Quante volte, nel riferirci a un modo molto banale di risolvere un problema che inizialmente sembrava senza soluzione abbiamo usato l’espressione “Uovo di Colombo” . Ma ne conosciamo davvero l’origine? Cosa c’entra l’uovo con Colombo e perché la usiamo proprio in queste circostanze?
L’origine dell’espressione “Uovo di Colombo” deriva da un aneddoto su Cristoforo Colombo, che si rincorre di epoca e in epoca e che sarebbe documentato dall’italiano Girolamo Benzoni nel suo libro “Storia del nuovo mondo”, del 1565 (e poi raffigurata da grandi artisti).
Si narra che Cristoforo Colombo, nel 1493, dopo il suo ritorno dalle presunte Indie (America), fu invitato a una cena dal Cardinale Mendoza e durante tale banchetto alcuni gentiluomini spagnoli provarono a sminuire le sue imprese, asserendo che chiunque ci sarebbe riuscito se avesse avuto i suoi mezzi.
Colombo non potè non indignarsene e lanciò loro una sfida a compiere un’impresa assai semplice, quella di mettere un uovo diritto sul tavolo senza che cadesse. Nessuno dei gentiluomini sfidati riuscì nell’impresa e, convinti che la cosa fosse impossibile, sfidarono a loro volta Colombo, chiedendo di dare prova che la cosa fosse effettivamente fattibile.
Colombo, a quel punto, batté leggermente l’uovo sul tavolo e lì lo lasciò, dritto e fermo.
Gli spagnoli si lamentarono affermando che anche loro potevano fare una cosa così al che Colombo rispose:
«La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!».
Ma siamo sicuri che l’ “invenzione” dell’uovo sia proprio di Colombo e non del Brunelleschi?
Risulta infatti che, ben 15 anni prima di Girolamo Benzoni, Giorgio Vasari abbia raccontato che Filippo Brunelleschi avesse posto la stessa sfida a funzionari insoddisfatti dello sviluppo della progettazione del Duomo di Firenze, e che proprio dopo aver utilizzato la stessa tecnica di Colombo, abbia deriso i funzionari realizzando la cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore (la famosa cupola del Brunelleschi) con la punta piatta, proprio in riferimento a questo episodio.
Ma il Vasari ammise di essere venuto a conoscenza dell’episodio soltanto per “sentito dire” ed è quindi per questo che oggi usiamo non usiamo dire “l’Uovo del Brunelleschi”, ma “l’Uovo di Colombo”.
E l’uovo di Tesla, allora?
Ebbene sì, il grandissimo Nikola Tesla, esattamente 400 anni dopo, realizzò la sua soluzione alla sfida di Cristoforo Colombo, dimostarndo come un uovo possa reggersi dritto se si posiziona con il suo asse maggiore perpendicolarmente al piano d’appoggio.
È il 1893, infatti, quando Tesla prese parte alla fiera internazionale “World Columbian Exposition” di Chicago, in cui per la prima volta ci fu un padiglione dedicato all’energia elettrica.
In quell’occasione Tesla spiegò i principi del campo magnetico rotante, e per farlo costruì un uovo di rame, senza ammaccature sul fondo, riuscendo a mantenerlo dritto sull’estremità facendolo girare intorno al proprio asse maggiore grazie all’azione di un campo magnetico rotante; l’uovo è rimasto per sempre “l’uovo di Colombo”, ma Tesla ebbe il suo “Uovo Elettromagnetico”.
Curiosità
Conoscete il gioco dell’Uovo di Colombo? è noto anche come Columbian Puzzle o Egg Tangram, una variante del Tangram classico (in cui le tavolette riposte nella loro scatola (tan) formano un quadrato) in cui le tavolette riposte nella loro scatola (tan) formano un uovo.
All’Uovo di Colombo sono anche dedicate alcune note sculture portoghesi e spagnole: la scultura bronzea di Siviglia e la scultura di Sant Antoni de Portmany ad Ibiza (Spagna).
Esistono ancora oggi vere e propri sfide mondiali di egg balancing. Certo, non è come giocare a sfidare Colombo…