Oggi abbiamo nostro graditissimo ospite uno scrittore di thriller storici amato da moltissimi di voi: Marcello Simoni, in libreria da poche settimane col suo ultimo romanzo storico “La dama delle lagune” edito da La Nave di Teseo.
Benvenuto, Marcello. Non hai certamente bisogno di presentazioni, sei uno scrittore oramai noto a tutti, quindi partiamo subito con le domande.
“La dama delle lagune” è il tuo ventesimo romanzo in poco più di dieci anni, senza contare tutte le altre pubblicazioni di stampo saggistico. Come si raggiungono i livelli di Marcello Simoni?
Seguendo la passione. Lasciandosi trascinare dall’amore per le cose che si fanno. E soprattutto, non approcciarsi mai alla scrittura come se fosse un lavoro. Scrivere è un gioco. E a giocare, lo sappiamo bene, non ci si stanca mai!
Il nuovo romanzo è il tuo primo interamente ambientato nella città di Comacchio. Come ti sei mosso per la ricerca di documentazione storica?
In modo maniacale, come al solito. Con la differenza, tuttavia, che mi sono dovuto confrontare con un’epoca storica davvero oscura. Dal punto di vista delle fonti, intendo: del IX secolo sappiamo tutto – o quasi – di Carlo Magno, ma poco o nulla dei centri sorti ai margini dell’Impero Romano d’Occidente. Centri come Comaclum, un po’ emporio, un po’ castrum, un po’ insula, sviluppatosi al centro di una sfera d’influenza longobardo-bizantina. Perciò ho dovuto ricostruire “moltissimo” partendo da zero, dall’ordinamento sociale alla struttura urbanistica di questo affascinante abitato circondato dal mare e dalle lagune del Po.
Il periodo storico alto-medievale è meno battuto dagli scrittori rispetto ai secoli successivi al 1000. Perché hai scelto di raccontare una vicenda ambientata nell’anno 807 d.C.? Quali suggestioni regalano questi anni?
Di romanzi ambientati in questi secoli ricordo solo il ciclo dei re sassoni di Bernard Cornwell e I mangiatori di morte di Michael Crichton. Si tratta della parte più remota del Medioevo, il momento in cui la forma mentis e la spiritualità cristiana dell’Europa sono ancora profondamente permeate da un sostrato pagano che si riverbera, conflitto dopo conflitto, invasione dopo invasione, fino ai confini di un mondo che va lentamente cambiando. La cultura materiale, lo spostamento dei popoli, l’avvicendamento dei sovrani e dei re, sono talmente affascinanti da rappresentare già di per sé un valido motivo per scegliere questo periodo per scrivere un romanzo. Ma insieme a questi “moventi”, va certo ad annoverarsi quello di voler contribuire, anche se nel piccolo, a ricostruire parte di un’epoca così lontana e in parte ancora sfuggente.
La teca di piombo attorno a cui ruota il mistero del romanzo, atta a conservare in questo caso il corpo di una giovane fanciulla, ha dei fondamenti di veridicità storica? Ci sono stati casi di ritrovamenti simili?
La prima fu trovata nel 1413, a Padova. Era un sarcofago di piombo contenente i resti di quello che fu identificato come il corpo di Tito Livio. In tempi molto più recenti, teche del tutto identiche a quella che descrivo nella Dama delle lagune sono state rinvenute in contesti archeologici di Roma, Aquileia e Pola, ma anche in Inghilterra, Francia e Germania. Si tratta per lo più di deposizioni risalenti al II-IV secolo, quasi tutte femminili, collegate al culto della dea Iside-Fortuna. Io non ho fatto altro che inserirne una nel mio romanzo…
Uno dei temi affrontati è la contrapposizione tra bene e male, tra divino e maligno. Gli uomini, a partire dall’abate Smaragdo, temono il contenuto della teca ritrovata. Il timore è quello di risvegliare forze negative del passato, tanto da ricorrere a un rito di purificazione attraverso l’utilizzo di sacre reliquie. Cosa puoi raccontarci di questo aspetto?
Tra le righe ho voluto scrivere “Lasciate stare i morti!”, pur sapendo che nessuno resisterebbe mai alla tentazione di aprire una antica teca di piombo restituita dalla terra. Nemmeno gli uomini provenienti da un’epoca superstiziosa e intrisa di misticismo come il IX secolo! Ed è proprio intorno a questa tematica che ruota uno dei temi principali del mio romanzo: fino a che punto il timore per il soprannaturale frena la nostra mano? Fino a quanto siamo disposti a rischiare per avere una prova dell’esistenza di Dio e del diavolo? Più andavo avanti nella scrittura, alla ricerca delle risposte a simili interrogativi, più mi rendevo conto che in oltre milleduecento anni di storia l’umanità non è cambiata. Siamo destinati a commettere sempre gli stessi errori, a lasciarci sviare sempre dagli stessi abbagli. Perché, a conti fatti, questo è l’unico modo che abbiamo per espiare le nostre colpe e per tentare, con molta fatica, di diventare persone migliori.
Come in tutti i tuoi romanzi, colpisce la capacità di tratteggiare i lineamenti caratteriali dei personaggi. Quasi tutti nascondono un segreto o un passato da cui sfuggire. Come ti ispiri per la loro creazione?
Guardando semplicemente le persone che incrocio per strada. Fino a ora, non ho mai visto nessuno che mi desse l’impressione di non nascondere un segreto o di reprimere un qualche desiderio inconfessato. Questo, nel bene e nel male, è il lato più affascinante dell’umanità: siamo tutti scrigni contenenti dei segreti.
La fantasia di Marcello Simoni scrittore dove si dirigerà per la prossima avventura, se puoi dircelo?
Sono un pellegrino tra mari d’inchiostro, ma non posso dire nulla. Per ora, godetevi La dama delle lagune!
E con questa intrigante risposta, ringraziamo Marcello Simoni per essere stato nostro ospite e lo lasciamo al suo “mare di inchiostro” a confezionare chissà quale altra splendida storia per noi lettori.
Per chi volesse leggerla, trovate la nostra recensione al suo ultimo libro a questo link
Trama
Anno Domini 807, foce del fiume Padus. In seguito a una violenta tempesta, le lagune di Comaclum restituiscono un antico sarcofago di piombo che custodisce, al suo interno, il corpo incorrotto di una fanciulla. Un miracolo, secondo il vescovo Vitale. Un cattivo presagio, invece, per l’abate Smaragdo, che si troverà diviso tra l’obbligo morale di svelare il mistero e la necessità di proteggere un segreto legato alla sua famiglia. Il contrasto tra questi due religiosi coinvolgerà le vite di persone molto diverse tra loro, come il magister piscatorum Bonizo, il giovane orfano Eutichio, il falegname Gregorios e l’arrogante Grimoaldo, mentre tra le insulae dell’abitato inizierà ad aggirarsi l’ombra di una ragazza. Forse uno spirito inquieto, forse una fuggiasca in cerca di protezione. Proprio nel momento in cui le tensioni tra l’imperatore Carlo Magno e la lontana Bisanzio minacciano di attirare un vento di guerra sulla piccola Comaclum.