Narrativa recensioni

Galileo mio padre – Luca Desiato

Recensione a cura di  Raffaelina Di Palma   

Il padre della fisica che ha cambiato lo scenario della scienza moderna.

“La consapevolezza del vero inizia e finisce con lo studio e la pratica”, diceva di lui Albert Einstein, uno dei suoi più grandi ammiratori.

Il fulcro centrale nella cultura europea del Seicento è proprio lui: Galileo Galilei. Lo hanno chiamato genio, ma anche eretico. Bandito dalla chiesa che prima lo condannò e poi  lo elogiò quando, quattro secoli dopo, riconobbe che le sue teorie erano giuste.

Nel romanzo, “Galileo mio padre”, attraverso le lettere della figlia Suor Maria Celeste, Luca Desiato ricostruisce un Galilei inedito: il Galileo padre!

Qual è l’eredità dei padri e qual è il futuro dei figli? Questa domanda è, a mio avviso, una guida in questo lungo viaggio.

La letteratura abbonda sul rapporto madre-figlio; molto più scarsa quella sulla relazione padre-figlio. Quella della paternità  è in realtà molto più complessa e sfaccettata, non riducibile a pochi cliché.

Da uomo a padre. Il Galilei scienziato, ma anche l’uomo Galileo.

In un totale compimento e capacità, con viva commozione questo epistolario, da voce a personaggi che voci non avevano se non nelle lettere, oggi, giunte fino a noi. Diventate prova unica di un  pensiero, di un viaggio nel privato del milleseicento.

Il viaggio a Roma è rimandato. Aspri dolori di stomaco travagliano mio padre e lo costringono a letto. Gli ho mandato alla Villa Bellosguardo, tramite Geppo il fattore, un olio emetico. Inoltre, una lettera con mie notizie. Le conserva e con grandissimo gusto le rilegge, le missive che gli invio quando siamo impossibilitati a vederci.

Virginia-Suor Maria Celeste Galilei, scrive pagine commoventi, colme d’amore per il padre e lo sostiene con forza, soprattutto, in occasione  del processo di Roma. Anche se vive in clausura si adopera per aiutarlo, finanche nelle cose più pratiche: si trovano accenni ad atteggiamenti umanissimi; ad esempio l’invio di frutta candita di cui è particolarmente ghiotto, gli raccomanda con amore filiale di non bere troppo vino.

Lo ringrazia commossa per averle inviato in visione riservata la lettera che egli ha ricevuto dal nuovo Papa, Urbano VIII.

Ogni essere umano,agitato da infinite forze, può gustare una maturità adolescente, purché testimoni un amore violento per la vita. Nacqui a Padova, ventitré anni fa, da Marina Gamba, donna del popolo che mio padre conobbe in quella città, sistemò decorosamente a Venezia, e benché vivesse con lei more uxorio, avendo me come primogenita d’altri due fratelli: Livia e Vincenzo, non volle mai sposare

Virginia descrive la madre in maniera allegra: ne fa un ricordo vivo e gradevole, di sfrontata e avvenente grazia. Aveva molta cura dei suoi figli e mentre si occupava della casa cantava canzoni d’amore per mettere a tacere le vicine pettegole “disturbate” dalla sua vita di peccatrice, ma orgogliosa di essere un  punto d’appoggio per il suo illustre compagno.

Attraverso queste lettere scritte da suor Maria Celeste, dal Monastero della Clarisse di San  Matteo di Arcetri, trasforma il  rapporto padre- figlia, in un oasi verdeggiante di serenità in mezzo a una vita che è una incessante contraddizione: scienziato e uomo di  fede dedicò  tutta la sua vita allo studio degli astri e con il suo libero pensiero ha illuminato e illumina tutt’ora la storia dell’umanità. Ne esce una biografia che si  divide in due parti parallelamente: da una parte la vita del chiostro, in una sorta di ristagno contemplativo di suor Maria Celeste che coglie i fremiti in pieno accordo con la natura nell’alternanza delle stagioni e i cambiamenti improvvisi  che a volte pare sconvolga la scelta religiosa, dall’altra, le vicende  di Galileo contrassegnate da raggiri e da insidie che nella Roma papale è attraversata da tumulti celati e da sprezzanti dominazioni.

La vita di Galileo è un’aspra battaglia, non certo semplificata dal suo carattere; altero e irascibile. Nelle centoventisette lettere che la figlia gli invia traspare l’amore, la premura con la quale lo segue negli anni più critici e complicati della sua vita, culminati con il processo del  Sant’Ufficio; la condanna e l’abiura, in una prospettiva piena di magnetismo e di intensa emozione.

Il grande Galilei troppo preso dai suoi studi e dalle sue ricerche trascura Virginia; la espone volontariamente ai doveri paterni a volte comportandosi come un bambino capriccioso.

L’apro, col permesso della Madre Superiora,ed entro nello stanzone del parlatorio, sedendomi davanti a lui, benché su una panca leggermente più bassa. Comincia a parlare. Voce roca, tosse, catarro, colpetti al petto, le dita a slargare il collare inamidato che l’opprime. <<E che…padre, mi fate ancora la scena della mancanza di respiro?! Ecco qua la vostra chicca di zucchero d’orzo.>> La tiro fuori dalla profonda tasca del saio, da un cartoccetto già preparato.

Luca Desiato riesce a parlare di un rapporto per certi versi molto complicato, arricchendolo di emozioni, di poesia, di tenerezza: interrogandosi ancora sull’uomo, sulle crisi di ogni epoca e sull’eterno e difficile confronto generazionale. E’ interessante la figura che l’autore ha messo in risalto: Galileo non è il super eroe che la retorica italiana si è inventato; non è stato un buon padre, non sempre è stato intuitivo e ha fatto molti errori. Era narcisistico, egocentrico ovvero: era un uomo, con pregi e difetti, ma un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia della scienza e del pensiero, ma orgogliosamente si è sottratto abilmente al potere e alla cultura egemonica. Ha dato forma al futuro di cui si è sentito figlio; il percorso emotivo della paternità è stato sofferto, ma è uno scotto che tutti i grandi geni, pare, debbano pagare. Ha protratto la sua forza nel presente, ma allo stesso tempo, ricercando un avvenire che pur gli sembrava ancora molto lontano.

È evidente che genio e famiglia difficilmente si amalgamano.

Sembra che il vertice dell’arte, della scienza, del pensiero, portino, inevitabilmente, all’isolamento e a trascurare le relazioni famigliari. Questo epistolario mette sotto una lente particolare proprio i grandi geni. Un esame che sorprende e li ridimensiona senza nulla togliere alla loro grandezza e alla loro mente, riportandoli a una altezza morale molto più umana; fatta anche di assenze e di debolezze.

Editore ‏ : ‎ Effatà; 2° edizione (9 dicembre 2021)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 240 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8869297586
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8869297588
Link d’acquisto cartaceo: Galileo, mio padre

Trama

I dieci anni più intensi e drammatici della vita di Galileo, culminanti con il processo del Sant’Ufficio, la condanna e l’abiura, rivivono, in questo romanzo di Luca Desiato, in una angolazione piena di suggestione e di pathos: il diario di Suor Maria Celeste, la figlia naturale che Galileo aveva avuto a Padova nel 1600 dall’amore di una popolana, e che sedici anni dopo aveva preso i voti nel monastero delle Clarisse di Arcetri. Desiato fonda la sua ricostruzione romanzesca sulla base di 124 lettere di Suor Maria Celeste, di cui 97 scoperte nella seconda metà dell’ottocento e pochissimo note.

Ne esce una sorta di rappresentazione duplice e parallela: della vita del chiostro, con le stasi contemplative, le vibrazioni all’unisono con la natura colta nell’avvicendarsi delle stagioni e le crisi violente che talvolta sembrano sovvertire la scelta religiosa; e della vita di Galileo, segnata dagli intrighi e dai tranelli della Roma papale, in un periodo di sommovimenti sotterranei e di ciniche repressioni.

Ma anche gli affetti familiari del grande scienziato vi trovano uno spazio coinvolge  coinvolgente: gli esordi scapestrati del figlio prediletto e l’assistenza devota di Suor Maria Celeste nella villa “ Il Gioiello” ad Arcetri fino alla morte di questa a soli 34 anni. La singolarità di questo romanzo di Desiato è evocare il clima di un’epoca e la dimensione grandiosa e quotidiana di Galileo attraverso un linguaggio ricco e vivido, che allude alle espressività  del tempo senza cadere in pedantismi; e insieme di animare il racconto con particolari illuminanti e scorci umanissimi. Tema unificatore dell’opera è la rievocazione di una delle più belle vicende di tutti i tempi: un’appassionata storia di amore filiale.

Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.