Articolo a cura di Roberto Orsi
Le origini
La costituzione delle Guardie Svizzere in Vaticano si deve a Papa Giulio II che, eletto nel 1503, decise di circondarsi di un corpo di soldati scelti per proteggersi dagli avversari e dai molti omicidi politici che avvenivano a Roma in quel periodo.
Questa scelta si appoggiava all’accordo preso nel 1478 da Papa Sisto IV con la Confederazione Elvetica che prevedeva la possibilità di reclutare mercenari svizzeri.
Il 22 gennaio 1506 è considerata la data ufficiale della fondazione del corpo delle Guardie Svizzere. Si tratta, infatti, del giorno in cui al Comando del Capitano Kaspar von Silenen, 150 mercenari provenienti dal Canton Ticino entrarono in Vaticano per la difesa di Papa Giulio II.
Papa Alessandro VI (1492–1503) successivamente utilizzò questi mercenari svizzeri durante il suo periodo di alleanza col re di Francia. Al tempo dei Borgia le Guerre d’Italia aprirono il teatro di guerra internazionale nel quale venne ampiamente coinvolta anche la Svizzera con soldati impegnati su più fronti, ora per la Francia, ora per la Santa Sede, ora per il Sacro Romano Impero.
Nel 1929 con la nascita dello Stato del Vaticano la milizia ufficiale divenne proprio il corpo delle Guardie Svizzere.
Durante la seconda guerra mondiale Papa Pio XII portò temporaneamente a 300 il numero delle Guardie per la sicurezza della Città del Vaticano.
La Guardia Svizzera Pontificia è, a tutti gli effetti, un esercito (il più piccolo al mondo con 110 effettivi oggi) e come tale, ha il compito di garantire la sicurezza all’interno dei confini vaticani ma soprattutto la sicurezza della persona del Pontefice.
Sotto alla tradizionale uniforme rinascimentale si cela uno svizzero giovane, moderno e ben istruito. Con il mercenario del XVI secolo questo giovane ha in comune la ferma convinzione che la Chiesa di Gesù Cristo e il Successore di Pietro meritino che ci si impegni nei loro confronti a costo della propria vita se necessario.
Le reclute di questo corpo devono essere necessariamente cittadini svizzeri dalla nascita, cattolici, maschi tra i 19 ed i 30 anni e devono aver fatto un periodo di formazione presso l’esercito svizzero
Le uniformi
Parlando delle Guardie Svizzere Pontificie non si può non rimanere affascinati dalla loro uniforme, creata ormai cinque secoli fa, e che riporta subito il nostro pensiero allo splendore del Rinascimento.
Alle origini, la Guardia Svizzera non sfoggiava un’uniforme ben definita. Giulio II in un documento scriveva che le spese dei vestiti delle Guardie venivano sostenute dal Papato comprese le armi da difesa, spade e alabarde nonchè un busto di metallo che fungeva da corazza.
Michelangelo o Raffaello?
La paternità del disegno delle loro divise è stata assegnata nel corso della Storia sia Michelangelo che a Raffaello. Le fonti non sono certe da questo punto di vista. Si è supposto che fosse stata disegnata da Michelangelo, visto che quando il piccolo esercito dei mercenari arrivò in Vaticano, l’artista si trovava in quel periodo a Roma. Fino ad oggi, però, non è stato trovato alcun documento storico che lo confermi.
Raffaello sembra abbia solo ispirato la manica rigonfia.
L’attuale divisa, che si può definire la più famosa del mondo è stata creata dal comandante Jules Repond nel 1914, ispirandosi alle divise storiche e a una meticolosa ricerca tra le opere del grande artista Raffaello.
Una delle opere che lo ispirò fu l’affresco della Cacciata di Eliodoro. Qui Raffaello raffigurò alcuni soldati della Guardia Svizzera al seguito di papa Giulio II della Rovere. Si vedono bene le braghe larghe fino al ginocchio e il farsetto che lambisce i fianchi.
I colori blu e giallo appartengono allo stemma di famiglia di Papa Giulio II, il fondatore del Corpo: i della Rovere. Il rosso, invece, deriva dalla famiglia Medici di cui faceva parte Papa Clemente VII.
Lo stemma di Giulio II è ripreso anche sull’elmetto, più propriamente un morione: infatti una quercia sbalzata campeggia su entrambi i lati del copricapo d’argento, ornato con piume di struzzo di diverso colore a seconda del grado del militare. Il morione viene indossato, in combinazione con il pettorale di una corazza del XVII secolo, in occasioni speciali, sfoggiato con la grande uniforme.
Oggi le guardie svizzere come uniforme da “lavoro“ dispongono di una divisa più comoda: pantaloni e casacca blu e un basco di colore nero.