Oggi il salottino di TSD accoglie Giulia Alberico autrice de “La signora delle Fiandre” per Piemme Edizioni. Conosciamola meglio prima di procedere con le domande.
Nata a San Vito (Chieti), studi liceali, poi università a Roma e laurea in lettere classiche. Insegnante di Italiano e Storia negli istituti superiori per oltre 30 anni. Un marito, sempre lo stesso, una figlia è una nipotina.
Passo parecchio tempo in Abruzzo nella casa sul mare. Mi occupo di varie cose, coordino un gruppo di lettura, di scrittura, insegno italiano a stranieri, collaboro alle pagine culturali dell’Osservatore Romano, ricamo a mezzo punto, ho molti amici e sono una discreta cuoca.
Sono diventata scrittrice per caso e grazie alla signora Elvira Sellerio.
Buongiorno Giulia e benvenuta! Grazie per questa intervista. Partiamo dal principio: ogni scrittore dovrebbe essere anche un buon lettore. Che tipo di lettrice sei tu?
A seconda delle età ho attinto a generi e autori diversi spesso tornando a rileggere e, talvolta, scoprendo che un libro che mi aveva preso da giovane non era più nelle mie corde, quand’anche fosse stato un classico. Leggo molti autori americani (Roth, Oates, Munroe, Haruf ecc.).Amo non tanto le novità quanto l’atmosfera che mi chiama dalla bandella di copertina. Leggo molto, più libri al mese e questa abitudine mi ha aiutato nel mio lavoro con i giovani, ai quali spesso si dice genericamente: leggi! Il problema è cosa e come leggere.. Vanno studiate strategie precise per educare alla lettura. Prima di tutto leggendo molto e poi comunicando ai ragazzi la propria passione. I ragazzi sanno capire cos’è una passione perché è di per sé empatica, gratuita, contagiosa.
Perché il romanzo storico?
Sono molto interessata ad ogni periodo storico e fanno da sfondo a miei libri precedenti (soprattutto in Gazia, ed SEM) gli anni della seconda guerra mondiale, soprattutto ciò che riguarda la linea Gustav che da Montecassino finiva proprio ad Ortona, definita da Churchill la Stalingrado d’Italia per la strenua resistenza.
Ho insegnato Storia negli Istituti Superiori per più di 30 anni e mi sono avvalsa spessissimo di romanzi storici per avvicinare gli allievi ad un mondo, un personaggio. Ad ogni modo ho difficoltà a definire il genere “romanzo storico” perché, in fondo, tutti i romanzi si collocano in momenti della Storia, vicina o lontana. “Memorie di Adriano”, “Sostiene Pereira”, “Ogni cosa è illuminata” sono romanzi storici? Spesso vengono definiti ‘storici’ libri che puntano troppo sulla rielaborazione, sulla fiction e rischiano di scadere nella rappresentazione di un mondo e di un’età per stereotipi.
È notizia di pochi giorni fa che il tuo romanzo “La Signora delle Fiandre”, di cui abbiamo pubblicato una recensione, è stato candidato al Premio Strega 2022. Che cosa significa per te, quale emozione hai provato?
Sorpresa totale! Uno dei 400 amici della Domenica, un libraio, ha voluto presentare il mio libro ma non nutro aspettative. I premi sono sempre un gioco di forze e gruppi intellettuali coesi. Io non ne faccio parte. Vivo una vita affollata di amici, interessi, attività varie nel sociale ma rifuggo da certa romanità altezzosa e dominante sui media.
Chi è stata Margherita d’Austria? Cosa puoi raccontarci su di lei?
È stata una donna molto poco studiata, quand’anche nella toponomastica di lei resti molto. Basti pensare qui a Roma a Palazzo Madama, sede del Senato e a Villa Madama, sede istituzionale per gli Affari Esteri, inoltre ci sono paesi come Castel Madama, Cittaducale, o il Lago della Duchessa ( dove si cercò il corpo di Moro), ma chi era Madama duchessa pochi lo sanno.
Era una donna colta, dalla personalità decisa, curiosa, dotata di intelligenza politica (la mostrò nel governo delle Fiandre per circa dieci anni), anche tormentata perché divisa tra i doveri di obbedienza al padre imperatore e poi al fratello, re Filippo II, e certo suo anelito a maggiore libertà. Ho studiato molto per scrivere questo libro, circa tre anni. Il materiale era scarso su di lei mentre fin troppo abbondante sul periodo storico, pieno Rinascimento. Lei ha vissuto da vicino con personaggi entrati nei manuali di Storia: da Ignazio di Loyola al padre, Carlo V, ai fratelli Filippo II e don Giovanni d’Austria, per non dire dei Papi e degli artisti dell’epoca.
Perché hai scelto di parlare nel tuo romanzo proprio di questa donna?
Mi incuriosiva. La curiosità è sempre foriera di scrittura. Peraltro sono nata sulla costa adriatica, vicinissimo a Ortona a Mare dove Margherita morì mentre stava facendo costruire un palazzo dal maestro Della Porta
Ultimamente molti romanzi storici pubblicati hanno protagoniste femminili. Donne del passato più o meno note. Quanto è importante riscoprire le loro storie?
È molto importante perché troppo a lungo sono state poco considerate anche dalla storiografia oltre che dalla narrativa. Spesso viste solo come figure di contorno a maschi potenti e noti. Ebbero invece una loro personalità e influenza, sono convinta che debbano essere indagate ancora tante figure di donne.
Nel romanzo troviamo Margherita d’Austria negli ultimi anni della sua vita che passò a Ortona a Mare, un piccolo comune in provincia di Chieti. Quale impronta ha lasciato Margherita su Ortona?
Ortona a Mare, questo il suo nome vero, è stato un porto abbastanza importante per secoli e ha commerciato con dalmati e ragusei, turchi e albanesi. Caduto in declino dopo che la cittadina è stata ferocemente bombardata dalla risalita delle truppe alleate perché i tedeschi occupanti opponevano una forte resistenza. Tutto il bel liberty è andato in frantumi, era una stazione balneare di buon livello nel primo 900. Con teatro, caffè, sale da ballo. Patria di Francesco Paolo Tosti, il musicista, e di Cascella il pittore.Conserva qualche traccia del suo importante passato: una possente torre aragonese, il bel teatro Eden, il Palazzo Farnese voluto da Margherita oggi sede del museo Cascella. Di Margherita tutti conoscono la sua presenza ed è lì che ho raccolto il gossip del suo amore senile per De Marchi che le restò fedele per tutta la vita