Narrativa recensioni

Cospirazione Gonzaga – G.L. Barone

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Abraamo stese la mano e prese il coltello per sacrificare suo figlio”.

Una frase che l’assassino al centro del nuovo thriller storico di G.L. Barone ripete alle sue vittime, come un mantra, un attimo prima di togliere loro la vita. Un killer diabolico con un modus operandi raccapricciante: i corpi senza vita vengono ritrovati decapitati.

Gli omicidi si susseguono nel volgere di pochi giorni di quel 1590, in una Mantova sotto l’egida del duca Vincenzo Gonzaga. I dettagli delle indagini a cui viene chiamato il notaio filosofo Ranuccio Gallerani inducono a pensare alla mano di un unico serial killer.

I punti in comune sono tanti, le modalità di accanimento sui corpi portano il ragionamento verso un pazzo squilibrato che per qualche recondito motivo uccide senza scrupoli.

“Cosa aveva fatto di male per ritrovarsi imprigionata come un animale da macello, sdraiata in mezzo alla sua stessa urina?”

Il capitano di giustizia affida a Ranuccio Gallerani il compito di fermare la mano assassina, ma ben presto le indagini assumono un risvolto politico, allorquando viene ritrovato senza vita l’ambasciatore La Sablière, in visita a presso la corte di Vincenzo Gonzaga per conto del re di Francia.

Ed è qui che entrano in gioco gli altri due protagonisti voluti da G.L. Barone: Giulio De Tatti, pittore nipote del più famoso Francesco De Tatti, e Bianca Donati, dal passato enigmatico, fiorentina, dama di compagnia della duchessa Eleonora.

Le vicende si intrecciano: il giallo classico, alla ricerca forsennata dell’assassino, si sovrappone all’intrigo internazionale ai danni del Duca Vincenzo.

Chi trama alle sue spalle per deporlo? Una misteriosa missiva, da parte del conte Filippi Arianti, affidata al pittore Giulio De Tatti e indirizzata all’ambasciatore francese La Sablière, accende i riflettori su quella che a tutti gli effetti sembra essere una vera a propria “cospirazione”.

“Vincenzo era davvero paranoico o poteva avere ragione? Davvero qualcuno tramava con i francesi contro il duca?”

Il punto di vista focale della narrazione rimane quello del pittore De Tatti, avversato e in qualche modo anche raggirato da personaggi più potenti di lui che lo vogliono rendere il capro espiatorio della faccenda.

L’affiancarsi di una donna come Bianca Donati, personaggio realmente esistito ma rivisitato e reinventato dall’autore (e qui lascio al lettore scoprire nel dettaglio chi fosse questa donna), aggiunge un tocco di femminilità alla spy story internazionale. Una donna emancipata, capace di muoversi come una spia esperta in un mondo complicato dove il complotto per il potere è sempre dietro l’angolo.

Ma è il terzo personaggio, quello del notaio filosofo Ranuccio Gallerani, che colpisce per la sua capacità analitica e il raziocinio applicati all’indagine, affiancati da uno spiccato senso dello humor e profondità di pensiero.

Un trio ben amalgamato dall’autore, tre protagonisti che si muovono in una situazione delicata in un contesto instabile e pericoloso. Sullo sfondo la bellezza della città di Mantova, resa splendida dal mecenatismo della dinastia Gonzaga e dal duca Vincenzo, avvezzo molto più alla bellezza dell’arte e all’opulenza della ricchezza, che alle manovre politiche di cui si cura meno.

Moltissime le ambientazioni descritte da G.L. Barone: da Palazzo Te a Palazzo Ducale, da Palazzo Donati al Palazzo del Podestà, dalla Basilica di Sant’Andrea alla Chiesa collegiata di Santa Barbara.  

Davanti al salone dei Giganti, De Tatti “Per un istante, solo uno, ebbe la consapevolezza che mai, con le sue opere, avrebbe potuto eguagliare una tale bellezza, accuratezza e precisione.”

Le vicende ambientate nel 1590 trovano un collegamento diretto con la storia della Cristianità. Alcuni capitoli risalgono al tempo della crocifissione di Gesù e alla storia di Quinto Cassio Longino, il soldato romano che per tradizione trafisse con la lancia il costato del Cristo per accertarne la morte.

Reliquie, oggetti sacri che attraversano i secoli anche modificando la loro natura e la percezione che da loro ne deriva. La fede che si incontra e scontra con la ragione, la scienza e le scoperte dell’uomo. Una diatriba atavica che ancora oggi non manca di far discutere, in quel confine labile e il confronto con l’inspiegabile.

Un thriller storico-religioso che partendo dalle note vicende legate alla Passione di Gesù Cristo riconduce a efferati eventi del rinascimento mantovano.

La narrazione, come Barone ci ha abituati nelle precedenti pubblicazioni, scorre rapida con capitoli brevi e incisivi. La costruzione narrativa e l’articolazione delle scene del romanzo accentuano la curiosità del lettore che si trova subito catapultato nella Mantova gonzaghesca.

Un thriller storico ricco di pathos e adrenalina che ancora una volta conduce nelle più turpi e oscure pieghe dell’animo dove il sole spesso non arriva a illuminare e riscaldare con i suoi raggi.

Editore: ‎ Newton Compton Editori
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 352 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8822748883
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8822748881

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Trama

Mantova 1590. Il Ducato è una delle corti più floride d’Europa e la casata dei Gonzaga è stabilmente al potere. Il giovane duca Vincenzo, da poco succeduto al padre, predilige il lusso e i vizi alla politica ma, grazie alle enormi ricchezze della famiglia, nulla sembra poter intaccare il suo prestigio… Tranne uno spietato assassino che si aggira per i vicoli di Mantova decapitando, con salomonica equità, sia nobili che popolani. Quando tra le vittime dell’omicida finisce un ambasciatore francese, la faccenda si complica: che fine ha fatto la preziosa lettera che il diplomatico custodiva? Il movente della macabra scia di sangue è forse nascosto tra quelle righe? Per smascherare l’assassino, il duca si affida a una misteriosa ed enigmatica dama, madonna Bianca Donati, e al pittore Giulio de Tatti. La loro indagine porterà alla luce una verità sconcertante e sinistra…

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