Recensione a cura di Maria Marques
Prendete la morte di un favorito imperiale, aggiungete un imperatore curioso, unitelo a un ufficiale ligio al dovere, ma altrettanto curioso e, il giallo è pronto per essere letto.
Elio Sparziano è il comandante di un reparto di cavalleria, ma è anche uno studioso, appassionato di storia:
Attualmente non avendo mai interrotto i miei studi, mi è stato concesso per un certo tempo di deporre la spada a favore dello stilo, così da poter narrare la storia di coloro che furono chiamati con il nome di Caesar, Princeps o Augustus.
Richiamato, nel 304, a Spalato da Diocleziano, vecchio commilitone del padre, è invitato a indagare, se la morte di Antinoo il favorito di Adriano, avvenuta in circostanze poco chiare, circa duecento anni prima, sia da attribuire a un incidente o a un omicidio:
È successo laggiù, quindi dovresti recarti in Egitto, tanto più che ci sono cose di cui, per mio ordine, ti dovrai occupare immediatamente”. Così, dopo otto anni di assenza, Elio torna in Egitto, paese che lo induce a più riflessioni: ”quanto fosse attratto e nel contempo turbato dal modo in cui quel paese faceva assomigliare chiunque a chiunque altro, come se – levigato, scavato in un’inesorabile materia come il porfido o il basalto – il volto umano del potere alla fine fosse sempre lo stesso, immutabile quanto le fonti da cui sgorgava: il privilegio di nascita o la conquista violenta!
Il viaggio in Egitto per Sparziano, è un ritornare indietro nel passato. Lì, tra le sabbie e gli antichi templi, aveva combattuto per reprimere la rivolta di Domizio Domiziano e Aurelio Achilleo e lì aveva incontrato il suo grande amore, Anubina. Questa volta la sua missione è meno pericolosa, oltre l’incarico di svelare il mistero di una morte che ormai interessa più come “pettegolezzo”, gli viene affidato un incarico più ufficiale, ovvero controllare “ le misure assunte per purgare i ranghi dell’esercito da ufficiali e sottoufficiali cristiani” e verificare l’applicazione dell’Editto dei prezzi introdotto nel 301 dall’imperatore che avrebbe dovuto arrestare l’ascesa del costo della vita. L’incontro con Anubina confermerà ancora una volta i sentimenti di Sparziano, mentre quello con un vecchio commilitone lo metterà dinanzi all’omicidio di un mercante, Sereno Dione, suo vecchio fornitore di libri.
Quello che sembrerebbe un omicidio irrilevante, uno dei tanti che può accadere lungo il corso del Nilo, si rivelerà invece collegato all’indagine principale di Sparziano e, la lista dei defunti si allunga, indicando che, forse, la morte del favorito di Adriano non è poi un avvenimento così poco rilevante. A chi potrebbe interessare dopo tanti secoli? Fu un omicidio quello che stroncò la vita al giovane Antinoo e, se questa fosse la pista corretta, ordito e commesso da chi? Oppure fu uno sfortunato incidente? O fu un sacrificio rituale per prolungare la vita dell’imperatore malato? La pista che emergerà sarà quanto mai sorprendente e, nella ricerca di una verità celata e che sfugge tra le dita come la sabbia dell’Egitto, Sparziano dovrà raggiungere, sua prima volta, Roma. Doppiogiochisti, truffatori, spie in congedo, tutto un mondo di personaggi si affolla intorno a Sparziano, costrigendolo a dubitare di tutti e delle sue capacità intuitive, tranne che di un fatto. La morte di Antinoo, comunque sia avvenuta, nasconde un terribile segreto, un pericolo forse per l’impero e, ritrovare il suo sepolcro, di cui si è persa l’ubicazione, si rivela di vitale importanza.
Questo è il primo romanzo di Ben Pastor, autrice di origini italiane, con protagonista Elio Sparziano, personaggio realmente vissuto, sebbene su di lui si abbiano scarse notizie e considerato uno degli autori dell’Historia Augusta. Utilizzando personaggi storici, altri di fantasia e intrecciando la narrazione con l’avvenimento della morte di Antinoo, avvenuta nel 130 in Egitto, mentre era al seguito di Adriano, l’autrice costruisce un giallo avvincente.
Non aspettatevi però un giallo ricco di colpi di scena, inseguimenti e combattimenti, il suo sviluppo è al contrario, lento, sinuoso ma non per questo meno gradevole. Ricchissimo di riflessioni personali di Sparziano e di descrizioni spettacolari, una su tutte quella della villa Adriana a Tivoli, nelle sue pagine si celano indizi ed è facile non notare un particolare che diventa rilevante nelle righe seguenti.
La narrazione si svolge in terza persona, terminano però alcuni capitoli, lettere scritte in prima persona da Sparziano all’imperatore e da questi al suo ufficiale, e alcune riflessioni di quest’ultimo che spezzano piacevolmente il ritmo della vicenda. Il mondo in cui si muove Elio è il tessuto brulicante e attivo delle città dell’epoca, in cui culture, attività, razze e religioni diverse colorano le strade affollate, una massa di persone comuni, lontane dal vertice del potere, che si dibattono tra grandi e piccoli problemi quotidiani. Sono lontani i fasti della Roma imperiale, nella stessa capitale le grandi ville costruite dagli imperatori sopravvivono in stato di semi abbandono, mentre i barbari sono ormai parte integrante della società. “ Oh ci sono talmente tanti occhi azzurri nei pubblici uffici! Quando ero ragazza, potevo andare a una festa e non vedere nemmeno un paio di occhi azzurri”. Personaggi ben delineati psicologicamente, accompagnano il lettore tra le pagine di un libro che, se piace, porterà a leggere le altre avventure in cui sarà coinvolto Elio Sparziano.
Trama
Elio Sparziano, ufficiale e storico, viene inviato da Diocleziano in Egitto per vigilare sul rispetto degli editti imperiali e per raccogliere informazioni utili a scrivere una biografia dell’imperatore Adriano, morto da quasi duecento anni. La sua indagine assume però contorni inediti, ed estremamente attuali, quando viene a sapere che le prove di una cospirazione ai danni di Roma si celerebbero nel leggendario sepolcro di Antinoo, il favorito di Adriano annegato nel Nilo giovanissimo in circostanze mai chiarite (incidente? Omicidio? Rito sacrificale?). Seguendo le ambigue tracce di un enigma sepolto da secoli, Sparziano svelerà un segreto capace di sovvertire il destino dell’Urbe.