il Titanic ha rappresentato il più grande risultato nella costruzione navale, l’apice del lusso e della tecnologia. L’atteggiamento orgoglioso generato dai progressi tecnologici della fine del XIX e l’inizio del XX secolo e una pletora di decisioni sbagliate, hanno portato inesorabilmente il suo viaggio inaugurale a una sfortunata collisione storica.
Oggi voglio presentarvi qualche lezione che si possono trarre da questa tragedia.
La fine del XIX e l’inizio del XX secolo ha visto notevoli progressi della tecnologia. Il fonografo, la lampadina elettrica, le automobili, gli aeroplani e la radio senza fili sono esempi di rapidi progressi dell’ingegnosità umana durante quel periodo. Tuttavia, questi progressi hanno anche generato la convinzione che l’umanità potesse superare qualsiasi ostacolo e creato un pericoloso livello di arroganza nelle capacità umane.
Nel 1911, la rivista Shipbuilders descrisse il Titanic come “praticamente inaffondabile” dato il suo progetto che, con quattro compartimenti allagati, avrebbe comunque consentito alla nave di rimanere a galla. Ciò si è trasformato nell’immaginario collettivo in “inaffondabile”. Questo atteggiamento prevalente costituirebbe la base per quelle decisioni che avrebbero portato direttamente al disastro. Le navi che affondavano a causa di un attacco di un iceberg erano rare e nessuno capì quella situazione per il Titanic. Tuttavia, l’orgoglio dell’abilità del Titanic giocò sui capi della nave facendo loro ignorare gli avvertimenti sul ghiaccio ricevuti e precipitandosi a capofitto nel disastro.
La costruzione dei transatlantici più grandi e moderni del mondo, mentre si fondevano nuove tecnologie nelle navi, ha creato numerose e costose sfide. Le navi della classe Olimpic, che includevano, l’Olympic (lanciato nel 1911), il Titanic e il Britannic (1914), avevano esercitato un’eccezionale pressione finanziaria sulla White Star Line, soprattutto a causa di incidenti che aveva subito l’Olympic.
Nondimeno, la pressione finanziaria e la suddetta fiducia eccessiva portarono la White Star Line a mettere in servizio il Titanic nell’aprile 1912 per iniziare a generare entrate. Ciò ha portato a prendere scorciatoie nell’addestramento e nei test, che hanno contribuito a mettere a rischio la nave in caso di problemi imprevisti.
La messa in servizio del transatlantico includeva la limitazione delle prove in mare a un solo giorno (normalmente, le prove in bacino e in mare duravano anche quattro settimane), il trasferimento di ufficiali dall’Olympic e l’assunzione dell’equipaggio operativo all’ultimo minuto, il che ha evitato di perdere il tempo per portare un equipaggio specifico per il Titanic e addestrarlo sulla nave.
Anche con prove in mare limitate, il Board of Trade (il Ministero dei Trasporti e del Commercio britannico) ha certificato, nella migliore delle ipotesi una decisione discutibile, il piroscafo. Ciò significava che la nave lasciò il porto con un equipaggio che non conosceva un transatlantico immensamente complicato e che non aveva quasi effettuato nessun collaudo. La White Star Line ha tentato di mitigare il rischio di limitate prove in mare facendo sì che il capo architetto Thomas Andrews e un team del costruttore navale Harland e Wolff fossero a bordo per quel viaggio inaugurale e che rivedessero il Titanic in tempo reale, cioè in navigazione.
Inoltre, le esercitazioni sulle scialuppe di salvataggio con l’equipaggio erano anch’esse limitate, il che significa che questi complicati dispositivi sono rimasti praticamente inutilizzati fino al momento del disastro. Le dimensioni e la portata del Titanic non si erano mai state viste e il risparmio sull’addestramento aggiungeva un’altra dimensione che metteva a rischio la nave.
Numerose navi avevano incontrato gli iceberg il 14 aprile 1912 e avevano comunicato via telegrafo al Titanic della loro esistenza. Quando avvertivano del ghiaccio, la maggior parte delle navi di quell’epoca si fermavano per la notte e aspettavano il mattino seguente per continuare la navigazione. Tuttavia, questi avvertimenti non furono ascoltati dal capitano Smith che ordinò persino di aumentare la velocità. La sua decisione rappresenta, a mio giudizio, uno degli errori più gravi nella storia marittima.
Si sono verificati segnali di avvertimento sulla gestione delle nuove navi della White Star Line. Nel 1911, l’Olympic, la gemella del Titanic, si scontrò con l’incrociatore Hawke: l’incidente causò gravi danni al transatlantico. Si verificò anche un altro incidente sempre con la nave gemella del Titanic. Ciò portò la nave fuori servizio per un po’ di tempo e ritardò la partenza per il viaggio inaugurale del Titanic, il che si aggiunse alla cattiva situazione finanziaria della stessa compagnia marittima.
Inoltre, il 10 aprile 1912 alla partenza il Titanic si è quasi scontrato con una nave mentre lasciava Southampton, sottolineando ulteriormente le difficoltà dell’equipaggio nell’imparare a gestire queste nuove navi più grandi.
Dopo aver individuato l’iceberg, il primo ufficiale del Titanic William Murdoch ha tentato una manovra di virata, ma la nave ha virato molto più lentamente rispetto alle navi più piccole secondo l’esperienza degli ufficiali e il Titanic ha colpito il ghiaccio. Approfondite prove in mare avrebbero potuto fornire il tempo per l’addestramento sulla gestione del Titanic in una situazione di emergenza.
Il presidente della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, ha viaggiato con il Titanic nella sua traversata inaugurale. Esistono prove circostanziali che egli potrebbe aver fatto pressioni sul capitano Smith per stabilire un programma rapido per battere il miglior tempo di traversata dell’Olympic e così raccogliere pubblicità gratuita favorevole per la nuova nave e per la sua attività. La sua presenza e la possibile insistenza nell’aumentare la velocità potrebbero aver influito sulla decisione del capitano Smith di ignorare gli avvertimenti sul ghiaccio e continuare a viaggiare veloce senza alcuna sicurezza.
Il triste destino del Titanic rimane uno dei più grandi disastri che si siano verificati in mare. Anche se può sembrare che la fatalità abbia dato una mano alla tragica fine della nave, dei suoi passeggeri e del suo equipaggio, in realtà, un atteggiamento orgoglioso riguardo alle capacità della nave, insieme a numerose decisioni sbagliate, mise da subito la nave di fronte a grande rischio in caso di un pericolo imprevisto._
Claudio Bossi, scrittore e storico, considerato tra i più qualificati esperti internazionali della storia del Titanic. Autore di numerosi articoli e di diverse pubblicazioni, nel 2015 gli è stato assegnato il Premio Nazionale Cronache del Mistero. Sito di riferimento: www.titanicdiclaudiobossi.com
Ecco alcuni libri scritti da Claudio Bossi
Questo libro narra della nave, del suo equipaggio, dei suoi passeggeri in un affresco dettagliato. E fa luce su molti aspetti di una vicenda il cui interesse non è mai stato completamente sopito.
Nella notte fra il 14 e il 15 aprile 1912, al suo viaggio inaugurale, il transatlantico Titanic colò a picco dopo la collisione contro un iceberg al largo delle coste di Terranova. Oltre 1500 persone morirono, poco più di 700 si salvarono in una delle tragiche storie del mare che più di altre continua a destare interrogativi.
Il 15 aprile 1912, il Titanic, la più grande nave passeggeri mai costruita dall’uomo, affonda, causando la morte di oltre 1500 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Lo scrittore e storico Claudio Bossi, ci parlerà di una nave che è diventata mito, un mito che ancora oggi affascina, fa parlare di sé e non smette di accendere la fantasia di registi, collezionisti, romanzieri. Con “Gli enigmi del Titanic”, Claudio Bossi ci porterà a bordo della nave più famosa della storia, alla ricerca di indizi che possano spiegare come fu possibile una simile tragedia, ci svelerà tanti misteri che farebbero dire quasi che il Titanic fosse in qualche modo un predestinato. Una nave che era considerata l’opera dell’ingegno umano più spettacolare, una nave ritenuta “inaffondabile”, una vera sfida alla natura. Bossi ripercorrerà la breve vita del transatlantico conducendoci fin negli angoli più remoti di una nave: la nascita nei cantieri di Belfast, la scelta insensata di dotare la nave di un numero di scialuppe di gran lunga inferiore al numero delle persone trasportate, di un incendio a bordo di cui quasi tutti ignoravano… fino ad arrivare alla fine di quel primo, e unico, drammatico viaggio. Scopriremo così che a provocare quella catastrofe non fu solo la collisione con un iceberg, ma la singolare concomitanza di errori umani, di calcoli sbagliati e, forse, anche qualche oscura manovra. “Gli enigmi del Titanic” risponderanno a tante altre domande, che ancora oggi incuriosiscono e intrigano seppur siano trascorsi oltre cento anni da quella tragedia, e non smettono di suscitare interesse per una vicenda da sempre una delle storie più epiche, drammatiche e commoventi dei nostri tempi.
“Il picasass sopravvissuto al Titanic” e la lunga storia della vita di Emilio Portaluppi, scultore e architetto, nato ad Arcisate, americano d’adozione. Una biografia che e quasi un romanzo storico, con molta attenzione ai dettagli. Una storia che va ben oltre le avventure del protagonista e comprende le ampie vicende dell’emigrazione, del lavoro e della società tra Ottocento e Novecento. Una vicenda avvincente e struggente che trasmette emozioni.
L’ultima, eroica esibizione dell’orchestrina del Titanic è passata alla storia ed entrata nella leggenda. Poco o nulla si sa, invece, della musica che fu suonata e ascoltata a bordo del transatlantico durante la crociera inaugurale, prima della tragica collisione con l’iceberg. Eppure, con i suoi oltre 1300 passeggeri provenienti da tutte le parti del mondo, con le sue tre classi socialmente così ben differenziate, il Titanic rappresenta un formidabile campione dei gusti, degli usi e dei costumi musicali vigenti su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico all’alba del XX secolo, proprio quando stava per compiersi il passaggio di testimone dalla musica classica, colta e d’arte di matrice italo-franco-tedesca alla musica leggera, popolare e di consumo di produzione anglo-americana. Quello dell’intrattenimento musicale a bordo è forse l’unico aspetto della vicenda del Titanic che non sia mai stato ancora pienamente affrontato. Un esperto del Titanic e una storica della musica hanno unito le loro forze per esplorare insieme, da angolazioni diverse ma complementari, il microcosmo conviviale e musicale della “nave dei sogni”.
Tutto cio che riguarda il passato ha un valore e anche la storia del Titanic ha un proprio fascino pieno di simbolismi. Questo libro cerca di spiegare la vicenda della celebre nave, fornendo indicazioni sul “linguaggio” che essa esprime. Il pensiero dell’autore, tramite diverse parole chiave, vuol essere uno strumento per interpretare ma, soprattutto, per far rivivere una tragedia che e stata oggetto dell’attenzione di intere generazioni.
Qui Bossi scava nella vita di coloro che erano a bordo della nave condannata. Ci narra chi fossero, da dove provenissero, e quali progetti di vita avessero i passeggeri delle tre classi, ricchi e poveri, donne e uomini, e infine l’equipaggio: ci fa penetrare nelle loro menti e ci fa rivivere quelli che probabilmente furono i loro pensieri, i loro terrori, le loro speranze. Le loro esistenze prima della catastrofe e dopo, per quelli che sopravvissero. Tra queste storie un posto speciale spetta a Margaretha Frolicher-Stehli che con la sua famiglia ebbe la fortuna di sopravvivere all’affondamento del Titanic. Ella apparteneva a una storica famiglia di facoltosi imprenditori, originari del Canton Zurigo, che nel settore della seta avevano realizzato anche a Germignaga (Varese) un imponente stabilimento di produzione.
Questo libro permetterà ai vostri bambini di rivivere il meraviglioso e tragico viaggio del leggendario Titanic dopo oltre un secolo dal naufragio del famoso transatlantico.