Articolo a cura di Roberto Orsi
In questi giorni nell’anno 1933 la Storia del popolo tedesco (e non solo) subiva una svolta radicale.
Tra il 29 e il 30 gennaio Adolf Hitler venne nominato Cancelliere del Terzo Reich dall’allora presidente della Repubblica Paul Von Hindenburg.
L’inizio di un regime che tutti conosciamo e che portò allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e al genocidio di milioni di ebrei. Pochi giorni fa, il 27 gennaio, si è celebrata ancora una volta la Giornata della Memoria: un evento molto importante, che come spesso si è detto, non deve limitarsi solo a 24 ore ma deve essere ben impresso nei nostri cuori e nelle nostre menti come segno indelebile di qualcosa che non deve più succedere.
In questo articolo vorrei, però, non tanto soffermarmi sulle manovre del regime nazista e del dittatore Adolf Hitler, quanto alle condizioni politico-economiche della Germania degli anni ’20, che portarono alla nomina del gennaio 1933.
Paul Ludwig Hans Anton von Beneckendorff und von Hindenburg (Posen, 2 ottobre 1847 – Gut Neudeck, 2 agosto 1934)
Hindenburg nacque a Posen (l’odierna Poznań, in Polonia), allora Regno di Prussia, nel 1847, figlio dell’aristocratico prussiano Robert von Beneckendorff und von Hindenburg e della moglie Luise (nata Schwickart).
Gli Hindenburg erano discendenti di Martin Lutero, iniziatore dello scisma protestante, e di sua moglie Katharina von Bora, per parte della loro figlia Margarethe.
Messosi in luce durante la Prima Guerra Mondiale soprattutto sul fronte orientale dove ottenne diversi successi contro l’esercito russo, forte del suo prestigio davanti al popolo tedesco, fu nominato Reichspräsident della Repubblica di Weimar dal 1925 al 1934, anno della sua morte.
Si tratta di un esponente dell’aristocrazia terriera prussiana (“Junker”) ed era ritenuto un conservatore, che auspicava una restaurazione della monarchia tedesca.
La nomina del 1925 avvenne in un contesto politico molto turbolento all’indomani della sconfitta nella Prima Guerra Mondiale. Le elezioni presidenziali si tennero in una situazione politica ancora condizionata dalla crisi della Ruhr e dalla grande inflazione del 1923. Nelle doppie elezioni politiche di maggio e di dicembre 1924, gli elettori avevano confermato lo spostamento verso destra che si era manifestato fin da quelle del giugno 1920, premiando i nazionalisti. L’ala politica di destra inizia a prendere consensi. Il colpo di Stato, pur fallito, tentato dallo stesso Adolf Hitler nel 1923 è un primo segnale di qualcosa che sta cambiando.
La grande depressione degli anni successivi culminata nel 1929 risultò terreno fertile per l’ascesa della propaganda nazista guidata da Joseph Goebbels. Il cancelliere allora in carica Heinrich Brüning non riuscì ad attuare una politica economica efficace e il timore di una nuova inflazione come quella del 1923 divennero il volano per una forte crescita del partito nazista all’interno del Reichstag, il parlamento tedesco.
Se nel 1928 sedevano in parlamento solo 12 esponenti nazisti, con le elezioni del 1930 questi divennero 107, diventando la seconda forza politica della Germania.
Al termine del mandato settennale Hindenburg, che soffriva di saltuarie crisi di senilità, venne persuaso a ripresentarsi alle elezioni presidenziali della primavera del 1932 come unico candidato in grado di bloccare l’ascesa di Adolf Hitler. Nel mese di Marzo si tengono le elezioni per la presidenza della Repubblica dalle quali esce vincitore nuovamente Von Hindenburg con il 53% delle preferenze contro il 37% di Adolf Hitler.
Ma pochi mesi dopo, alle elezioni del luglio 1932 per il nuovo Reichstag, i nazisti ottengono il loro migliore risultato, vincendo 230 seggi e diventando il partito di maggioranza relativa. Con questa vittoria, Hitler riesce inoltre ad ottenere finalmente la cittadinanza tedesca.
I nazisti e i comunisti detengono il numero maggiore di seggi al Parlamento e una coalizione stabile diventa praticamente impossibile.
I cancellieri nominati da Hindenburg, Franz von Papen e Kurt von Schleicher, perseguendo strategie diverse, non riuscirono a dare una maggioranza parlamentare ai rispettivi governi, che prescindesse da Hitler, il quale da parte sua non era disponibile a entrare in nessun governo di cui non fosse alla guida.
Dopo i fallimenti dei due Governi Von Papen e Von Schleicher, Hindenburg è costretto a nominare un nuovo cancelliere. Convinto da alcuni esponenti conservatori, che affermavano di poter tenere sotto controllo l’esuberanza politica di Hitler, Hindenburg lo nomina Cancelliere con von Papen come Vicecancelliere e Hugenberg come Ministro dell’Economia.
Il 30 gennaio 1933 Adolf Hitler presta il giuramento come Cancelliere nella camera del Reichstag in un governo in cui i nazisti hanno solo tre ministeri (Hitler, Göring e Wilhelm Frick) su undici. I partiti conservatori sono convinti di averlo ingabbiato, ma si sbagliano di grosso.
Solo un anno dopo, alla morte del Presidente Hindenburg, a Hitler venne attribuito per legge il titolo di Fuhrer e cancelliere del Reich. Una volta prese in mano le redini otterrà i pieni poteri e creerà uno stato dittatoriale.
Con il riarmo della Germania e il programma di ristrutturazione economica, Hitler persegui una politica estera aggressiva. La politica estera in questione mirava ad espandersi verso l’Europa orientale. Il 1 Settembre 1939 invase la Polonia provocando lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Vi lascio qualche suggerimento letterario
Come poté un governo democratico permettere ad Adolf Hitler di conquistare la Germania? Affermare che Hitler fu regolarmente eletto è troppo semplice. Il Führer non avrebbe mai potuto ottenere il potere se i politici di punta non avessero risposto a un’ondata di insurrezioni populiste cercando di cooptarlo; una strategia che invece li schiacciò in un angolo, dal quale l’unica via d’uscita fu quella di accogliere i nazisti in Parlamento. Benjamin Carter Hett mette a nudo la catastrofica sicurezza dei politici conservatori, convinti che i nazisti li avrebbero senza dubbio sostenuti, non capendo invece che i loro sforzi li stavano in realtà consegnando nelle mani di Hitler, a cui affidarono di fatto gli strumenti per trasformare la Germania in una feroce dittatura.
Storia del nazismo significa storia del Führer, ma anche storia della Germania e del popolo tedesco, che, usciti sconfitti e umiliati dalla Grande guerra, dal 1933 precipitano in una dittatura che li avrebbe portati, in un forsennato sogno di dominio, al disastro di una guerra europea. Una chiara sintesi sulla parabola del nazionalsocialismo: dall’ascesa politica di Adolf Hitler alla guerra e alle sue drammatiche conseguenze.
Perché proprio Hitler? In che modo è stato possibile che un individuo così mediocre, un signor nessuno, sia arrivato ad esercitare un influsso tanto drammatico sui destini di uomini e nazioni, a scatenare un secondo conflitto mondiale e istigare il più terribile genocidio di tutti i tempi? In questo libro Ian Kershaw si interroga sulla natura e sui meccanismi del potere dittatoriale di Hitler e analizza la straordinaria forza carismatica che dapprima fece di lui il tamburino delle masse nazionaliste, l’uomo capace di offrire a più di tredici milioni di tedeschi la speranza della salvezza nazionale, e infine Io trasformò nel Führer.